Penitenza

Papa Francesco: Angelus, “tutti noi siamo adulteri”

“Quella donna rappresenta tutti noi, che siamo peccatori, cioè adulteri davanti a Dio, traditori della sua fedeltà. E la sua esperienza rappresenta la volontà di Dio per ognuno di noi: non la nostra condanna, ma la nostra salvezza attraverso Gesù”. Così il Papa, durante l’angelus di ieri, a proposito del brano evangelico dell’adultera. “Dio non ci inchioda al nostro peccato, non ci identifica con il male che abbiamo commesso”, ha proseguito: “Abbiamo un nome, e Dio non identifica questo nome con il peccato che abbiamo commesso. Ci vuole liberare, e vuole che anche noi lo vogliamo insieme con lui. Vuole che la nostra libertà si converta dal male al bene, e questo è possibile con la sua grazia”. Ha agito proprio in questo modo, con l’adultera: “Rimasero lì solo la donna e Gesù: la miseria e la misericordia, una di fronte all’altra. E questo, quante volte accade a noi quando ci fermiamo davanti al confessionale, con vergogna, per far vedere la nostra miseria e chiedere il perdono! ‘Donna, dove sono?’, le dice Gesù. E basta questa constatazione, e il suo sguardo pieno di misericordia, pieno di amore, per far sentire a quella persona – forse per la prima volta – che ha una dignità, che lei non è il suo peccato, lei ha una dignità di persona; che può cambiare vita, può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova”.