Vita
Oggi c’è una “specie di bolla”, un “clima che tutti respiriamo e che vuole cambiare le categorie elementari dell’umano, categorie che non sono confessionali e che – nella loro sostanza – appartengono all’umanità intera”. È l’analisi del cardinale Angelo Bagnasco, che nella prolusione di apertura del Consiglio permanente della Cei, in corso a Genova, ha affermato che oggi si vuole “ridefinire i fondamenti non solo del vivere insieme, ma anche del vivere con se stessi, del pensarsi come persone, come libertà e amore, come famiglia e società, come vita e morte nel loro naturale intreccio”. “Questo clima, aggressivo nei confronti di chi la pensa diversamente, esalta a gran voce democrazia e libertà, ma a condizione che nessuno esca dalle righe stabilite, come se esistesse un diritto di cittadinanza condizionata”, ha denunciato il presidente della Cei, facendo notare come “le leve di questo clima vengono da lontano, sono le ricchezze esorbitanti di alcuni, che esercitano il loro spropositato potere per cambiare il modo di pensare della gente, spinti solo da un’insaziabile avidità di profitto”. Di qui l’attualità del recente Convegno ecclesiale di Firenze, dove, “in un clima di sinodalità e di gioia fraterna, ci siamo chiesti come aiutare l’uomo moderno a ritrovare il suo volto, volto a volte deturpato. Ancora una volta, abbiamo constatato che, sotto la superficie che schiuma, la vita brulica silenziosa e umile. Abbiamo onorato questa vita fatta di famiglia, lavoro, fierezza di guadagnarsi il pane, di onestà senza prezzo, di amore fino al sacrificio, di eroismi senza notizia. Abbiamo onorato un’umanità vera e solida, segnata da immense nostalgie e possibilità”. Come ha insegnato il Papa nel suo discorso, “i tratti dell’umano – umiltà, disinteresse, beatitudine – se li apriamo nella loro ricchezza sono criteri di universale umanità, di cui la comunità cristiana è chiamata ad essere profezia serena e inquieta”.