Politica

Cardinale Bagnasco: “creare ponti” e dare “risposta chiara” a “minacce” del dibattito pubblico

“Costruire ponti”, ma anche “dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico”. Sta in questo doppio compito, per il cardinale Angelo Bagnasco, il “contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune”, perché “i credenti sono cittadini”, come ha ricordato Papa Francesco al Convegno di Firenze. “Ormai è sotto gli occhi di tutti, e oggetto di frequenti analisi culturali, il fatto che la potenza dell’uomo sulla natura e su se stesso è entrata nella sua fase critica”, l’analisi del presidente della Cei: “Mentre l’uomo moderno aveva davanti a sé la sfida di conquistare potere sulle forze della natura, oggi l’uomo postmoderno ha il problema di dominare il suo potere perché il potere non distrugga l’uomo stesso”. “Solo una forte coscienza morale può dominare il potere e può impedire che l’uomo cada in sua balia”, ha ammonito il cardinale a proposito del “primo campo di dialogo per creare ponti”. “Nella sensibilità media, c’è ancora qualcosa che si concepisca intangibile?”, si è chiesto il presidente della Cei, secondo il quale “esiste un secondo fenomeno che interpella tutti: è il progressivo sgretolamento del tessuto sociale”. Per Bagnasco, “le nostre comunità cristiane hanno anche questo compito: nei quartieri anonimi della nostre città essere delle piccole luci di riferimento, dei luoghi di accoglienza, dei punti di riferimento dove, prima di fare, ricevere o dare, ognuno possa sentirsi se stesso, possa incontrare una comunità di ideali, uno spazio di relazioni benevole, respirare un orizzonte alto e ampio. Sì, bisogna ritessere i rapporti umani perché ognuno si senta a casa anche oltre il suo tetto. E i rapporti umani si creano non con il collante degli interessi individuali e delle convenienze, ma della gratuità, di cui Gesù è sorgente e criterio”. “Allarghiamo lo sguardo poiché nessun Paese vive isolato”, il terzo invito: “Il Medio Oriente, come le vicine coste africane, vivono confusione, tumulto e violenze: emblematici, al riguardo, i sanguinosi attentati di ieri in Turchia e in Costa d’Avorio. Gli interrogativi che si affacciano non sono immotivati: suggeriscono – anche alla luce delle responsabilità passate – non avventure sconsiderate, ma prudente ponderazione. Assicuriamo la nostra preghiera perché tutte le parti in causa, a cominciare dai più fragili ed esposti, possano trovare strade di giustizia, sicurezza e pace”.