Solidarietà

Diocesi: Milano, con il Credito Valtellinese un investimento in “social bond” per aiutare l’ospedale missionario in Zambia

Per la prima volta la diocesi di Milano “investe” su un social bond. Il Credito Valtellinese ha infatti annunciato l’emissione del prestito obbligazionario sociale (Social Bond) per un ammontare complessivo di 5 milioni di euro. Lo 0,50% del valore nominale collocato del prestito obbligazionario sarà devoluto a titolo di liberalità dal Credito Valtellinese all’arcidiocesi di Milano che lo utilizzerà per il Mtendere Mission Hospital, l’ospedale missionario di Chirundu in Zambia. Le obbligazioni, emesse da Credito Valtellinese, avranno un taglio minimo di sottoscrizione pari a 10.000 euro, durata 3 anni, cedola semestrale, tasso fisso 1% e potranno essere sottoscritte da oggi, 28 novembre fino al 29 dicembre 2016, salvo chiusura anticipata o estensione del periodo di offerta. È la prima volta che l’arcidiocesi di Milano stringe una collaborazione con un istituto di credito e si affida allo strumento del social bond. “Oltre al contributo economico, questa iniziativa ci permette di entrare in relazione direttamente con una banca e i suoi clienti – ha sottolineato monsignor Bruno Marinoni, moderator curiae e vicario episcopale per gli Affari generali dell’arcidiocesi di Milano, nel corso della conferenza stampa svoltasi in arcivescovado. Questo ci consente di introdurre nel mercato finanziario prodotti etici e quindi trasformare un gesto di carità in mentalità e quindi di fare cultura”. Su posizioni simili anche il presidente del Credito Valtellinese, Miro Fiordi: “Ancora una volta – ha detto Fiordi – Creval in collaborazione con l’arcidiocesi di Milano vuole fornire un sostegno in termini di vicinanza e solidarietà ad attività a valore aggiunto sociale. Il social bond ci permette di coniugare l’investimento finanziario dei nostri clienti con un aiuto concreto e rappresenta la conferma del nostro impegno, che prosegue nel solco della nostra cultura d’impresa e dei principi ispiratori del nostro statuto”.