Epifania

Diocesi: mons. Mazzocato (Udine) a Cividale del Friuli per il 650° della Messa dello Spadone

“Dal volto, dalle parole e dall’esempio di Gesù brilla la luce vera che si è diffusa, in modo inarrestabile, in tutto il mondo, portata dalla testimonianza dei cristiani”. Così si è espresso monsignor Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, nell’omelia in occasione dell’Epifania del Signore, nel duomo di Cividale del Friuli durante la Messa dello Spadone giunta alla sua 650ª edizione. “Se noi siamo oggi riuniti in questo splendido duomo lo dobbiamo, di fatto, alla luce del vangelo di Gesù che si è accesa ad Aquileia e negli altri centri del nostro territorio; tra i primi, Cividale. Essa ha fatto scoccare la scintilla divina della fede nel cuore di generazioni di uomini e donne che hanno saputo trasmetterla ai figli, creando una grande tradizione cristiana. Ha forgiato una civiltà illuminando con i valori evangelici la vita civile, economica, artistica”. Mazzocato ha aggiunto: “In fondo, anche la tradizionale Messa dello Spadone” (risalente al 1366 ai tempi del patriarca Marquardo) ricorda “questa civiltà cristiana che progressivamente i nostri antenati hanno costruito fecondando col vangelo tutte le espressioni della vita personale, familiare e sociale. Essi, 650 anni fa, vedevano nel patriarca l’autorità che faceva sintesi tra la vita religiosa e la vita civile perché ambedue succhiavano linfa dalla stessa sorgente che era Gesù, la luce vera”.

Monsignor Mazzocato ha affermato: “In che modo possiamo indossare una veste di luce? Non sul corpo, evidentemente, ma sulla coscienza… Permettete che, in questa Messa dello Spadone, l’invito a rivestire la coscienza di luce lo rivolga in modo particolare a me, ai confratelli sacerdoti e a quanti, tra voi, condividono la responsabilità di amministrare il bene comune dei cittadini. Ne abbiamo particolarmente bisogno, perché, per l’autorità che abbiamo ricevuto, prendiamo decisioni che incidono sulla carne viva delle persone, delle famiglie, delle comunità”. “Pensiamo – ha aggiunto il vescovo – ai progetti di legge che giungeranno in Parlamento e che toccano i diritti delle persone, della famiglia e dei figli. Pensiamo anche all’urgenza di riorganizzazione sul nostro territorio le risorse nel campo amministrativo e sanitario per distribuirle in modo più equo e razionale al fine di assicurare a tutti il bene comune, cominciando dai più deboli”. “Chi ha la responsabilità di guidare queste decisioni – ha concluso il presule – può avere il grande merito di portare guarigione alle sofferenze di tanti fratelli, speranza nei loro momenti di difficoltà, sostegno per una vita buona personale e sociale, rispetto alla dignità della persona”.