Martiri innocenti, riconoscere le vittime di oggi e decidere da che parte stare

Come possiamo celebrare solenni liturgie in memoria dei martiri (e molte parrocchie hanno come patroni proprio alcuni martiri…), incensare reliquie, fare grandi processioni in onore di martiri di secoli passati se non siamo capaci di vedere i martiri di oggi? No alla tentazione del silenzio e indifferenza

(Foto Emergency)

“Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi”. È il Vangelo di Matteo che leggiamo nel giorno della festa dei Santi Innocenti Martiri. Erode è il cattivo. È un mix di potere e paura, che lo acceca e lo porta ordinare una strage. Ma quanti Erode ci sono oggi? Certo con altri nomi…
E quante vittime innocenti, bambini e non…?
Fare un elenco sarebbe doveroso, ma risulterebbe comunque incompleto.
Quanti innocenti uccisi oggi a Gaza (solo i bambini sono più di 17.000), in Ucraina, in Libano, in Siria (solo per citare luoghi più conosciuti) Ma questa strage continua in tanti luoghi dimenticati… Dal Messico alla Repubblica democratica del Congo… I bambini soldato, i bambini sfruttati per lavorare per le grandi multinazionali. Il Mediterraneo, diventato un grande cimitero con i morti considerati “carichi residuali”. E ora il progetto della deportazione in Albania.
Ma quanti devono essere i morti delle guerre, di tutte le guerre, per arrivare a dire tacciano le armi? Oggi Erode fa i suoi calcoli, programma la ricostruzione, i suoi interessi, e quando si arriverà a un numero “sufficiente” di morti si potrà parlare di pace.
La festa dei Martiri innocenti ci aiuti a riconoscere le vittime di oggi. Ma ci aiuti a riconoscere anche i carnefici, i responsabili, i mandanti, gli Erode di oggi. E forse questo è ancora una cosa possibile, fattibile, anche se impegnativa.

Ma il grande passo è fare la scelta: da che parte stare?

Oggi ci sono molti testimoni che in silenzio vivono con coerenza le proprie scelte, magari non vengono uccisi, non sono martiri, ma testimoniano una coerenza di vita, di valori che spesso li addita come “diversi”. Sul lavoro, nella scuola, magari anche nella Chiesa. La coerenza, la testimonianza, l’avere una faccia sola, la scelta di essere dalla parte delle vittime, siano esse donne, bambini, anziani o malati. La scelta di non volersi arricchire a tutti i costi, magari anche in modo non proprio pulito…Ma il rischio grande oggi è l’essere indifferenti davanti a tante vittime, quindi di essere, automaticamente, dalla parte di Erode.
Come possiamo celebrare solenni liturgie in memoria dei martiri (e molte parrocchie hanno come patroni proprio alcuni martiri…), incensare reliquie, fare grandi processioni in onore di martiri di secoli passati se non siamo capaci di vedere i martiri di oggi?
A Redipuglia, il 13 settembre 2014, Papa Francesco nell’omelia diceva: “Ad essere onesti, la prima pagina dei giornali dovrebbe avere come titolo: ‘A me che importa?’. Caino direbbe: ‘Sono forse io il custode di mio fratello?’. Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? È possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!”. Come possiamo piangere le vittime della guerra se poi i nostri soldi sono depositati in una banca “armata”, coinvolta nel commercio delle armi? Allora la memoria dei martiri ci chiede di impedire la modifica della legge 185/90 che regola l’export delle armi. Cambiare questa legge, come vuole fare il governo nei prossimi mesi, vuole dire aprire sempre più le porte a guerre massacri e stragi di innocenti, con la nostra complicità. Le stragi hanno sempre bisogno di complici.

Sì, la prima cosa è scegliere da che parte stare, oggi. E la tentazione del silenzio e indifferenza ci fa essere dalla parte di Erode.

Ci guidino le parole di Papa Francesco, subito dopo l’apertura della porta del Giubileo, il 24 dicembre scorso: “La speranza non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; la speranza è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri”.

* Consigliere nazionale di Pax Christi

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