(da New York) Milton, con la sua scia distruttiva di venti, piogge, mareggiate, non ha risparmiato alla sua furia neppure parrocchie, scuole cattoliche, centri di assistenza alla maternità. Le due diocesi della Florida, Saint Petersburg e Venice, sono state le più colpite dalla potenza dell’uragano, catalogato come categoria 4, tra le più distruttive, e poi sceso a categoria 3 quando è atterrato sulle coste della penisola. Milton è arrivato ad appena 15 giorni dal precedente uragano Helene, che aveva seminato altrettanta distruzione e 227 morti in 6 Stati, senza lasciare spazio sufficiente ad una adeguata ripresa e preparazione. Al momento in cui scriviamo sono 16 le vittime del passaggio di Milton in Florida, ma è ancora presto per considerare questo numero definitivo.
Nella diocesi di Venice, l’accesso a molte parrocchie per la valutazione dei danni non è stato immediatamente possibile a causa di strade bloccate, allagamenti e interruzioni della corrente, che non consentono alle scuole di riaprire. Probabilmente venerdì alcune potranno tornare in funzione, ma per altre bisognerà aspettare fino a martedì prossimo. Sul sito della diocesi, assieme alla preghiera per la protezione degli uragani, troneggia un canale speciale che spiega come prepararsi e proteggersi dalle 21 tempeste della regione che i meteorologi hanno valutato per l’85% con una potenza superiore alla media.
Catholic Charities, il ramo della Caritas per gli Stati Uniti, ha dovuto sospendere le operazioni di soccorso da Helene per concentrarsi sulle risposte necessarie per rispondere alla crisi generata da Milton. In coordinamento con i funzionari di gestione delle emergenze della contea e dello Stato, i volontari hanno organizzato punti di distribuzione di acqua, ghiaccio e cibo.
Nella diocesi di St. Petersburg ad essere stata danneggiata è stata la cattedrale di San Giuda apostolo, che ha subito una significativa infiltrazione d’acqua; altre cinque chiese al momento non sono considerate agibili, assieme ad alcune scuole che resteranno chiuse fino a lunedì prossimo, dopo aver rilevato perdite di tegole dai tetti, incapaci di resistere a venti che hanno toccato i 180 chilometri orari. Danneggiati anche il centro pastorale e il rifugio per i senzatetto, mentre tutta l’area ha dovuto fare i conti con la caduta di circa 47 centimetri di pioggia in meno di due ore. Proprio St. Petersburg ha contato le prime quattro vittime dell’uragano, alcune anziane che avevano scelto di non evacuare, come ha fatto invece Anna, che ha lasciato la sua casa per non far rivivere ai tre figli piccoli lo stesso dramma dell’uragano Helene. Anche il vescovo è dovuto evacuare per ragioni di sicurezza, mentre molte famiglie e parrocchiani della diocesi hanno trovato rifugio in un seminario sulla costa orientale dello Stato.
La Caritas degli Stati Uniti ha lanciato una raccolta straordinaria di fondi per soccorrere le vittime e rispondere alle emergenze, dopo che per il precedente uragano aveva già distribuito 1,9 milioni di dollari. Padre Chuck Dornquast è rimasto per accompagnare chi non è partito e alla vigilia del passaggio di Milton ha organizzato una preghiera e una veglia eucaristica in un parco pubblico di St. Petersburg, invocando la protezione di Dio e chiedendo che la furia di Milton, che aveva fatto cancellare persino il viaggio in Germania al presidente americano Joe Biden, fosse meno dura. Le sue preghiere sembra siano state accolte perchè l’uragano è atterrato come categoria 3, ma il contatto con il terreno ne ha attutito la potenza che è scesa e non cresciuta. Tra le polemiche e le fake news sui soccorsi, smentite dalle agenzie di soccorso e dallo stesso governo statale, la gente torna in quello che è rimasto della loro casa e cercando di recuperare cosa ha resistito.