Malakal è una città settentrionale del Sud Sudan, vicina al confine con il Sudan che da diversi mesi è in preda ad un feroce conflitto dimenticato dal mondo. Solo Papa Francesco non si stanca di ripetere che “il Sudan è in preda a una guerra civile che non accenna a spegnersi e che sta provocando numerose vittime, milioni di sfollati interni e rifugiati nei Paesi limitrofi e una gravissima situazione umanitaria” (Angelus del 12 novembre 2023).
Combattimenti e vittime. La realtà in quest’area è talmente tesa che rischia di destabilizzare anche regioni limitrofe che vivono già in condizioni fragili e precarie. Inoltre tra Sudan e Sud Sudan erano in corso trattative aperte su un territorio conteso, quello di Abyei, che si trova sul confine tra i due Stati ed è ricco di petrolio. L’attuale conflitto in Sudan non solo ha congelato i colloqui tra i due Paesi in merito a questa regione, ma ha acuito le tensioni, come dimostrano i combattimenti del 19 novembre scorso durante i quali sono rimaste uccise 32 persone ad Abyei, come denunciato da Bulis Koch Aguar Ajith, portavoce sudsudanese per la regione, secondo il quale l’assalto sarebbe stato commesso dai Dinka contro una fazione rivale.
Fiammella di speranza. In questo contesto di violenza, dolore e conflittualità, può sembrare strano che ci sia chi si impegna per tenere in vita la radio diocesana di Malakal. Eppure, riuscire a realizzare questo progetto delle Pontificie opere missionarie (Pom) è un modo per tenere accesa una speranza, una piccola fiammella che squarci quell’oscurità che avvolge l’intera area e rischia di travolgere anche le regioni limitrofe.
Network radio cattoliche. La Fondazione Missio, organismo pastorale della Cei che rappresenta le Pom nella Chiesa italiana, si è fatta carico della realizzazione di questo progetto che consiste nell’acquistare apparecchiature per la radio diocesana Saut al-Mahabba di Malakal. La radio fa parte del network delle radio cattoliche e trasmette nella città di Malakal e nel vicino sito di protezione dei civili delle Nazioni Unite, per un totale di circa 70mila potenziali ascoltatori. La radio è lo strumento di comunicazione più utilizzato nell’area di Malakal dopo i social media, preferiti per lo più dalla popolazione giovane. Attraverso la stazione Fm, anche nelle aree rurali arrivano notizie locali e nazionali, considerato che la radio governativa è spenta dall’inizio della guerra civile.
Messa e altri programmi. Radio Saut al-Mahabba offre programmi per tutti, ma la priorità è rivolta agli ascoltatori di fede cristiana. L’obiettivo è poter trasmettere settimanalmente la messa per chi non ha la possibilità di partecipare dal vivo. Anche la programmazione di rubriche indirizzate ai giovani è molto preziosa perché assicura una formazione ai valori umani e un approfondimento del Vangelo. Temi importanti da affrontare nei programmi, tra gli altri, sono: giovani e pace; giovani e scelte di vita; gioventù e scelta degli studi o della professione; giovani e uso dei social media; gioventù e salvaguardia del Creato; giovani e partecipazione alla vita civile e politica; giovani e tradizioni in un mondo in rapida evoluzione.
Servono apparecchiature. Soltanto con l’acquisto di apparecchiature adeguate, per una spesa totale di quattromila euro, sarà possibile assicurare il palinsesto programmato. Solo così radio Saut al-Mahabba diventerà uno strumento di crescita per tutti, giovani compresi, in un’area martoriata da guerre e conflitti.
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(*) redazione Popoli e Missione