I villaggi della provincia di Herat, nella parte occidentale dell’Afghanistan, sono ridotti ad un ammasso di macerie di mattoni di fango e pali di legno. I soccorritori continuano a scavare con picconi e pale alla ricerca di eventuali sopravvissuti. Un video terrificante mostra una bambina tirata fuori dalla terra a mani nude, non si sa ancora se sia viva o morta. Il terremoto di magnitudo 6,3 a 42 km dalla città di Herat avvenuto la mattina di sabato scorso, 7 ottobre, ha causato finora almeno 2.445 morti accertati e 2.440 feriti, secondo i dati del Ministero della salute pubblica e dell’ospedale regionale di Herat. Lo riferisce al Sir Yahya Kalilah, capo del programma in Afghanistan di Medici senza frontiere. Msf ha allestito infatti 5 tende mediche presso l’ospedale regionale di Herat, supportato dall’organizzazione umanitaria, e sta fornendo cure e aiuti alla popolazione. “Stamattina c’erano 340 pazienti nell’ospedale regionale, la maggior parte con problemi leggeri o moderati – racconta -. Molti di loro rimangono nelle nostre tende perché non hanno case dove tornare. Le autorità stanno cercando delle sistemazioni”. Il bisogno più urgente è quindi “trovare alloggi per chi ha perso tutto”.
“La provincia di Herat è ancora sotto choc, è stato sconvolgente per tutti – prosegue Kalilah, impegnata sul campo -. Fino ad oggi all’ospedale regionale sono stati trattati 540 pazienti ed altri sono stati curati in ospedali privati.
La maggior parte sono donne e bambini, perché il terremoto li ha colpiti durante la metà della mattinata, quando erano in casa”.
Il sisma ha colpito almeno 13 villaggi: in 11 di questi, nel distretto rurale di Zenda Jan, sono rase al suolo il 100% delle abitazioni. Il villaggio di Kashkak è stato letteralmente polverizzato.
Evacuati i bambini dall’ospedale regionale. L’organizzazione medico-umanitaria è intervenuta immediatamente per evacuare dai reparti di degenza pediatrica dell’ospedale regionale di Herat tutti i bambini ricoverati, per evitare ulteriori rischi in caso di scosse di assestamento. Infatti nel frattempo si sono susseguite altre otto scosse, di magnitudo tra 4,7 e 4,9. Al pronto soccorso dell’ospedale, il Ministero della salute pubblica ha gestito tutti i pazienti feriti e richiesto forniture mediche supplementari. Msf ha inviato kit di forniture mediche per trattare fino a 400 feriti e un’équipe medica per sostenere il personale del pronto soccorso. Dai diversi team di Medici senza frontiere in Afghanistan sono arrivati aiuti d’emergenza.
In arrivo un team di medici e logisti per valutare i bisogni. “Una squadra di tecnici, medici e staff logistico è partita oggi per valutare i bisogni nelle aree più colpite fuori dalla città e fornire aiuti di prima emergenza”, conferma Kalilah: “Se ci sarà bisogno adatteremo la nostra risposta, non appena la situazione diventerà più chiara in città e nel distretto.
Il bisogno più urgente in ospedale è trovare alloggi a persone che hanno perso tutto”.
Secondo Save the children nella provincia di Herat migliaia di bambini e almeno 9000 famiglie sono ora senza casa. L’Oms stima invece almeno 11.000 persone colpite, appartenenti a 1.655 famiglie.
Una terribile crisi umanitaria. L’Afghanistan, dopo la presa di potere dei talebani nell’agosto 2011 e la partenza degli americani, ha subito il ritiro degli aiuti esteri. Questo ha causato una crisi umanitaria ancora più terribile: oggi il 97% della popolazione, su 42 milioni di abitanti, vive sotto la soglia della povertà. Il 70% degli abitanti (oltre 29 milioni di persone) ha bisogno di assistenza umanitaria, tra loro ci sono 15,8 milioni di minori. I talebani hanno chiesto aiuti internazionali, in particolare cibo, vestiti, tende e medicinali. Il Kazakistan ha inviato generi alimentari, tende, farmaci, vestiario e altri beni di prima necessità. Nel frattempo sono iniziate cerimonie funebri di massa: nel villaggio di Siah Ab, vicino all’epicentro del terremoto, 300 corpi sono stati avvolti in sudari bianchi, tra la folla che incrociava solennemente le braccia per la preghiera islamica.