L’occasione è stata quella del tragico anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina, ma durante la Marcia straordinaria per la pace, nella notte tra il 23 e 24 febbraio, sono stati ricordati anche tutti gli altri conflitti in atto e tutte le vittime. Ucraina, Siria, Yemen, Libia, Palestina, Myanmar, Afghanistan, Iraq, sono solo alcuni dei Paesi dove la violenza è all’ordine del giorno. Per questi motivi, per la seconda volta in un anno, è stata organizzata una Marcia straordinaria.
Un cammino che a differenza degli altri si è svolto nel buio e nel freddo della notte, con i partecipanti che hanno portato ciascuno il volto di una delle vittime e una fiaccola.
La manifestazione è iniziata con un incontro di riflessione sulle guerre tenutosi a Palazzo dei Priori a Perugia, cui hanno preso parte tra gli altri: don Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve; Marco Tarquinio, direttore di Avvenire; Mario Giro, della Comunità di Sant’Egidio; padre Riccardo Giacon, direttore della rivista San Francesco Patrono d’Italia; Francesco Cavalli, direttore del gruppo Icaro. “Io vi offro una fotografia – ha detto mons. Ivan Maffeis – che penso possa raccontare e racchiudere il dramma e la speranza di questo momento. E’ la fotografia di un cordone ombelicale cui sono legati il volto e la vicenda di una neonata nata in una cittadina siriana durante il terremoto. Quel terremoto le ha portato via entrambi i genitori ed è stata estratta viva dalle macerie grazie a quel cordone ombelicale che la legava ad una giovane mamma che anche da morta non ha smesso di lottare per la propria figlia. Allora ci chiediamo: siamo disposti, al pari di questa giovane donna, a sentirci coinvolti in maniera vitale in quanto accade fino a dare il nostro contributo per alimentare il battito di pace che pulsa in tutti i popoli?”.
A seguire, intorno alla mezzanotte, la partenza del corteo, composto da oltre 700 iscritti, al grido di don Tonino Bello “In piedi costruttori di pace!”. La Marcia verso Assisi è poi proseguita per lo più nel silenzio, in un clima quasi di preghiera, di supplica perché il miracolo avvenga e le guerre possano cessare.
“Abbiamo bisogno di accendere una luce nella notte della guerra terribile che stiamo vivendo – ha detto Flavio Lotti, coordinatore della PerugiAssisi – e abbiamo bisogno anche che ciascuno di noi diventi un po’ luce in modo tale che altri possano svegliarsi, vedere il pericolo, e impegnarsi a costruire la pace”. L’arrivo ad Assisi, presso la basilica di San Francesco, è avvenuto all’alba, intorno alle ore sei di questa mattina, con molti dei partecipanti che si sono recati sulla tomba del Poverello per rinnovare e rafforzare la preghiera di pace.