Giordania. Ad Amman, nel Centro Nostra Signora della Pace dove malati, disabili e rifugiati riacquistano dignità

Nella campagna giordana, a poco più di 10 km dalla capitale Amman, si trova il Centro Nostra Signora della Pace (Olopc). Un’oasi dove vengono accolte e curate gratuitamente persone con diverse disabilità, rifugiati e poveri che non possono permettersi delle cure e una minima assistenza

Amman, Centro Nostra Signora della Pace (Foto Sir)

(Amman) A poco più di 10 km a sud di Amman, in piena campagna, si trova il Centro Nostra Signora della Pace (Olopc). Un’oasi dove vengono accolte e curate gratuitamente persone con diverse disabilità, rifugiati e poveri che non possono permettersi delle cure e una minima assistenza. Il centro è stato fondato nel 2004 dal Patriarcato Latino di Gerusalemme inizialmente per venire incontro ai bisogni di molti bambini, di età compresa tra i 5 e i 14 anni con disabilità mentali e fisiche e alle loro famiglie poco attrezzate a fare fronte a queste patologie. Successivamente, con l’invasione dell’Iraq da parte dell’Isis prima e con lo scoppio della guerra in Siria dopo, sono arrivati in Giordania decine di migliaia di rifugiati. Ancora una volta il Centro ha aperto le sue porte accogliendo e curando moltissimi profughi, soprattutto siriani che maggiormente soffrono di disabilità. Il tutto grazie anche all’aiuto di tante Chiese, anche italiana, dell’Ordine del Santo Sepolcro e di tanti organismi caritativi.

Centro di promozione umana. “L’idea è quella di fornire assistenza gratuita a tutti. Qui offriamo anche alloggi per i rifugiati e qualche possibilità di lavoro” spiega al Sir il direttore del Centro, padre Shawki Baterian. Dall’inizio del 2013 oltre 50 famiglie siriane sono state accolte per periodi fino a 40 giorni e la maggior parte di loro ha lasciato la Giordania per i paesi ospitanti. Per dare ulteriore aiuto agli sfollati siriani e iracheni, nel maggio del 2016, ricorda il sacerdote, “grazie alla generosità di Papa Francesco e all’azione concreta di Caritas Giordania, è stato inaugurato il ‘Giardino della Misericordia’ che occupa agricoltori, artigiani, sarte che realizzano mobili in legno, borse, saponi e olio d’oliva. Tutti prodotti destinati alla vendita. Abbiamo anche un’azienda agricola sostenibile che cura 600 olivi piantati su un terreno di 10mila metri quadri, che occupa 15 lavoratori, scelti tra i profughi iracheni tra i giordani disoccupati. Abbiamo anche avviato una cioccolateria per produrre pasticcini”. Così facendo il Centro è diventato negli anni un luogo accogliente di cura e di promozione umana ampliando le sue sedi anche in altre città giordane come Aqaba, Zarqa, Mafraq e Anjara. Nel Centro lavorano oltre 20 tra infermieri, medici, terapeuti, fisioterapisti coadiuvati dai volontari.

Curare e integrare. Ma la missione principale del Centro Nostra Signora della Pace resta sempre quella di “aiutare le persone disabili, curarle e ridare loro la dignità che meritano. In molti paesi del mondo arabo – spiega Hannan Deeh, direttrice della Riabilitazione, Istruzione e Sviluppo dell’Olopc – i bambini con disabilità non hanno ancora pari diritti e opportunità nell’istruzione e nella cura. Non esiste un vero e proprio piano per integrarli nel sistema scolastico. In Giordania ci sono 1,1 milioni di persone disabili, praticamente il 13% della popolazione e una mancanza strutturale di servizi. Il 79% di questi non ha accesso all’istruzione e fatica a integrarsi nella società. Aggiungiamo che alcune stime ufficiali sanitarie parlano del 30% dei rifugiati siriani affetti da disabilità intellettiva e fisica. In questa situazione i passi in avanti sono pochi e lenti. Ci troviamo a trattare con famiglie che tengono i loro figli disabili in casa per vergogna, perché non hanno i mezzi per curarli, per ché non sanno a chi rivolgersi. Coloro che arrivano qui al centro ci vengono segnalati da uffici e organizzazioni preposte a questo. Aiutare il bambino vuole dire aiutare la famiglia ad accettarne la disabilità. Nel centro abbiamo una lista di attesa che varia, a seconda dei servizi, da 100 a 300 famiglie”. Per capire l’entità del servizio del Centro basta leggere i dati forniti dalla direttrice: “in 18 anni il centro ha fornito 799248 prestazioni gratuite, 644 al mese ad Amman, 448 ad Aqaba con 19 ‘opportunità di lavoro’ per adulti, e 210 nelle tre unità esterne di Zarqa, Mafraq e Anjara”.

Amman, Centro Nostra Signora della Pace (Foto Sir)

Con sguardo di amore. “Per questa sua opera disinteressata e gratuita – rivela padre Baterian – la popolazione locale guarda con occhio di amore e di gratitudine la nostra opera. Tutto ciò che facciamo è sostenere le famiglie e così facendo aiutiamo il Governo a rispondere a in qualche modo a questa emergenza. È una vera opera di promozione umana per tutto il Paese: noi non guardiamo all’etnia, al censo e alla religione. La nostra missione è rivolta ai giordani, ai rifugiati iracheni, siriani, palestinesi, a tutti. Chiunque viene da noi riceve cure, assistenza e accoglienza”. Su uno dei corridoi del Centro è appeso un enorme poster pieno di fotografie di bambini con i loro familiari. Il sacerdote lo guarda sorridente e indica dei volti, come quello di “un bambino iracheno di Mosul che venne qui con la famiglia. Era in braccio al suo papà perché aveva gravi problemi alle gambe a causa della guerra. Una gli fu amputata. Ricordo che arrivato qui riprese a sorridere e con lui anche la sua famiglia. Nel nostro Centro, in attesa di un visto per emigrare in Canada, ha seguito tutta la riabilitazione motoria. Quando arrivò il visto era già in grado di camminare. Fu per me una grande gioia vederlo uscire camminare da solo. Ha recuperato speranza e voglia di vivere trasmettendola alla sua famiglia”. Altra foto, altro ricordo: “il piccolo Abdel Aziz, affetto da sindrome di Down, segregato in casa perché la famiglia non sapeva che fare con lui. I genitori sono molto poveri e non hanno possibilità di portare il loro bambino in centri di riabilitazione. Da due anni Abdel Aziz frequenta il centro con grandi progressi. La sua famiglia guarda con più fiducia al futuro”.

Altri articoli in Mondo

Mondo