(da New York) Nell’ultimo giorno delle elezioni di Midterm, gli americani decideranno il futuro della presidenza di Joe Biden e il futuro elettorale dell’ex presidente Donald Trump, anche se il suo nome non è ufficialmente tra i candidati. Chiamati a rinnovare i 435 deputati che compongono la Camera dei Rappresentanti e un terzo del Senato, cioè 35 senatori, gli elettori statunitensi, secondo gli ultimi sondaggi, dovrebbero assegnare il Congresso ai repubblicani (Gop) e gettare nello stallo l’agenda presidenziale. Ieri Biden ha scelto di chiudere la campagna in Maryland, sottolineando i successi della sua amministrazione e i rischi per la tenuta democratica del Paese se a vincere fosse il Gop. Trump invece ha scelto l’Ohio e la sua piattaforma Truth Social per rilanciare nuovamente le accuse di risultati elettorali truccati, soprattutto in Pennsylvania, dove i due candidati si stanno giocando il seggio di senatore, con pochi punti percentuali di distanza gli uni dagli altri. Gli stati dove l’establishment democratico rischia di essere estromesso surclassato da candidati repubblicani estremisti sono Arizona, Colorado, Georgia, Nevada, New Hampshire, Nord Carolina, Ohio, Pennsylvania: soprattutto qui si sono concentrati i comizi della campagna elettorale e sabato scorso anche quelli di Biden, Obama e dello stesso Trump.
I temi. Nelle urne delle elezioni di Midterm sono entrati prepotentemente i temi dell’aborto, dell’economia in bilico, della schiavitù, della criminalità. I democratici, in particolare, hanno fatto dell’accesso all’interruzione della gravidanza un tema centrale della campagna, soprattutto dopo che la Corte Suprema ha annullato la sentenza Roe v. Wade che ha protetto a livello federale l’aborto. La parola sulla gestione di questo rilevante tema sociale è passata in mano agli Stati e saranno loro a valutare direttamente la questione. Dopo che gli elettori del Kansas hanno respinto ad agosto un tentativo di rimuovere le protezioni sull’aborto dalla loro costituzione, altri quattro Stati prenderanno in considerazione, assieme al rinnovo del Congresso, referendum per limitare l’accesso alla procedura come vogliono fare in Kentucky o stabilirlo come un diritto come si vorrebbe per California, Michigan e Vermont. Il presidente Joe Biden ha promesso di codificare Roe v. Wade per legge se gli elettori eleggeranno più senatori democratici e il partito manterrà la Camera. Ma gli americani sembrano più preoccupati per l’economia.
Secondo un sondaggio del centro di ricerca Quinnipiac, in novembre, solo il 10% degli elettori considera l’aborto la questione centrale del Midterm, mentre il 36% ha affermato che l’inflazione è il tema chiave, con le famiglie strozzate dal rialzo dei prezzi e dai segnali di una recessione sempre più imminente.
Gli elettori voteranno anche per la messa al bando della schiavitù, considerata un metodo punitivo nelle costituzioni di alcuni Stati; per l’aumento del salario minimo; per la legalizzazione della marijuana; per limitare il cambiamento climatico e modificare le leggi sull’identificazione degli elettori
I numeri. Sono 41 milioni gli elettori che hanno scelto il voto anticipato, con la Georgia che mantiene il primato, dopo le accuse di brogli intentate contro lo Stato durante le scorse presidenziali. Intanto funzionari repubblicani, di vari Stati, hanno intentato varie cause legali per rendere più complesso il voto via posta e per piccoli difetti procedurali, come l’affissione della data completa sul plico elettorale ha fatto annullare già 7.000 schede in Pennsylvania e 2.000 in Florida. Il Gop spinge al voto di persona, in modo da creare una netta separazione con i Dem orientati al voto a distanza. Tornando ai numeri sono 28 i repubblicani che potrebbero conquistare 28 seggi alla Camera; mentre saranno 36 gli Stati che eleggeranno nuovi governatori. La spesa totale per le elezioni di Midterm sarà di 16,7 miliardi, di cui 270 milioni sono stati usati per annunci pubblicitari.
Trump e l’identità del Gop. Anche se il nome dell’ex presidente non entrerà direttamente nelle urne, le elezioni di Midterm definiranno quanto semplice o in salita sarà il suo futuro all’interno del Partito Repubblicano. Trump ha scelto e sostenuto i suoi candidati, che in molte primarie hanno superato quelli selezionati dal partito.
Una loro vittoria al Congresso, sarà anche una vittoria per l’ex presidente che dovrebbe annunciare a breve la sua intenzione di ricandidarsi alla Casa Bianca, se le urne del Medio termine gli daranno ragione. Molti candidati hanno rifiutato la sua presenza per timore di un voltafaccia degli elettori; altri invece lo hanno invitato a sottolineare una scelta di campo, anche a favore del mantra di questi ultimi giorni su risultati elettorali truccati.
Alcuni sostenitori dell’ex presidente, hanno organizzato milizie armate in Arizona, appostate vicino alle buche postali dedicate al voto per corrispondenza, al fine di intimidire gli elettori. Un giudice ha proibito questi appostamenti.
La fede. La religione è diventata un tema costante della campagna elettorale 2022, con candidati e varie figure politiche che usano e invocano immagini bibliche durante i comizi e le manifestazioni, convinti che Dio sia dalla loro parte nella lotta, divinamente ispirata, contro il male. Alcuni candidati hanno promosso l’idea che gli Stati Uniti – esplicitamente fondati senza religione di Stato – dovrebbe tornare ad essere una “nazione cristiana”, soggetta ai dettami biblici e guidata da qualcuno ispirato da Dio, come Donald Trump che ha spesso dichiarato: “Siamo un movimento, un popolo, una famiglia e una nazione gloriosa sotto Dio”. In Texas, Arizona e Florida sono gli immigrati latini, il gruppo in più rapida crescita nell’elettorato Usa, che guidato dai loro pastori indirizzano il loro voto sul partito conservatore. I dati del Pew Research Center, esaminando le preferenze elettorali, hanno riscontrato che le differenze tra candidati sono valutate in base alla religione. La metà dei protestanti evangelici latini, poi, voterebbe per un candidato repubblicano alla Camera degli Stati Uniti, mentre la maggioranza dei cattolici latini (59%) e dei religiosi non affiliati (60%) voterebbe per il candidato democratico. Intanto sulla scia del movimento di Trump, “Make America Great Again” (Fare l’America nuovamente grande)”, un pastore texano ha creato il gruppo “Make America Godly Again”, cioè rendere l’America nuovamente devota.