Al giorno 9 settembre 2022, secondo il Registro unico delle indagini preliminari, “così come da altre fonti che necessitano ulteriore conferma”, risulta che dall’inizio dell’invasione della Federazione Russa in Ucraina sono morti 383 bambini e 743 sono rimasti feriti. Impossibile stabilire il numero effettivo di bambini morti e feriti a causa dei combattimenti in corso che le forze di occupazione conducono nelle città ucraine in diretta violazione del diritto alla vita e alla sicurezza dei bambini ucraini garantiti dalle Convenzioni dell’Aia e di Ginevra e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. Ad oggi, secondo i dati della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite, 5.718 civili sono stati uccisi e 8.199 sono rimasti feriti. Uccisioni della popolazione civile, bombardamenti di città pacifiche e di obiettivi civili da parte dell’esercito del paese aggressore “sono crimini di guerra e contro l’umanità ai sensi degli articoli 7 e 8 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, e una grave violazione delle norme delle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 e dei loro Protocolli aggiuntivi”. Sono solo alcuni dei numeri contenuti in un documento delle autorità competenti del governo ucraino (Ufficio del difensore civico dell’Ucraina) emersi durante un incontro on line del Forum internazionale di Azione Cattolica (Fiac) con S.B. Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev. Il documento presenta i dati ufficialmente registrati dal governo ucraino, mentre sul territorio occupato dall’esercito russo, dove ci sono combattimenti in corso, è impossibile conoscere la situazione attuale.
Distrutti 130mila edifici. 1,6 milioni di bambini a rischio fame. La situazione umanitaria in Ucraina, così come appare dal documento, è drammatica, caratterizzata da continue violazioni del diritto all’alloggio, all’assistenza sanitaria e all’istruzione a seguito della distruzione di centri abitati pacifici da parte delle truppe della Federazione Russa. Anche qui numeri impietosi raccontano la distruzione o il danneggiamento di oltre 130 mila edifici (più di 3,5 milioni di persone sono rimaste senza alloggio), di 2472 istituti di istruzione (compresi 764 scuole materne), di cui 289 istituti che non possono essere risistemati, di 903 istituzioni sanitarie (127 non possono essere risistemate), di 481 farmacie (43 non possono essere risistemate), 89 istituzioni della previdenza sociale, 511 edifici amministrativi, 205 chiese, templi, moschee, 203 edifici culturali, 391 stabilimenti e imprese, 309 ponti e attraversamenti fluviali e altri, 25 mila chilometri di strade, 1991 negozi, 27 centri commerciali, 28 depositi di petrolio, 18 aeroporti civili; 4 porti e infrastrutture portuali. Secondo l’Unicef, in Ucraina, a causa della guerra, di 3,2 milioni di bambini rimasti nelle loro case circa 1,6 milioni di bambini rischiano di vivere sull’orlo della fame e di affrontare il rischio di scarsità di cibo. Attacchi alle infrastrutture della rete idrica e interruzioni nella fornitura di energia elettrica hanno privato in Ucraina circa 1,4 milioni di persone dell’accesso all’acqua. Altri 4,6 milioni hanno un accesso limitato.
Armi proibite usate contro i civili. Il rapporto denuncia, poi, l’uso da parte della Federazione Russa di “armi proibite contro popolazione civile e obiettivi civili” e di bombardamenti contro numerosi villaggi e centri abitati (Ternovy Pody, Myrne, Lyubomyrivka, Zorya e Kotlyareve, Shyroke, Peremoha, Inhulka e Bereznehuvate). Attacchi di razzi e artiglieria proseguono su Kharkiv e Chuhuyiv dove una persona è morta. Colpiti anche i distretti di Izyum e Bohodukhiv. In totale, durante la giornata di ieri nella regione sono rimaste ferite 10 persone: 8 a Kharkiv, 1 nel distretto di Lozova, 1 nel distretto di Chuhuyiv. 5 persone sono morte (3 a Kharkiv, 1 nel distretto di Chuhuyiv, 1 nel distretto di Izyum). Le forze di occupazione russe hanno aperto il fuoco nel distretto di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk, mandandoci la loro artiglieria pesante. Di conseguenza, i cottage estivi e i fabbricati agricoli sono danneggiati. Sotto attacco anche i distretti di Pokrovsk, Kramatorsk, Bakhmut, nella regione di Donetsk e quello di Kramatorsk. Dalla regione di Zaporizhzhia nei giorni scorsi sono pervenute 28 segnalazioni della distruzione di obiettivi infrastrutturali civili a seguito dei bombardamenti delle forze di occupazione russe. Bombe anche sull’ospedale di Velyka Pysarivka. I locali sono distrutti, sette persone sono rimaste ferite. L’uso di queste armi di distruzione di massa contro la popolazione civile, viene ribadito, “è un crimine contro l’umanità e una violazione delle Convenzioni di Ginevra del 1949”.
Mobilitazione forzata, rapimenti e torture. Nel documento emergono, inoltre, violazioni del “diritto alla libertà, all’inviolabilità della persona” e di altri diritti umani fondamentali e si fa cenno a “misure di mobilitazione forzata della popolazione locale messe in atto dal nemico nella parte occupata del distretto di Chuhuyiv, nella regione di Kharkiv. Gli uomini in età di leva vengono fermati e inviati alla città occupata di Vovchansk dove si trova il cosiddetto centro di reclutamento”. La mobilitazione forzata nei territori occupati dalla Federazione Russa viola, si legge nel documento, l’articolo 51 della Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra. Essa vieta rigorosamente alla potenza occupante di costringere le persone, che si trovano sotto protezione, a prestare servizio militare nelle sue forze armate o ausiliarie. Risale al 6 settembre scorso il rapimento da parte di soldati russi armati del Segretario del consiglio comunale di Kakhovka, temporaneamente occupata, regione di Kherson, Iryna Goncharova insieme a suo marito Volodymyr Stupin. La cattura e la tortura di ostaggi, ricorda il Rapporto, “è un atto di terrorismo ai sensi della Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo e un crimine di guerra ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale”.
Deportazioni e sfollati. Altro punto evidenziato nel Documento è quello relativo alla “migrazione forzata di abitanti ucraini a seguito della guerra e deportazione forzata nella Federazione Russa”. Secondo l’Onu, a causa della guerra, 14,03 milioni di persone sono state costrette a fuggire in cerca di sicurezza. Dal 24 febbraio al 7 settembre 2022 oltre 12 milioni (12.324.430) di persone hanno varcato la frontiera dell’Ucraina. Si calcola che siano oltre 9,8 milioni ii cittadini ucraini che in questo periodo siano entrati nei paesi dell’Ue. Più di 4 milioni di ucraini hanno chiesto protezione temporanea. Dati Unhcr parlano di oltre 7,1 milioni di cittadini ucraini registrati nei paesi europei come profughi. Secondo il Ministero delle Politiche Sociali, in Ucraina sono ufficialmente registrati circa 4,5 milioni di sfollati interni. Per l’Unhcr il numero sale a 6,8 milioni. È di 7420 il numero di bambini ucraini portati con la forza in Russia o nei territori occupati. Le informazioni a riguardo sono state verificate dal National Information Bureau (Nib). Allo stesso tempo, i mass media del paese aggressore, citando le fonti nei dipartimenti militari della Federazione Russa, riferiscono che al 9 settembre nel territorio della Federazione Russa sono state deportate oltre 4 milioni di persone, tra cui 628.000 bambini. Per loro sono stati allestiti 652 centri di accoglienza temporanea che attualmente ospitano 33.000 persone. Il paese occupante – Federazione Russa – viola gravemente le disposizioni dell’articolo 49 della Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra che vieta il trasferimento forzato o la deportazione di persone dal territorio occupato.