Il Paese è travolto dalle terribili alluvioni di questi giorni. Il Sir ha intervistato il presidente della Conferenza episcopale pakistana, mons. Joseph Arshad, vescovo di Islamabad-Rawalpindi.
Come è al momento la situazione?
La situazione è drammatica. Le piogge non si fermano. In numerosi distretti c’è una situazione di emergenza, di questi circa ottanta sono praticamente distrutti. Così tanta pioggia non si vedeva da trent’anni, piogge torrenziali che hanno provocato tremende inondazioni e generato ingenti danni a uomini e cose. Il bilancio è drammatico: le vittime delle piogge sono oltre un migliaio e circa 2000 i feriti. Tra i morti oltre 300 bambini e 200 donne. Non solo. 1 milione di case è stato distrutto. Oltre 80.000 ettari di terreni agricoli sono stati devastati e oltre 3.400 chilometri di strade e 149 ponti sono stati spazzati via.
Come sta reagendo la popolazione e quali sono i disagi più grandi?
Due sono le provincie più danneggiate e più colpite: quella del Belochistan e quella di Sindh. Anche le zone del nord, le montagne sono state distrutte. Duramente colpita anche la città di Karachi. Le case dei poveri sono saltate come fuscelli.
Come si sta organizzando la Conferenza episcopale del Pakistan?
Per ora la prima emergenza è aiutare le famiglie. E poi con l’aiuto della Caritas nazionale stiamo coordinando gli aiuti per arrivare a tutte le zone colpite. Abbiamo organizzato una colletta in tutte le diocesi per sostenere chi è stato colpito dall’alluvione nella famiglia e nella casa. Tutti gli aiuti passano per la Caritas. Ora abbiamo bisogno di un aiuto che faccia fronte alle difficoltà del momento, ma la vera emergenza sarà dopo. Malattie, povertà e un aiuto per la gente che non ha più nulla. Ecco: ci stiamo organizzando per far fronte al presente, ma soprattutto per sostenere il dopo alluvione che sarà ancora più duro da superare. In tutto sono 30 milioni di persone che sono state colpite da questo disastro ecologico.
I bambini sono una categoria tra le più colpite
Sì è vero. I bambini sono tra i più colpiti, anzitutto perché privati dei loro genitori e poi perché fortemente compromessi nel futuro. Anche tornare a scuola sarà difficile. Molti edifici sono stati distrutti e altrettanti danneggiati. In Pakistan giovani e bambini sono tanti e quando si colpisce una famiglia il numero maggiore delle vittime è sempre quello dei bambini. Credo che ora almeno sette milioni di persone tra uomini donne anziani e bambini abbiano bisogno immediato di assistenza sanitaria, di cibo. Una situazione disastrosa. Come dicevo prima, inoltre, i danni all’agricoltura sono immensi. Le colture sono state distrutte e questo pregiudica e compromette il futuro della gente, delle famiglie. Non c’è settore della vita sociale che sia stato risparmiato.
Cosa possiamo fare da qui?
Anzitutto ricordarci e non dimenticare la nostra realtà, e poi se possibile effettuare qualche donazione alla Caritas affinché possiamo contribuire a risanare, passo dopo passo, questa difficile situazione