Care atlete, cari atleti,
mentre prepariamo le valigie per partire alla volta di Orano, in Algeria, per partecipare ai Giochi del Mediterraneo, voglio assicurarmi che tra la divisa della nazionale e le scarpe da ginnastica non dimentichiate di imbarcare con voi i sogni di Pace! Non sono solo i vostri… è la vostra briciola di un pane immenso, grande quanto il Mediterraneo, di cui ha bisogno questo mare e i popoli che ne ascoltano le onde.
Portalo con te questo sogno e indossalo ad ogni tua gara durante questi Giochi di Orano perché in questi dieci giorni sul Mediterraneo torni a giocare la Pace! Tu e i tuoi compagni e compagne siete allenati a guardarla come valore, insieme alla giustizia, al bene, alla bellezza, alla convivialità. Ne sperimenti ogni giorno, ad ogni gara, la profondità e la grandezza. In questi giorni, tutta la famiglia dell’Italia Team deve far giocare la Pace tra i popoli rappresentati nei Giochi, sperimentando la bellezza di vedere l’azzurro parte di una tavola di colori che renderà visibile l’unicità e preziosità di ogni terra, di ogni popolo e di ogni atleta all’interno di una comunità sportiva che non ha razza, colore di pelle, nazionalità.
In questi giorni, tu hai una bellissima possibilità! Accompagnare il Mediterraneo e la sua gente a mutare il lamento in danza. Un lamento che viene dal mare, eco di lamenti che si affacciano ad esso da ogni sponda e che – se ben tradotti – dicono tutti lo stesso bisogno: pace. Oggi, tante forze ci obbligano a volgere la nostra attenzione ai confini – per difenderli – e ce l’hanno fatta distogliere dall’orizzonte – di cui abbiamo ormai smarrito il senso. Non sembri un vuoto giro di parole. Confine e orizzonte non sono la stessa cosa.
Il nostro mare non è un confine, ma è prospettiva, orizzonte. Più che come limes, il nostro mare dovrebbe essere pensato come limen. E questo limen costituisce la nostra identità. Ed è per questo che chiamiamo il Mediterraneo mare nostrum. Appartiene a tutti, e tutti ne facciamo parte. Perché nel corso del tempo è stato proprio il mare nostrum ad insegnarci la cultura del noi e non quella dell’io. Ha educato a guardare con i propri occhi e con quelli dell’altro: occhi plurali per scorgere differenti prospettive, considerandole tutte possibili e tutte utili. Ha invitato a spingerci oltre, piuttosto che rintanarci nel nostro spazio vitale, a immaginare mondi più in là dei nostri limiti, a intraprendere viaggi, a compiere traversate senza dimenticare il punto di partenza.
In questi giorni, ad Orano, affacciandoti sulle sponde del Mediterraneo affida alle onde il tuo desiderio di Pace e durante questo tempo dei Giochi approfittane per tessere trame di fraternità. Fermati a parlare con gli atleti e le atlete degli altri Paesi, soprattutto di quelli più poveri e ascoltane la voce. Fatti segnare dentro ogni volto e ogni voce perché la tua vittoria sarà anche questa: lasciarti contaminare dai desideri, dai sogni e dalla fame degli altri! Imparerai a mettere la tua vita, la tua esperienza accanto a quella degli altri e ne scoprirai la bellezza e la responsabilità, perché scoprirai che, anche se indossi la maglia dell’Italia, fai parte di un team più largo, più universale di uomini e donne che vogliono permettere alla Pace di tornare a giocare sul Mediterraneo, partner di scambi inediti di sogni e bisogni!
E racconta in giro la bellezza di con-vivere, di allargare gli orizzonti, di accogliere e dialogare con uomini e donne di ogni dove, tornando a casa non soltanto con le foto delle tue gare e – te lo auguro – delle tue vittorie, ma soprattutto con la memoria e le emozioni di un’esperienza ed un bagaglio traboccanti di abbracci. E grazie ai tuoi racconti sicuramente anche altri, soprattutto quei ragazzi e ragazze che ti guardano come un modello, sentiranno germogliare nell’anima la fame di Pace, di Amicizia e di Solidarietà… sentendosi convocati a scendere in campo e permettere ancora alla Pace di giocare sul mare di questo tempo!
In bocca al lupo! Anzi… In braccio all’Altro! Sempre!
(*) cappellano Italia Team