Michigan, Indiana, Wisconsin, Arizona, New Hampshire e Vermont saranno gli Stati che riceveranno mille tra medici e infermieri militari per far fronte all’emergenza Covid-19, tornata a devastare gli States, alla vigilia di Natale. Il 73% dei nuovi ricoveri è riconducibile alla variante Omicron, mentre secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie e per il direttore uscente dell’Istituto nazionale di sanità, Collins, si rischia di arrivare ad un milione di nuovi contagi al giorno. Non siamo ancora ai numeri della primavera 2020, ma questa nuova ondata di casi è più difficile da gestire, perché medici e infermieri sono stanchi. Fanno i conti con la fatica di un’emergenza lunga quasi due anni. Si sono ammalati. Hanno visto morire troppi pazienti. Sono stati sopraffatti e le loro riserve emotive sono ora limitate. Spiazzata la loro empatia dalla disperazione di tornare al capezzale di troppi malati e vederli ancora una volta sconfitti dal virus. Tanti hanno scelto di lasciare e non solamente per l’obbligo di vaccinazione, ma per la necessità di una tregua dalla trincea.
“A marzo 2020, eravamo preoccupati di rimanere senza ventilatori. Ora sono gli infermieri a scarseggiare. Sfortunatamente, è molto più facile produrre un ventilatore che un’infermiera”, ha detto Craig Spencer, direttore di Medicina d’urgenza presso il New York Presbyterian/Columbia University Medical Center.
Nelle ultime settimane, i governatori di New York, Maine, New Hampshire, Indiana e Ohio hanno schierato migliaia di membri della Guardia Nazionale per supportare le strutture mediche. I direttori sanitari di nove sistemi ospedalieri del Minnesota, stanno cercando di persuadere più persone possibili a farsi vaccinare, avvertendo che le loro strutture non ce la faranno a curarli: troppi pazienti e non solo per il Covid. Tutti coloro che hanno posticipato le cure mediche sono tornati a bussare perché non ci sarà più un tempo migliore per farsi curare perché con la pandemia bisognerà convivere a lungo. E questo aggiunge pressione a strutture già al limite. Gli ospedali di Cleveland hanno riempito un’intera pagina del quotidiano locale con una sola parola: “Aiuto”.
Il presidente americano Joe Biden, parlando al Paese, ha cercato di rassicurare gli americani dicendo che pur preoccupati per Omicron, non bisogna “cadere in preda al panico” e ha annunciato l’apertura di nuovi siti per le vaccinazioni e per i test e la distribuzione gratuita di 500 milioni di test rapidi.
Biden ha insistito ancora una volta sulla responsabilità del vaccinarsi. “È gratis. È conveniente. Te lo prometto, salva vite. E io, giuro su Dio, credo che vaccinarti sia un dovere patriottico”, ha detto il presidente spiegando che la decisione di restare non vaccinati danneggia altri e rende probabile una maggiore diffusione del virus. Ha poi definito “immorale e sbagliata” la diffusione di disinformazione attraverso i social media e i media conservatori: “Queste aziende e queste personalità stanno facendo soldi spacciando bugie che possono uccidere i propri clienti e i propri sostenitori”. Quindi ha ricordato che anche Trump ha ricevuto la dose di richiamo e che grazie alla sua amministrazione e alla scienza si sono registrati progressi per i vaccini: un tentativo ulteriore di scalfire lo zoccolo duro dei sostenitori dell’ex presidente, i più restii alle vaccinazioni. I contagi, i nuovi pazienti, la fatica del personale medico non hanno scalfito lo spirito del Natale in molte strutture sanitarie del Paese, soprattutto quelle di ispirazione cristiana.
Chuck Prosper, amministratore delegato della Northwest Network di PeaceHealth, sa che “questi ultimi 20 mesi sono stati incredibilmente impegnativi per il nostro personale. Hanno dato molto di sé ed è anche per questo che abbiamo concordato di trovare modi significativi per connettersi gli uni con gli altri durante le vacanze”. Così è nato il concorso dell’Albero del dare, dove le decorazioni del tradizionale albero natalizio sono sostituite da doni che possono essere offerti a pazienti o al personale. Oppure come al St. Joseph Medical Center di Bellingham, di Washington i dipendenti stanno portando ornamenti e altre decorazioni che rappresentano il proprio patrimonio culturale o le proprie tradizioni. “Vogliamo celebrare la diversità della nostra forza lavoro. Abbiamo persone di molte religioni, etnie e culture che lavorano insieme – latini, filippini, ucraini, russi, dell’Asia orientale, e vogliamo essere sicuri che ci sia un’opportunità sia per educare alle diverse tradizioni intorno al Natale che alla celebrazione”, dichiara una nota dell’ospedale. Il presidio ha messo gli oggetti più preziosi in teche con cartelli per descrivere con precisione le diverse tradizioni e poiché anche se ristrette, le visite non sono state proibite, si spera che la mostra porti gioia sia ai visitatori che al personale. ll Bon Secours St. Mary’s Hospital di Richmond, in Virginia ha aperto, invece, un concorso ai dipendenti per rappresentare la storia del Natale: gli attori sono i figli o i nipoti del personale impiegato.
Mentre nelle chiese si allestisce una lista di cosa permesse e cose vietate durante le celebrazioni natalizie, la cattedrale di Saint Patrick a New York proprio per evitare assembramenti alla messa della notte di Natale ha istituito un sorteggio online a cui possono iscriversi i vaccinati.
In palio i posti a sedere durante la celebrazione: tutti a distanza di sicurezza e rigorosamente disinfettati. La diocesi di Filadelfia ha pubblicato delle linee guida in cui si dispensa dalle celebrazioni in presenza, visti i casi registrati e consiglia alle parrocchie di iniziare le celebrazioni della vigilia alle 16 e di evitare assembramenti per non trasformare le chiese in centri diffusori di infezioni. Infine il vicedirettore di America, Jim McDermott, offre consigli per le omelie. “Gesù è nato in una povertà radicale. La Sacra Famiglia era formata da profughi. Discutete di questi temi e non cedete alla tentazione di altro, osservando i fedeli”, chiede McDermott, invitando al realismo e alla vicinanza in questo Natale nuovamente in presenza, senza dimenticare chi è ultimo, alle frontiere che quest’anno saranno nuovamente gli ospedali.