“Sono passati 10 anni dalla crisi siriana. Siamo passati dalla guerra con i missili a un’altra più brutale: quella della fame. Il 95% della gente vive sotto la soglia di povertà”. Lo ha detto il parroco latino di Aleppo, padre Ibrahim Alsabagh, descrivendo la grave situazione in cui versa la popolazione in Siria. Parole affidate ad un video inviato anche per salutare la visita, cominciata ieri a Damasco (fino al 3 novembre), del Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, card. Leonardo Sandri. “Con gli stipendi limitati si fa fatica a comprare il pane quotidiano – racconta il francescano -. Tanti si sono pentiti di essere rimasti in Siria. E sono molti coloro che stanno pensando di cogliere l’occasione per lasciare il Paese. Le condizioni di vita qui non sono umane e temono per la fine di questa crisi che non si vede”. I bisogni della gente crescono ogni giorno di più. “L’inverno, ormai vicino, – dice padre Alsabagh – porterà molto freddo. Il gas e il gasolio sono costosi e introvabili nel Paese. I prezzi, saliti alle stelle, impediscono di acquistare beni di prima necessità”. Dal canto suo la Chiesa locale “cerca di essere vicina alla popolazione sofferente con dei progetti di emergenza per distribuire piatti caldi, vestiti, medicine e prodotti igienici ai bisognosi, grandi e piccoli”. Nonostante le difficoltà, conclude il frate, “ci stiamo preparando per l’arrivo del card. Sandri che viene per risollevare gli animi, portarci un messaggio di pace e un incoraggiamento alle comunità cristiane e a tutto il popolo siriano”.
Incontro con i vescovi. Intanto ieri il card. Sandri ha concluso la prima giornata della sua visita in Siria che lo porterà nei prossimi giorni ad Aleppo, Tartous, Homs, Yabroud e Maaloula. Nella capitale Damasco il Prefetto ha incontrato i vescovi cattolici e ha annunciato il dono della Congregazione per le Chiese Orientali, a nome di Papa Francesco, di una donazione di 10mila dollari per ogni circoscrizione cattolica del Paese, per un totale di 170mila dollari, per sostenere le situazioni di maggior bisogno individuate da ogni vescovo.
Il cardinale ha inoltre annunciato la convocazione di una Conferenza nel marzo 2022 a Damasco, con i vescovi e tutti gli operatori della carità delle singole Eparchie. Nel suo intervento il card. Sandri ha detto di portare “il saluto, la benedizione e la carezza di Papa Francesco sui volti rigati dalle lacrime”. Non sono mancati riferimenti alle conseguenze della guerra decennale che ha ridotto la Siria da “un Paese meta di pellegrinaggi di preghiera, di visite turistiche e di accoglienza” ad “un elenco di macerie e rovine, accompagnato dal numero spaventoso di coloro che hanno dovuto lasciare le loro case internamente al Paese o cercando rifugio al di fuori, nei Paesi vicini anzitutto e poi in diversi continenti. L’aria resa irrespirabile dalle bombe e dagli agenti chimici, forse ora è intossicata dall’indifferenza che sembra piombata anche negli organi di stampa sul dramma della Siria”. Il cardinale ha, tuttavia, esortato a non restare fermi ai “lamenti” ma di “pregare ed interrogarci come singoli e comunità del nostro modo di stare di fronte al presente della Siria”.
Invito al Papa. Una ventata di speranza è arrivata dal meeting nel patriarcato melkita con i giovani. Un botta e risposta tra il card. Sandri e i tanti giovani accorsi, vogliosi di far sentire la loro presenza anche nel cammino sinodale aperto nella diocesi. Il Prefetto li ha esortati ad essere protagonisti di una rivoluzione d’amore, guidati da Papa Francesco e dall’enciclica Fratelli tutti. La risposta dei giovani è stato l’invito a Papa Francesco a visitare la Siria. “Le condizioni sono ancora difficili – hanno detto il prefetto e il nunzio apostolico, card. Mario Zenari, presente all’incontro – ma non appena miglioreranno il Papa potrà considerare la proposta con gioia”.