“Carissimo Mister Sacchetti,
oggi voglio lasciare in pace almeno per un giorno gli atleti che stanno partecipando alle Olimpiadi di Tokyo2020 e rubare qualche minuto a te, allenatore di una squadra straordinaria che dall’anonimato è riuscita a uscire e a farsi un nome a livello mondiale. E la sconfitta di misura di ieri con la Francia, nazionale che vanta un accredito ormai consolidato tra le grandi del basket, non fa che dimostrare il grande salto che la nazionale italiana di basket ha fatto sotto la tua guida.
In te, oggi, voglio che giunga la nostra gratitudine agli allenatori degli atleti che in tutte le discipline hanno partecipato a queste Olimpiadi. Uomini e donne che portano sulle proprie spalle i giganti dello sport e che ne forgiano i talenti. Uomini e donne su cui oggi è bello e giusto accendere i riflettori della gratitudine, perché dietro a un campione c’è sempre un ottimo allenatore! Nel momento della vittoria di un atleta non si vede quasi mai: sul podio non sale, la medaglia non la indossa, le telecamere raramente lo inquadrano. Eppure, senza allenatore, non nasce un campione! L’allenatore è come un saggio che sa scommettere su qualcuno, ci investe del tempo, sa intravedere possibilità che nemmeno l’atleta immaginerebbe.
Quanto bisogno abbiamo di allenatori saggi! Di uomini e donne un po’ visionari, capaci di riconoscere i sentieri su cui rendere possibile il superamento del limite e della linea dell’impossibile.
Quanto bisogno abbiamo di allenatori saggi! Di uomini e donne che sappiano allenare non solo la tecnica, ma che sappiano parlare al cuore, motivare, correggere senza umiliare.
Quanto bisogno abbiamo di allenatori saggi! Di uomini e donne che sappiano riconoscere il momento in cui doversi fare da parte, accettando di dipendere dal suo atleta. Tornando, in caso di sconfitta, per metterci la faccia.
Mister Sacchetti, beati i giocatori di basket che, nel loro percorso sportivo, hanno incontrato un allenatore come te! Vorrei augurare a tutti di avere la stessa fortuna. E vorrei che tu parlassi a tutti gli allenatori e allenatrici del mondo, per chiedere loro di non smettere di portare sulle spalle dei giganti, perché ne siete il fondamento!Mister Sacchetti, se puoi apri presto una scuola per allenatori e allenatrici che imparino le tue stesse doti! Ne abbiamo bisogno… e ci auguriamo di incontrarne tutti uno (non solo nello sport) che abbia la saggezza del sentirsi non padrone, ma servo… capace, cioè, di sentire la bellezza della sua vita che serve alla vita del campione per permettergli di tenersi “a testa alta”, dando il massimo e, soprattutto, dando il meglio, sempre!”.
(*) direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport
Cappellano della squadra italiana