Ci sarà anche lei alle urne del 3 novembre. Darnella Frazier, ha compiuto 18 anni e potrà dire la sua. Per molti Darnella è sconosciuta ma è invece molto noto il video girato con il suo cellulare che mostra la morte di George Floyd, l’afroamericano soffocato dal ginocchio di un poliziotto bianco a Minneapolis. Quegli 8′ e 46” hanno cambiato il Paese e scatenato proteste pacifiche e, a volte violente, contro l’ingiustizia razziale in tutti gli Usa. Danella aveva 17 anni, il 25 maggio, giorno della morte di Floyd, ma ora maggiorenne è stata insignita per il suo coraggio, anche di un premio da parte dell’associazione per i diritti umani PEN. Darnella è stata decisiva in quel tragico frangente e decisivi saranno i suoi coetanei che hanno già votato o voteranno il 46° presidente degli Stati Uniti.
Secondo i risultati di un sondaggio condotto dal centro di ricerche di Harvard, l’affluenza alle urne dei giovani, di età compresa tra i 18 ei 29 anni, potrebbe raggiungere numeri storici nelle elezioni del 2020, con preferenze molto chiare: il 63% degli intervistati ha detto che voterà per Biden rispetto ad un 25% di pro-Trump.
L’entusiasmo per il voto nel 2020 è alla pari a quello del 2008, un’elezione storica per l’affluenza giovanile quando Barack Obama fu eletto alla Casa Bianca, avendo dalla sua anche il Congresso, mentre nel 2016, secondo i dati dell’Ufficio censimento degli Stati Uniti, solo il 43% dei cittadini di età compresa tra i 18 ei 24 anni ha votato rispetto al 61,4% degli aventi diritto. I giovani avevano inizialmente sostenuto Biden per la forte antipatia verso Trump, ma nel corso dei mesi il sentimento è cambiato soprattutto quando si è cominciato a parlare di politiche che avrebbero avuto un impatto sui prestiti universitari e sulle decisioni degli stati in termini di salute mentale e di risposta alla pandemia che sta mettendo in discussione tante scelte di futuro. La spinta al voto dei giovani arriva anche dal sito dei sopravvissuti alle sparatorie nelle scuole “March for our life – In marcia per le nostre vite” che hanno previsto sessioni informative sulle modalità di votazione e un giuramento di voto per far sì che avanzino i progetti di prevenzione della violenza armata, e si lavori anche su temi che si intrecciano alla violenza e cioè ingiustizia razziale, immigrazione, assistenza sanitaria e disuguaglianza economica. “Se i giovani votano, possiamo cambiare le elezioni e il futuro”, scrivono sulla loro homepage.