“Il Covid-19 ha fermato i pellegrinaggi in Terra Santa. Questo ha messo in grande difficoltà economica e sociale tutte le famiglie che vivevano in particolare di turismo, soprattutto nei Territori Palestinesi. Le famiglie i cui figli frequentano le scuole francescane (Terra Santa School), in particolare a Betlemme e Gerico, sono in difficoltà a pagare la retta scolastica. Aiutandole sosteniamo il diritto allo studio di questi ragazzi”.
Risale solo a pochi giorni fa l’appello del Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, a sostenere le 15 scuole della Custodia in Terra Santa, in particolare quelle palestinesi di Betlemme e Gerico. Sono circa 10 mila gli studenti, dalla scuola materna alla maturità, cristiani di tutte le chiese e musulmani, che ogni giorno “crescono insieme nelle aule delle nostre scuole, che non sono solo di qualità per l’educazione e la formazione offerte, ma sono vere e proprie palestre di convivenza, laboratori di pace fondamentali per i giovani di Terra Santa che vivono in mezzo a tensioni e conflitti”. Un appello fatto proprio anche da padre Mario Hadchiti, parroco della piccola – solo 500 fedeli – parrocchia del Buon Pastore di Gerico, centro di antica tradizione biblica, posto lungo le pendici orientali dell’altopiano di Giudea, a circa 20 Km da Gerusalemme e a 8 km. dal Mar Morto. Gerico è la città le cui mura caddero al suono delle trombe di Giosuè (1200 a.C.), è il luogo evangelico dove Cristo guarì il cieco Bartimeo e conobbe il ricco capo dei pubblicani nonché esattore delle tasse, Zaccheo. Quest’ultimo, tanto piccolo di statura quanto curioso, salì su un sicomoro per vedere Cristo che passava tra la folla. Notata la sua presenza tra i rami, Gesù lo chiamò per incontrarlo dandogli quel ‘credito’ che da esattore non aveva mai voluto concedere a nessuno del popolo.
Crisi e pandemia. Padre Mario è anche il direttore della Scuola di Terra Santa, l’unica cristiana locale, frequentata da circa 900 studenti, in larghissima maggioranza musulmani. Le classi “sono miste” e vanno dalla Materna alle Superiori.
“Siamo la porta della Valle del Giordano di cui tanto si parla in questo periodo per via del progetto di annessione unilaterale da parte di Israele, insieme ad altre parti della Cisgiordania” spiega al Sir il frate, preoccupato per i possibili sviluppi anche nella area di Gerico che, sebbene posta in “zona A” quindi sotto l’Autorità palestinese, è circondata da zone controllate da Israele (“zona C”). Situazione che crea molti problemi di comunicazione con il resto dei territori palestinesi e limitazioni alla mobilità dei suoi 40mila abitanti, per la presenza di check point israeliani.
“Viviamo in una zona disagiata – dichiara padre Mario – e adesso con il Covid-19 lo è ancora di più. La pandemia, infatti, ha azzerato l’economia di Gerico che si basa su turismo, pellegrinaggi e agricoltura. Danni anche all’indotto: artigianato, servizi, ristoranti, alberghi, siti produttivi agricoli che li rifornivano. Tanti capofamiglia sono rimasti disoccupati”.
Ed è da qui che cominciano i problemi anche per la scuola di Gerico. “Senza lavoro – dice il direttore – le famiglie non possono pagare la retta che è già molto bassa, circa 600 euro l’anno. Gli aiuti che ci arrivano dalla Custodia di Terra Santa non sono sufficienti a coprire i bisogni. Abbiamo, tra docenti, amministrativi e operai, 75 dipendenti le cui famiglie ora sono in grave difficoltà. In questi ultimi 5 anni non abbiamo mai aumentato la retta per dare modo a più famiglie di iscrivere i loro figli nella scuola, ma adesso abbiamo bisogno di aiuto. Speriamo che il Covid-19 allenti la sua morsa in Israele e Palestina, ci sono stati, infatti, nuovi contagi. Solo un miglioramento della situazione permetterà ai pellegrini di tornare e di far ripartire l’economia”.
Insegnare la Bellezza. La crisi della scuola è un’altra faccia di quella sociale ed economica di Gerico. Un’ulteriore perdita per tutta la zona alla luce, spiega padre Mario, “dell’alto livello di istruzione e formazione che offriamo sui nostri banchi. Tante famiglie sognano un riscatto per i loro figli grazie alla nostra istruzione. La parola che connota la Terra Santa School di Gerico è ‘bellezza’ – sottolinea il direttore -.
La bellezza suscita responsabilità e partecipazione.
Insegniamo ai nostri alunni a cercarla in ogni cosa che vedono e fanno, a partire dalla cura di loro stessi”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: dalla scuola sono usciti futuri ingegneri, avvocati, poliziotti, informatici, medici, tanti giovani specializzati”.
“Nelle nostre aule abbiamo bandito parole come ‘difficile’ e ‘impossibile’ che pure accompagnano la dura vita di tanti nostri studenti – ammette padre Mario -. Noi insegniamo loro che non esistono cose difficili o impossibili ma solo cose che necessitano di un impegno maggiore, di sacrificio e di più tempo per ottenerle. Dire ‘difficile’ blocca. In questo periodo lo stiamo verificando con maggiore concretezza”.
La scuola come il sicomoro. “Non abbiamo aperto la scuola per ottenere un guadagno – precisa senza troppi giri di parole padre Mario – ma per offrire, in spirito francescano, un servizio alla popolazione formandone i giovani, educandoli alla pace, alla tolleranza, al rispetto dei diritti e della dignità umana. Che in una terra di conflitto come questa sono valori necessari. Cerchiamo di educare i nostri studenti aiutandoli ad elevarsi, così come fece Zaccheo che per vedere Gesù salì sul sicomoro.
Ecco – conclude padre Mario – la nostra scuola vuole essere per loro quello che il sicomoro fu per Zaccheo: uno strumento per elevarsi e aprirsi a nuovi orizzonti e incontrare il Bello e il Buono”.