Tokyo – Il Giappone dovrà attendere il 6 maggio, la fine della settimana di vacanza tanto attesa dai giapponesi e chiamata Golden Week, per sapere se il governo Abe prolungherà o meno lo stato di emergenza ormai in vigore da tre settimane su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo principale di diminuire dell’80% i contatti tra le persone.
Anche la comunità cattolica del Sol Levante è in attesa della decisione delle autorità governative ed i vescovi, da parte loro, valuteranno dopo tale data il da farsi in relazione alla ripresa delle liturgie eucaristiche.
Il presidente della Conferenza episcopale Giapponese Joseph Sanmei Takami arcivescovo dell’arcidiocesi di Nagasaki ha sentito l’esigenza di rivolgersi ai fedeli ed al clero per esprimere i suoi sentimenti in questa situazione di incertezza e di precarietà.
Nella premessa al documento dal titolo “Nel mezzo della diffusione del nuovo coronavirus” pubblicato nel mese di aprile sul sito ufficiale della Cbcj (Catholic bishops conference of Japan), l’arcivescovo Takami si esprime quindi con queste parole: “Desidero condividere con tutta la Chiesa del Giappone alcune riflessioni di fronte all’espandersi in tutto il mondo del contagio del nuovo coronavirus” per poi articolare il suo pensiero in quattro punti: preghiera, capacità e fragilità dell’uomo, la vita spirituale dei credenti, i comportamenti da tenere come cittadini.Il documento si apre con la “Preghiera per le sofferenze del mondo causate dal nuovo coronavirus” che i vescovi giapponesi hanno predisposto per invocare in questo tempo particolare l’aiuto di Dio di fronte al nuovo coronavirus definito dall’arcivescovo “un’epidemia globale e una minaccia di morte che non ha precedenti e che supera la Sars del 2002 e la Mers del 2012”.
Nel secondo punto delle sue riflessioni il presidente della Conferenza episcopale nipponica pone l’attenzione sul fatto che “gli esseri umani hanno sfruttato al massimo l’intelligenza ricevuta in dono, sviluppando scienza, tecnologia e in particolare medicina. Tuttavia, le persone di tutto il mondo sono oggi spaventate di fronte alla minaccia del virus e stanno lottando per cercare di prevenirne la diffusione e sconfiggerlo al più presto possibile”. Di fronte a questa realtà sottolinea che
è necessario riscoprire la centralità della fiducia in Dio.
“Noi esseri umani siamo amati da Dio, creati a Sua immagine, con la missione di governare tutta la creazione. Ma siamo anche come polvere, come erba nel campo, come un soffio e come ombra che scompare. Per questo occorre mantenere nei nostri cuori la consapevolezza che non possiamo fare nulla se ci separiamo da Cristo e che uniti a Lui potremo continuare a fidarci di Dio senza paura di nulla e conservare la speranza della salvezza”.
L’arcivescovo di Nagasaki nel terzo punto del documento invita a considerare come la situazione attuale possa rivelarsi una opportunità per guardare in profondità alla propria vita spirituale e se, da una parte, lo stile di vita inconsueto e le limitazioni a cui siamo costretti ci stanno aiutando umanamente facendoci scoprire e recuperare nuovi o dimenticati sentimenti “sul nostro rapporto con gli altri e con la natura”, da un’altra, questo stesso contesto, ci sollecita a riconsiderare anche la nostra vita spirituale e la nostra fede: “Qualcuno di noi a seguito della sospensione della Messa domenicale – rileva monsignor Takami – sta forse riflettendo sul senso della Eucaristia provando un senso di gioia e gratitudine per questo dono”, e richiamandosi a vari passi delle Sacre Scritture per descriverne la realtà profonda, incoraggia, d’altro canto, ad accettare la volontà di Dio in questo tempo in cui le celebrazioni domenicali possono essere cancellate o limitate. Il documento, avviandosi alla conclusione di questo terzo aspetto, sollecita i credenti ad esercitare la compassione e la condivisione, mettendo in guardia dal pensare solo alla sicurezza della propria vita e mette in evidenza che proprio la riflessione sull’Eucarestia si ricorda che “Siamo tutti uniti in Cristo che è Uno con noi, in modo tale che proprio come Lui possiamo avvicinarci agli altri con amore e misericordia”. A conclusione l’appello ad essere sensibili, proprio in una situazione come quella odierna, alla vita degli altri, ad adottare comportamenti conseguenti ed a pregare gli uni per gli altri.
Nell’ultimo punto il documento si limita a richiamare alcune misure di prevenzione che tutti i cittadini sono chiamati a rispettare per la propria e l’altrui sicurezza. Un consiglio particolare però per il lavaggio delle mani per evitare di farlo frettolosamente “Lavatevi le mani con cura e mentre lo fate recitate un Padre Nostro una Ave Maria e un Gloria!”.