Dietro la foto delle centinaia di senza tetto nel parcheggio del Cashman Center di Las Vegas c’è l’inasprimento di una crisi sociale che il Covid-19 ha fatto emergere in maniera drammatica e il caos nella catena di distribuzione degli aiuti che in questi giorni gli Stati Uniti stanno sperimentando a più livelli. Le decine di persone sdraiate sull’asfalto fino a due giorni fa erano ospiti della struttura della Caritas cittadina. Poi uno di loro è risultato positivo al Coronavirus e sono scattate le misure di sicurezza previste dal governo per evitare il diffondersi del contagio: chiusura della struttura. Misura che, in automatico, si è trasformata nel far finire per strada per tutti quelli che qui avevano un rifugio sicuro.
La città ha distribuito 8mila metri quadrati di moquette per creare materassini per tutti e ben 50 volontari hanno ricoperto il parcheggio designato con il tessuto soffice, ma dopo che gli agenti di sicurezza hanno constatato l’impossibilità di assicurare una corretta disinfestazione, si è tornati all’asfalto. In questo momento sono 177 le persone che dalle sei della sera, alle 8 del mattino, occupano i posti macchina, mentre nella città dei casinò chiusi e delle luci spente, centinaia di hotel sono totalmente vuoti. Alle critiche feroci giunte al primo cittadino sui social media per uno scandalo che ha varcato i confini dello stato, il portavoce David Riggleman ha risposto che si sono trovati nell’impossibilità di gestire l’emergenza anche perchè la pandemia non è stata accompagnata da piani di risposta sociale adeguati.
“Tutto il nostro sistema economico è stato travolto”, ha spiegato Riggleman, sottolineando che la chiusura di casinò, ristoranti e luoghi di ritrovo ha gettato in strada non solo i senzatetto ma migliaia di lavoratori, generando una crisi sociale acuta in tutta la zona.
Mentre il parcheggio del Cashman center è stato utilizzato per gli homeless, la struttura in cemento è stata trasformata in ospedale d’emergenza per le decine di persone contagiate che non trovano più posto nelle strutture sanitarie locali. La Caritas sta facendo del suo meglio per garantire la riapertura del Centro, ma le distanze sociali imposte dalla pandemia non consentiranno di ospitare lo stesso numero di senzatetto e quindi andrà trovata un’altra soluzione.
Intanto il vescovo di Las Vegas, George Leo Thomas in questi giorni sta continuando a visitare tutti i centri di assistenza presenti nella diocesi, unendosi alle decine di volontari che distribuiscono pasti confezionati non solo agli homeless ma alle decine di famiglie affette dalla crisi economica generata dal Covid-19.
“Sono stato profondamente commosso dal coraggio, dalla compassione e dalla creatività del nostro personale e dei nostri volontari, che sono rimasti in prima linea sin dall’inizio della pandemia” ha dichiarato il vescovo, consapevole dei disagi in cui stanno incorrendo non solo i senzatetto ma tutti i poveri della sua diocesi.
La Caritas cattolica è il maggiore fornitore di pasti dello stato del Nevada e grazie alla sponsorizzazione di un resort locale, in queste ultime due settimane, è riuscita a garantire che ogni giorno mille persone siano state sufficientemente nutrite.
Salutando gli ospiti in fila, molti senza tetto o in sedia a rotelle secondo le prescrizioni sanitarie richieste, il vescovo ha confessato la sua commozione per la gratitudine espressa da ciascuno, dalla dignità e dalla compostezza con cui tutti, in fila, attendevano non solo il cibo ma anche una parola di conforto.
“Tra gli eroi nascosti nella nostra comunità – ha continuato monsignor Thomas – ci sono tutti quelli hanno permesso al programma Meals on wheels (Pasti sulle ruote) di continuare. I dirigenti Caritas e i volontari sono stati a dir poco straordinari in questi giorni difficili. Abbiamo dei santi che camminano in mezzo a noi!”.