In questo primo giorno di dicembre, prima domenica dell’Avvento 2024, molti sono i temi di riflessione che potrebbero interessarci; soprattutto nella prospettiva della speranza, di cui un po’ tutti abbiamo… disperato bisogno, in un momento difficile della storia (come, del resto, in tanti altri momenti difficili di cui è costellata la storia passata o trapassata dell’umanità).
Forse, a volte, si preferisce la distrazione – come può avvenire in queste settimane di preparativi pre-natalizi pre-anticipati… – anziché la riflessione che può generare ulteriori preoccupazioni.
Da Baku qualche speranza sull’impegno a favore della tutela del pianeta, anche solo per il fatto che la Cop29 non è naufragata del tutto: un piccolo passo quello dei 300 miliardi annui concordati – più dei 100 di prima, ma ben meno dei 1300 necessari – da parte dei “paesi ricchi” in supporto ai “paesi in via di sviluppo” (tra cui perfino ancora la Cina, più vasta economia e maggiore inquinatrice del pianeta; ma concederà, con altri colleghi ex-paesi in via di sviluppo, “contributi volontari”!…).
Qualche speranza dal Libano con l’annuncio di una tregua tra Israele ed Hezbollah, ormai stremato…; ma continua la tragedia nella striscia di Gaza. Come continua la mattanza in Ucraina, dove la speranza non muore, ma sembra in continua agonia con le mosse spericolate e le oscure minacce del “pazzo” del Cremlino. Più che di “speranza”, infatti, in giro c’è un crescente “bisogno di speranza”. Bisogno di speranza, per venire a noi, nel mondo della pesca locale e nazionale, che sabato scorso ha incontrato Papa Francesco, il quale ha riconosciuto il ruolo importante dei pescatori, anche nella nuova visione e veste di “guardiani del mare”, ma non ha potuto non rilevarne le difficoltà incalzanti che deve affrontare, come sanno bene le nostre marinerie clodiense e polesana. Bisogno di speranza nel mondo della scuola che, tra incongruenze e proteste, fatica ad essere quello che dovrebbe, cioè palestra di vita e di crescita umana e culturale.
Nel mondo della sanità, dove l’impegno ammirabile di non pochi addetti è costretto a fare i conti con la permanente scarsità di risorse e il bisogno crescente di cure, e persino con assurde aggressioni che vanno ripetendosi anche nella nostra regione (Chioggia, purtroppo, non fa eccezione). Nella Chiesa, per volgere lo sguardo alle nostre comunità cristiane, dove il cammino sinodale cerca strade nuove di dialogo con il mondo, ma dove, ad esempio, non si trova ancora una strada efficace per un autentico cammino di iniziazione cristiana delle nuove generazioni. Potremmo aggiungere – per saltare in tutt’altro campo, molto più “ameno”, si potrebbe dire, ma non insignificante – nel mondo dello sport, con il calcio nazionale afflitto da mali che si aggravano anziché guarire o con il calcio locale che ansima per mantenersi a galla; senza dire della scarsità o inadeguatezza delle strutture sportive di cui si sente l’urgenza, con qualche tentativo di rilancio, un po’ ovunque. E, per spaziare in altro campo ancora – in questa sorta di volo d’uccello -, c’è bisogno di speranza nel mondo politico, che potrebbe sembrare a sé stante, ma riguarda invece tutti.
Basti pensare alle laboriosissime manovre per mettere in piedi un governo nell’Ue, la quale a volte sembra non sapere che pesci pigliare, non comprendendo il suo posto in un mondo in continua evoluzione. O si può pensare anche alle recenti vicende di un ex-movimento italiano, divenuto ora a pieno titolo “partito”, che a sua volta aveva suscitato fin troppe speranze proprio in quella fetta di delusi dalla democrazia (arrivati adesso a superare il 50%) e che si ritrova con un pugno di mosche (percentuali elettorali risibili), impigliato in una farsesca lotta di potere tra l’Elevato e l’Avvocato del popolo, con la speranza di… salvare il salvabile. Bisogno di speranza anche in ciascuno di noi, partecipi diretti o indiretti di questo mondo – ecclesiale, sociale, politico, economico, culturale, sportivo, scientifico, geografico, militare… – in continuo indecifrabile fermento, e ciascuno con i suoi problemi quotidiani, personali o familiari. Il mondo certamente non ci salverà. Ma continuiamo a sperare che Qualcuno potrà salvarlo.