G7 Inclusione e Disabilità. Versace: “Assisi ha acceso i riflettori, ora manteniamoli accesi”

Si è svolto, dal 14 al 16 ottobre tra Assisi e Solfagnano, il G7 Inclusione e Disabilità, voluto dal ministro per le disabilità del governo italiano Alessandra Locatelli.  Il summit si è concluso con la firma della Carta di Solfagnano, che impegna i Paesi del G7 a sostenere politiche concrete di inclusione e di valorizzazione delle persone. Il Sir ha fatto il punto sui lavori con Giusy Versace, atleta paralimpica, senatrice e presidente del gruppo interparlamentare per le disabilità.

(Foto Ministero per le disabilità)

“Un evento sicuramente unico, con una rilevanza mediatica e simbolica importante: per la prima volta, i ministri degli Stati del G7 si sono riuniti per parlare esclusivamente di disabilità e inclusione. Lo hanno fatto in Italia, nella città di Francesco d’Assisi che è punto di riferimento morale e spirituale per milioni di donne e uomini nel mondo. É stata l’opportunità di accendere un faro sui temi della disabilità e inclusione, questioni che non si possono affrontare se non insieme, con l’impegni di tutti. Ora questo faro va mantenuto acceso.”

(Foto G.V.)

É quanto ha dichiarato al Sir Giusy Versace, atleta paralimpica, senatrice e presidente del gruppo interparlamentare per le disabilità, a pochissimi giorni dalla conclusione del G7 Inclusione e Disabilità svoltosi tra Assisi e Solfagnano (dal 14 al 16 ottobre), voluto dal ministro per le disabilità del governo italiano Alessandra Locatelli, e sostenuto dai ministri che si occupano di disabilità di tutti i Paesi partecipanti.  Il summit si è concluso con la firma della Carta di Solfagnano, che mette nero su bianco le 8 priorità sulle quali i Paesi G7 si impegnano ad agire e a sostenere politiche concrete di inclusione e di valorizzazione delle persone. Una delegazione dei ministri del G7, guidata dal ministro Locatelli, è stata ricevuta da Papa Francesco nella mattinata del 16 ottobre.

Disabilità non è un mondo a parte. Per la parlamentare, prima atleta italiana a correre con amputazione bilaterale, “Assisi è stata l’opportunità di far conoscere e mettere insieme visioni, programmi, testimonianze di persone, come quelle che tutti abbiamo potuto ascoltare nell’evento di apertura sul sagrato della basilica. Il mondo intero ha visto che

la disabilità non è un mondo a parte,

ma è parte integrante e attiva del mondo”. Il 22 agosto del 2005, durante una trasferta di lavoro, Giusy Versace ha un terribile incidente automobilistico sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nel quale perde entrambe le gambe. Da quel momento, due cammini si sono intrecciati nella vita di Giusy: la sua battaglia personale per rinascere e l’impegno per testimoniare alle persone con disabilità e a tutta la società che è possibile trasformare il limite in opportunità.

Foto Calvarese/SIR

“In venti anni, il mondo si è trasformato – racconta Giusy – c’è una maggiore consapevolezza, i nuovi mezzi di comunicazione hanno certamente aiutato a conoscere una realtà, come quello dello sport paraolimpico, che fino a qualche anno fa era poco conosciuta. La scommessa sullo sport è servita a me stessa per scoprire una Giusy più forte e consapevole e, al tempo stesso, per far scoprire a tante persone con disabilità delle possibilità che neppure immaginavano”.

Disabilità tema trasversale. Sull’intergruppo parlamentare per le disabilità, di cui è presidente e portavoce, la parlamentare sottolinea come lo scopo sia quello “di rendere i temi sulle disabilità e l’inclusione più trasversali possibile, aprendo il dialogo con le associazioni e le realtà sul campo per migliorare le leggi e la qualità dei servizi.” Tanti le questioni aperte, dai piani per l’abbattimento delle barriere architettoniche “rispetto al quale tanti Comuni sono ancora indietro” alla legge sul “dopo di Noi”  attuata a macchia di leopardo dalle Regioni.

Le priorità. La senatrice indica tra le priorità “l’aggiornamento sostanziale dei Lea, Livelli essenziali di assistenza, e del nomenclatore tariffario. La scienza ha fatto passi avanti enormi per mettere a disposizione delle persone con disabilità ausili e protesi di tecnologia avanzata, che potrebbero consentire ai ragazzi con disabilità di praticare sport, ma lo Stato oggi non copre queste spese.” Una parola, ‘inclusione’, che rischia di rimanere impantanata non tanto per mancanza di leggi adeguate quanto per una macchina burocratica che, a livello territoriale, non dà risposte. La Versace cita il fondo sperimentale per l’acquisto di ausili, ortesi e protesi a tecnologia avanzata per l’attività motoria e sportiva per il triennio 2023-2025 “approvato all’unanimità dal Parlamento, su mia proposta. Si tratta di un fondo di cinque milioni, ripartiti tra tutte le Regioni. Ad oggi meno della metà di questi fondi sono stati spesi.”

(foto Comitato Italiano Paralimpico)

Prima ancor che un obiettivo finale da raggiungere, l’inclusione passa attraverso un metodo “che richiede dialogo interistituzionale a tutti i livelli, la formazione del personale delle macchine amministrative locali rispetto a questi temi.”

Carta di Solfagnano. Bene la Carta di Solfagnano “che indica una direzione da seguire”, ma ora va attuata. E la strada, per la senatrice, è sempre quella della collaborazione:

“una società inclusiva si costruisce con il contributo di tutti. Anche i singoli cittadini devono fare la loro parte. Tutto può essere attuato se c’è la volontà sinergica di fare. Una società inclusiva è, anzitutto, una società gentile.” 

 

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