Il feretro, con appoggiata sopra la toga e l’ermellino, posata ai piedi degli scranni dove, in aula magna, siede il senato universitario per i momenti più solenni della vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La cui comunità si stringe intorno a chi ne è stato alla guida per 12 anni, il rettore Franco Anelli, tragicamente scomparso giovedì 23 maggio. Venerdì 31 maggio si svolge in mattinata a Milano la preghiera di suffragio, per cui siedono accanto l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, l’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo, monsignor Claudio Giuliodori. Nel pomeriggio le esequie a Piacenza. C’è emozione: più di una lacrima sui volti degli studenti, ma anche dei docenti, di chi ha avuto in Anelli un rettore, un collega, e forse soprattutto un amico, come emerge dai diversi interventi; tutti dicono ancora, per intero, uno sgomento che non passa con il trascorrere dei giorni. In aula magna ci sono i rappresentanti delle istituzioni, a partire dal sindaco di Milano, Beppe Sala, il prefetto e il questore della città, le cariche militari, rettori emeriti e in carica delle università milanesi, il predecessore di Anelli come magnifico rettore Lorenzo Ornaghi, volti noti della finanza e del mondo bancario. Quando, a conclusione della preghiera e della commemorazione a più voci, la bara esce dall’aula, portata a spalla, un lungo applauso la saluta, prima dell’ultimo viaggio verso Piacenza dove Anelli era nato 61 anni fa.
Mons. Delpini: “ereditare il bene”. “In questo momento di preghiera professiamo la fede e chiediamo di passare dall’enigma al mistero”, ha affermato mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo, durante la preghiera di suffragio. “L’enigma è l’incomprensibile che sconcerta, il non trovare spiegazioni nonostante il cercare, l’immaginare, lo speculare; l’enigma è lo smarrirsi di un pensiero troppo semplice, banale, intrappolato nel meccanismo di causa-effetto”. Mons. Delpini ha proseguito: “Ci sia data la grazia di passare al mistero, quel modo di comprendere che si lascia illuminare da una sapienza che viene da Dio. Il mistero è quel vedere con gli occhi della fede che il Cristo crocifisso visita anche gli abissi più profondi, entra anche nel buio più impenetrabile, nella solitudine più irraggiungibile, e tende la mano e strappa dalla morte e abbraccia con quell’affetto commovente che si chiama misericordia”. “Chiediamo di passare dall’inquietudine verso il futuro alla assunzione di responsabilità. L’interruzione tragica della presenza del prof. Anelli, per anni protagonista della vita della nostra università, determinante per scelte di persone e strategie, può generare un senso di inquietudine sul futuro. Chiediamo la grazia – ha specificato mons. Delpini – di passare all’assunzione di responsabilità perché ciascuno si metta di impegno per servire il bene della comunità universitaria, ciascuno offra il suo contributo di pensiero e di disponibilità, perché si scriva una storia che erediti tutto il bene e che si avvii su nuovi cammini, per nuovi climi e narrazioni persuasive”.
Card. Zuppi: “vocazione all’università”. Il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, ha portato il saluto della Chiesa italiana: “Siamo tutti colpiti dalla sua tragica scomparsa. Le parole appaiono parziali, insufficienti e lasciano spazio alla preghiera, al rispettoso silenzio e alla intima riflessione. […] Il rettore magnifico ha vissuto intensamente la vocazione dell’Università Cattolica, che coltiva la passione per l’uomo e la sua piena realizzazione, l’impegno perché ogni persona possa diventare protagonista all’interno della società, sempre attenta al bene comune”. La Cattolica, “secondo lo spirito dei suoi fondatori, vuole assicurare una presenza nel mondo universitario e culturale di persone impegnate a capire e affrontare alla luce del messaggio cristiano e dei principi morali, i segni dei tempi, i problemi della società e della cultura”. Il porporato ha quindi dichiarato: “Il professor Anelli si è dedicato agli studenti, tutti, che ha sentito ‘suoi’. Questa dedizione, caratteristica brillante della sua vita, emerge anche dai messaggi pieni di gratitudine che voi, studenti e studentesse, avete lasciato in questi giorni e che avete dedicato al magnifico rettore”.
Cocconcelli: propensione al futuro. “Caro Franco, i messaggi di vicinanza che ci giungono in questi giorni da tutto il mondo, testimoniano la perdita di un uomo straordinario e di un grande intellettuale, mentre io perdo un amico affettuoso”. Lo ha detto durante la preghiera di suffragio per il rettore dell’Università Cattolica, il pro-rettore vicario, Pier Sandro Cocconcelli. “Il rettore Anelli da studioso appassionato era realmente convinto che al centro dell’azione universitaria ci debba essere lo studente. Davanti alla sua morte siamo rimasti sgomenti e stupiti: ora, dal nostro dolore, dobbiamo rinnovare le ragioni per proseguire con un nuovo slancio nel ricordo di un rettore generoso e lungimirante. Come ci ha ricordato lui stesso pochi mesi fa, non è il passato ma la propensione al futuro ciò che rende l’università un’istituzione sociale”.
Nusiner, “capacità di visione”. “Un uomo capace di immaginare il futuro ma, nello stesso tempo, di ritornare al presente per dare concretezza a quei sogni e a quei progetti immaginati con una straordinaria capacità di trasformare in azioni le visioni”. È l’ultimo saluto commosso che il direttore generale dell’Università Cattolica, Paolo Nusiner, ha voluto tributare all’amico Franco Anelli. Una capacità di visione che, ha scandito Nusiner, “abbiamo potuto sperimentare con lo sviluppo del progetto della Caserma Garibaldi che il rettore Anelli ha ‘visto’ come campus urbano (così lo aveva definito in apertura dell’anno accademico 2023-2024) e come grande luogo di comunità per un ateneo aperto e capace di rendere vivo, con la presenza dei giovani, il cuore stesso della città di Milano”. Senza dimenticare “lo sviluppo della Fondazione Policlinico Gemelli”. “L’Università Cattolica non è mai stata per lui solo un luogo di lavoro, ma di incontro, di relazioni e attento in particolare agli studenti”. Il momento di preghiera si è poi concluso con l’intervento di una studentessa, Elisabetta Del Campo, che, commossa, ha parlato di “speranza anche di fronte a un evento che ci interroga e ci supera”.
Mons. Giuliodori: esempi da seguire. Nel pomeriggio si sono svolti i funerali nella cattedrale di Piacenza. “Una settimana fa siamo rimasti tutti attoniti e sconvolti nell’apprendere la notizia della morte improvvisa e tragica di Franco Anelli, figura insigne dal punto di vista accademico e stimato rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore”, ha affermato nell’omelia mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’ateneo. “In questi giorni il nostro animo è stato affranto dal dolore e tante domande hanno agitato il nostro cuore e la nostra mente. Non possiamo nascondere il turbamento per una vita che si è spezzata in modo così drammatico, ma siamo consapevoli che ci sono soglie che non sono valicabili e di fronte alle quali dobbiamo assumere l’atteggiamento più consono e appropriato”. Mons. Giuliodori ha osservato: “Di fronte a tutto questo potremmo essere umanamente sopraffatti dallo smarrimento e dallo sconcerto, ma siamo qui perché ci è data la grazia di poter vedere e considerare le cose da un altro punto di vista che non cancella il dramma umano ma lo inserisce in un orizzonte infinitamente più grande che è quello spalancato dalla fede in colui che ci ha detto: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno’. Ed è nell’incontro con il Risorto che anche noi vogliamo leggere questa vicenda e accomiatarci, per quanto possibile, con cuore sereno e animo fiducioso dal carissimo Franco sapendo che è nelle mani di Dio e che nulla potrà più allontanarlo dall’abbraccio della sua infinita misericordia”. Giuliodori ha commentato le letture della messa, per poi concludere che “l’ateneo proseguirà come e più di prima la sua missione educativa e culturale. Il commiato che abbiamo vissuto […] ci ricorda ancora una volta che camminiamo in compagnia di giganti della fede e testimoni di santità – Toniolo, Ferrini, Barelli, Salvadori, Necchi, Lazzati – e con insigni figure di scienza e cultura, da padre Agostino Gemelli a tutti i rettori, professori e studenti, che hanno fatto grande l’ateneo fino ai nostri giorni. Anche alla loro vicinanza e amicizia affidiamo l’amato rettore perché possa continuare il suo percorso nella pienezza della vita in Dio”.