Nel settembre del 1984, quando conobbi la comunità mi sembrava un gioco, ma, come si sa, i giochi di Dio non sono come quelli umani, possono durare molto e riservare molte sorprese. Infatti, la Comunità Magnificat Dominum, compie oggi 40anni e in questi anni, guidata dallo Spirito Santo, ha donato e riservato molte sorprese a me, ai i suoi alleati e a tutti coloro che in questo tempo hanno avuto la grazia di avvicinarla. La Comunità è composta da gente semplice e nessuno, frequentandola, ha mai avuto l’occasione di sentirsi membro di una élite. Anzi, ognuno è stato invece coinvolto e invitato a far parte di quel piccolo gregge di pecorelle che appartiene a Nostro Signore Gesù. Operai, impiegati e professionisti, casalinghe e pensionati, giovani e anziani tutti sono stati in un certo senso “dipendenti” che si sono
sottomessi alla volontà di Dio Padre per formare, insieme, il sogno di essere trasformati in un cuor solo e un’anima sola.
È stato così, per me e per tanti altri. Eravamo ribelli alla volontà del Signore e dei vari superiori ma per grazia Sua siamo divenuti docili alla voce dello Spirito e dei pastori della Chiesa.
In questi 40anni ho visto formarsi tante famiglie, famiglie capaci da una parte di accogliere con fede il sacramento del matrimonio e darne, dall’altra, una sincera testimonianza, sia nella formazione cristiana dei propri figli sia con l’impegno caritativo nei vari ambienti di vita.
Quante storie abbiamo incontrato in questi anni. Per Gianni il “muratore”, ad esempio, ho visto diventare il nudo pavimento luogo di intensa preghiera di adorazione. La nostra regola contempla quattro promesse: Povertà, Costruzione dell’amore, Servizio e Perdono permanente che la Comunità porta avanti con intenso fervore. Straordinari gli effetti legati al perdono permanente. Ricordo quanto successo a quell’anziana donna che, avendo dopo aver incontrato il Signore subito ha deciso che fosse importante e urgente riappacificarsi con sua suocera. Una decisione fonte di grande edificazione per tutta la Comunità e per quanti, al di fuori, conoscevano la storia delle due donne tanto che ancora oggi possiamo credere con certezza che entrambe sono alla presenza di Dio e non mancano di lodarlo e benedirlo per quanto imparato nella Comunità Magnificat Dominum. E poi i fidanzati … ne ricordo due che in quel momento erano “obbligati”, dalle condizioni contingenti, a stare lontano l’uno dall’altra. Lui lavorava a Torino lei studiava in Sicilia. Una situazione che provocava non pochi momenti di tensione. Ma in loro, il desiderio di costruzione dell’amore ha funzionato grandemente e generato frutti tanto che e oggi non solo sono sposati, hanno una casa o uno status particolare, ma grazie a quell’esperienza hanno ben costruito l’amore vero. Si sono sposati e dopo nove mesi è nato un bel bambino e poi un altro e un altro ancora.
Questi sono i miracoli carichi di fiducia e di speranza che vengono dalla Provvidenza divina affinché ogni membro della Comunità magnificat Dominum possa scoprirsi figlio della Divina Provvidenza.
Ricordo anche quanto accadde a un’altra coppia di giovani fidanzati. Lui ebbe un incidente stradale poco prima del matrimonio. Secondo i medici non avrebbe potuto più avere figli e tutto sembrava finito per la sua giovinezza. Ma si sposarono lo stesso e dopo il matrimonio è arrivato un bel bambino, da loro tanto desiderato, e con lui la gioia e la soddisfazione di tutti.
E per concludere, parlando di me, posso ben dire che
in questi 40 anni la Comunità mi ha aiutato sempre ad essere un prete secondo il cuore di Gesù. Il più grande dono che, nella mia vita di sacerdote e religioso, ho ricevuto in Comunità, è stata la liberazione dalle catene del demone impuro che mi ha tenuto incatenato per molti anni.
Grazie al dono del “Battesimo nello Spirito Santo”, ricevuto da Dio attraverso la preghiera di intercessione dei fratelli della Comunità, Gesù mi ha permesso di poter aprire gli occhi sulla realtà del sacerdote e di scoprire la sua missione di “alter Cristus”. Un donno immenso che, insieme al rispetto delle Promesse, hanno rappresentato il binario sul quale Dio mi ha permesso di camminare e andare avanti, ogni giorno, affinché la mia vita, consacrata a Dio, non prendesse strade idolatre. E anche se a volte si insinua la voglia di andare di qua o di là, subito lo Spirito Santo mi riporta sulla strada buona, sulla strada giusta. Ecco, dopo 40 anni di cammino, posso dire che attraverso la Comunità il Signore mi ha salvato e liberato da tanti vizi e ha rinnovato in me tutta la vita spirituale e pastorale. Per questo posso presentarmi con gioia a questo popolo, con lo stesso zelo apostolico di S. Luigi Orione e con il cuore di Gesù che ha avuto compassione per questo piccolo gregge. Amen. Alleluja.
(*) don Gernaldo Conti – religioso e sacerdote dell’Opera Don Orione