“Un sostegno, un’ancora”. Francesco Cacioni, 20 anni, definisce così la preghiera che nella sua vita è già “una certezza, qualcosa che c’è sempre, negli alti e nei bassi, e che mi aiuta a vivere bene le cose belle e ad avere supporto nei momenti più difficili”. Ecco allora che “tra le tante attività” quotidiane e sebbene non sia “sempre facile”, Francesco riesce a trovare del tempo da dedicare alla preghiera: “succede la sera, ma soprattutto al mattino, nel tragitto tra casa e la metro”. Una sorta di appuntamento fisso, durante il quale “affidarsi e ringraziare”. “Prego – spiega – per essere consigliato nel corso della giornata, per avere sostegno in quello che andrò ad affrontare”.
Per il ragazzo romano, dunque, la preghiera, pur non essendo “una richiesta vera e propria se non in qualche caso particolare, è molto concreta, mai astratta e sempre rivolta a qualcosa di specifico”. Nella vita di Francesco, studente di Organo al Conservatorio, però il dialogo con Dio non si esaurisce nella dimensione personale. Partecipa, infatti, all’iniziativa di preghiera animata dai giovani della parrocchia San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti. “Sono stato educato alla fede dalla mia famiglia, ho sempre frequentato, ma la mia è una scelta consapevole da tempo. All’inizio vai in parrocchia per gli amici, poi perché credi”, racconta il ragazzo che a settembre è stato invitato da Sabrina, una delle educatrici, non solo a vivere gli incontri, ma a pensarli, a organizzarli: “mi sono sentito scelto, chiamato, e così ho iniziato questo percorso”. “Sono impegnato in prima persona sia nella fase di preparazione in cui scegliamo il brano da proporre e ci dividiamo i compiti sia, poi, nella serata mensile quando ci ritroviamo con il gruppo per riflettere e pregare insieme”. Quest’anno, a fare da filo rosso agli otto appuntamenti è “Incontri con Gesù”, un libro di don Angelo Casati che spinge a ricercare “l’acqua viva” sui passi di alcune figure bibliche. “Tra i vari compiti – rivela Francesco – quello che preferisco è la testimonianza, ovvero raccontare qualcosa di me che sia inerente al brano letto”. Del resto, anche questo è un modo per pregare.