Papa Francesco ha recentemente detto che “la via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre”. Il Movimento per la vita con le sue realtà federate – Movimenti locali, Centri di aiuto alla vita, Sos Vita, Progetto Gemma – è dunque operatore di pace. La cultura della vita è cultura di pace e la cultura della pace non può essere sganciata dalla cultura della vita, sono due facce della stessa medaglia come la verità e la carità di cui entrambe – la vita e la pace – non possono fare a meno.
È dunque particolarmente doloroso che chi opera per la vita – e dunque per la pace e i veri diritti dell’uomo – venga gravemente insultato e aggredito. Eppure, questa è esperienza ormai più volte vissuta nel corso dei decenni, da quando il Movimento per la Vita ha mosso i primi passi nella metà degli anni Settanta. Un’esperienza che non ha mai scoraggiato, ma semmai rafforzato in termini di impegno, fiducia, speranza e perseveranza. Non è certo il caso di fare elenchi e riassunti, ma è motivo di riflessione il fatto che di tanto in tanto ci siano degli sfoghi di violenza – impastata di ignoranza, ideologia, menzogna, confusione – tanto più assurdi quanto più si consideri la profonda contraddizione di chi dichiara di difendere le donne e i loro diritti e poi aggredisce coloro che le donne accolgono e affiancano nel pieno rispetto della loro libertà e nella collaborazione con loro (senza considerare che gran parte del volontariato per la vita è al femminile e che buona parte dei bebè nel grembo sono bambine). A Padova, per esempio, per la terza volta nel giro di un anno, il Cav è stato oggetto di squallidi e deplorevoli attacchi. Il volontariato per la vita è meraviglioso: un servizio quotidiano che ha reso possibile la nascita di 265.000 bambini, accendendo nelle loro madri il coraggio dell’accoglienza dei figli, e donando loro la vera libertà.
Perché, dunque, tanta ostilità? Per una complessità di fattori tra cui sicuramente il rifiuto radicale di porre attenzione a quel piccolissimo essere umano che vive e cresce nel grembo della mamma. Non si deve vedere, non se ne deve parlare. Di conseguenza, sono bersagliati coloro che invece vogliono renderlo visibile in nome della scienza e della ragione e che tendono la mano alle donne che cullano in seno i propri figli. La cultura dello scarto fa di tutto per impedire, ostacolare, oscurare lo sguardo sul non nato. La pretesa di giustificare l’aborto come un “diritto” della donna, così come di considerare irrilevante la distruzione di embrioni in vario modo collegata alla procreazione in provetta, di fare dei concepiti un materiale biologico da usare per sperimentazioni, la contestazione del diritto di sollevare l’obiezione di coscienza, manifesta palesemente il rifiuto dello sguardo sul non nato e non tollera neanche il dubbio o che venga posta la domanda fondamentale: qualcosa o qualcuno? E allora si reagisce in maniera scomposta e offensiva. Jerome Lejeune ripeteva che i percorsi attraverso i quali la cultura della morte tenta di togliere capacità persuasiva alla cultura della vita sono tre: l’annacquamento, la diversione dello sguardo, la censura. In questa trilogia rientra anche la violenza, l’intolleranza, l’intimidazione.
Episodi come quello accaduto a Padova, devono spronare ad andare avanti con gioia e con amore verso tutti, per costruire un popolo della vita forte e unito, che sa vincere il male con il bene.
Per questo il prossimo “Rosario del 23 con e per Carlo Casini”, che sarà recitato online il 23 gennaio alle ore 21, sarà dedicato al volontariato per la vita e alla preghiera per coloro che lo osteggiano, lo deridono, lo offendono. Il “Rosario del 23” sarà introdotto e guidato da mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova. A lui tanta gratitudine per il sostegno e la comunione. Chi volesse unirsi, può inviare una mail a: rosariodel23concarlo@gmail.com
È bello che questo momento di preghiera avvenga alle soglie della prossima giornata per la vita il cui tema è “La forza della vita ci sorprende”. Come è vero!
(*) presidente del Movimento per la vita