Da gennaio inizia il gas, da aprile l’elettricità. L’uscita dal mercato tutelato, rimandata a partire dal 2017, è alle porte e riguarderà circa 6 milioni per le utenze gas e 9,5 milioni di utenze domestiche elettriche. Chi manterrà le garanzie saranno coloro che rientreranno nella fascia di vulnerabilità, stabilita secondo criteri di fragilità. A dare il definitivo addio al mercato tutelato è stato il Consiglio dei ministri che lunedì 27 ha approvato un decreto sull’energia che non contiene ulteriori proroghe. La decisione dell’esecutivo è stata motivata dalla volontà di non andare contro la Commissione europea che attende il passaggio da tempo. Per il presidente dell’associazione Consumerismo, Luigi Gabriele, “il prezzo del mercato di tutela, che spesso poteva apparire più vantaggioso rispetto al libero mercato, nella maggior parte dei casi era una soglia per gli operatori del libero mercato oltre il quale non andare. Ora che verrà meno questa comparazione, è plausibile che gli operatori tenderanno ad alzare i prezzi, visto che non c’è più un punto di riferimento”.
Presidente, la mancata proroga al mercato tutelato sarà davvero un salasso come viene annunciato per le famiglie?
Sì lo sarà per tutti coloro che non sono capaci di muoversi nel mercato libero. La tutela proteggeva proprio le persone che oggi vengono classificate all’interno di una categoria più ristretta e vulnerabile per cause economiche o di salute e la gran parte dei cittadini che non hanno la consapevolezza di andare a individuare un fornitore su libero mercato anche per la difficoltà di leggere la bolletta energetica. C’è poi una questione legata al prezzo che tenderà a salire: fino ad oggi quello del mercato di tutela, che spesso poteva apparire più vantaggioso rispetto al libero mercato, era nella maggior parte dei casi un ‘prezzo soglia’ per gli operatori del libero mercato oltre il quale andare. Ora che verrà meno questa comparazione, è plausibile che gli operatori tenderanno ad alzare i prezzi, visto che non c’è più un punto di riferimento. Già nella relazione annuale dell’autorità garante era stato indicato che su 2000 offerte sul libero mercato, solo 200 erano più convenienti dell’offerta di tutela.
Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica annuncia che farà un tavolo per rendere più “morbido” il passaggio per le famiglie. Anche le organizzazioni dei consumatori saranno coinvolte?
Tavoli e convocazioni non hanno molto senso quando le decisioni sono state già prese. Il tema vero è che c’era un ampio tempo a disposizione per avviare delle campagne di sensibilizzazione e comunicazione. I consumatori non sono stati raggiunti da queste campagne né tanto meno da parte delle organizzazioni dei consumatori che hanno avuto a disposizione budget per farlo. La cosa fondamentale è garantire la massima trasparenza. In questo cambio straordinario di sistema basato su una protezione ex ante a una condizione in cui sarà il mercato a decidere sarà difficile che qualcuno non venga confuso o che non si senta raggirato.
Quali potrebbero essere i consigli da dare oggi ai consumatori?
Consiglio di non affidarsi in alcun modo alle offerte che vengono fatte al telefono o porta a porta. Sconsiglio di fidarsi anche perché vengono avanzate da persone non esperte. Consiglio invece di farsi aiutare a capire se si possiedono i requisiti per rimanere nelle fasce protette perché rientrano nelle categorie dei vulnerabili. In caso contrario, farsi aiutare da amici e parenti considerando prima una lettura approfondita dei consumi. In generale è sempre meglio fare riferimento ai fornitori che hanno un negozio su strada e che mostrino di essere sempre reperibili. Un po’ come abbiamo fatto con la telefonia quando c’è stata la liberalizzazione