Sono più di 90 i pellegrini che ieri hanno aperto e affidato la loro Gmg a Nostra Signora d’Africa a Ceuta, piccola città autonoma spagnola situata nel Nordafrica, circondata dal Marocco. Sono in tanti, rumorosi come chiede il Papa, e arrivano da Roma, in particolare dalle parrocchie di San Cleto, San Achille e dalla Santissima Annunziata di Ladispoli.
Quello scelto dai ragazzi e dalle loro guide è un itinerario alternativo, pensato proprio per evitare il grande traffico che in questi giorni assedia mete come Fatima e Lisbona. Prima di raggiungere la grande spianata in riva al Tago, dove si ritroveranno con il successore di Pietro, i ragazzi, tutti appartenenti al cammino neocatecumenale hanno fatto tappa a Valencia, a Lorca e a Caravaca de la Cruz dove hanno trovato ospitalità dalle famiglie e ieri a Ceuta, la Lampedusa della Spagna, nota alle cronache per essere il primo punto di approdo verso l’Europa dalle centinaia di migliaia di migranti che scappano dalla fame, dalle povertà, dalle guerre e dalla desolazione che stritola i loro Paesi d’origine. I giovani romani erano lì, ai piedi della Vergine dell’Africa per chiedere la sua intercessione. Per arrivare ai suoi piedi hanno oltrepassato le famose colonne di Ercole, l’orizzonte che si apre dinnanzi alla grande rocca di Gibilterra.
“Tutti i pellegrinaggi, ma in particolare le Giornate mondiali della gioventù – dice don Giancarlo Honorati, vice rettore del seminario Redemptoris Mater di Roma e guida del pellegrinaggio – sono un momento particolarmente propizio per ricevere grazie celesti, una luce sulla propria storia o sulla vocazione, consolazioni e guarigioni dell’anima, incontrare lo sposo o la sposa che magari viene anche da un altro Paese, abbiamo visto e vediamo la generosità del Signore.
Il pellegrinaggio è un modo radicale per fare esperienza della precarietà e della provvidenza.
Tutto è preparato al dettaglio, con un programma preciso ma è bello vedere come spesso e volentieri tutto cambia per tanti motivi o imprevisti e vedi che è Dio che porta avanti il viaggio. Così è nella vita”.
Ai ragazzi che da oggi sono a Lisbona e che domani si preparano ad incontrare milioni di loro coetanei insieme al Santo Padre, don Giancarlo, nel santuario mariano di Ceuta, ha ricordato: “Non esiste cristiano senza Vergine Maria, chiedete a lei grazie grandi, puntate in alto: chiedete di aiutarvi nella castità, di essere liberi da qualsiasi dipendenza, di seguire il Signore ovunque lui voglia, di essere santi”. E ha concluso:
“Ai piedi della Vergine dell’Africa abbiamo incontrato Cristo risorto e dobbiamo gridarlo a tutto il mondo”.