“Se hai scelto di non accontentarti, se non ti sei rassegnato/a e vuoi realmente cambiare le cose, allora sei pronto/a per ‘immischiarti’ e vivere questi 3 giorni per approfondire la politica, intesa come la più alta forma di servizio per il prossimo avendo a cuore il bene comune”. Così recita la locandina-invito a partecipare al campo estivo di “Immischiati”, dal 3 al 6 agosto. “Immischiati” è un format che nasce oltre 10 anni fa grazie alla riflessione all’interno della “Fondazione per la natalità” e dell’Associazione “OL3 né indignati né rassegnati”. L’obiettivo del percorso, che da settembre 2022 propone dei video corsi, webinar, podcast e dispense, è quello di portare un “primo annuncio” di Dottrina sociale della Chiesa a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che cercano, spesso invano, una chiave di lettura sulla realtà, che sia radicata nella tradizione della Chiesa, ma che vada oltre le divisioni ideologiche ormai superate e, spesso, limitanti. Promuove “Immischiati” un gruppo di persone (attori, professori, giuristi, presidenti di associazioni, madri, padri, persone di buona volontà…), che non si vuole rassegnare e che pensa che la politica sia veramente la più alta forma della carità. Per questo hanno elaborato un format dinamico e non convenzionale per avvicinare le persone alla politica che non è solo candidarsi alle elezioni, ma anche e soprattutto seminare e risolvere problemi ogni giorno sul territorio. A parlare al Sir del campo estivo di “Immischiati” e delle prospettive future del percorso è Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità e di “OL3”.
Come mai avete deciso di organizzare il campo estivo?
La scelta di organizzare un campo estivo parte dal basso, dai ragazzi che si sono iscritti a “Immischiati”.
Ci sono arrivate molte mail di giovani under 30 nelle quali ci chiedevano di organizzare un campo estivo. Lo faremo a Sfruz, in provincia di Trento, presso “Villa Claudia”, struttura della Fondazione Segni Nuovi. L’obiettivo sarà approfondire i pilastri della Dottrina sociale della Chiesa – persona, bene comune, solidarietà, sussidiarietà, partecipazione – e anche i principi dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte. Il campo si svilupperà attraverso giochi, simulazioni anche per capire come vivere pienamente la nostra cittadinanza. Presenteremo anche la simulazione di una campagna sui social network per un ipotetico partito politico, come comunicare la soluzione di un problema, come comunicare un invito a una partecipazione sempre più attiva. Vedremo come fare dei reel.
A chi si rivolge il campo estivo?
Inizialmente avevamo pensato a un campo solo per under 40, poi l’abbiamo allargato agli under 40 perché abbiamo ricevuto richieste anche da questa fascia di età. Verranno giovani dal Nord al Sud Italia. Al campo ci sarò io e tutto lo staff di “Immischiati”, con persone provenienti da Reggio Emilia, Brindisi, Treviso. Sarà presente come accompagnatore spirituale di questa esperienza don Mimmo Roma, direttore dell’Ufficio problemi sociali e lavoro dell’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. Faremo tutte le mattine una rassegna stampa meditata per aiutare a riflettere e a insegnare a saper leggere i giornali.
Oltre al campo estivo, come si sta articolando il progetto “Immischiati”? E cosa prevede ora?
Intanto, continuiamo a promuovere incontri on line come quello che c’è stato con Franco Nembrini sull’educazione, il 17 luglio. Da un paio di mesi tutti i partecipanti ricevono sul loro telefonino un podcast su un alfabeto della Dottrina sociale della Chiesa cioè su alcune parole chiave che è portato avanti da Simone Budini, professore alla Luiss e all’Università pontificia salesiana, o delle pillole sui social network di Bruno Mastroianni. Dopo la pubblicazione dei podcast e i webinar con esperti, l’attenzione verso il progetto resta alta, con una ventina di iscritti a settimana. È tutto un passaparola di persone che stanno facendo il percorso e coinvolgono altre persone trovandolo utile. Ci sono persone che si sentono parte di questo “stile”, perché “Immischiati” non è un’associazione, ma uno stile di vita che coinvolge appartenenti ad associazioni e movimenti, giovani e adulti, sacerdoti, suore e laici, docenti di religione. C’è una diffusione molto popolare.
C’è anche un altro aspetto da sottolineare del percorso, vero?
Sì, un altro aspetto bello è che è tutto totalmente gratuito, basta iscriversi. Gli ospiti che coinvolgiamo partecipano a titolo gratuito. Tutto lo staff dà una mano a titolo gratuito. Il percorso sta andando molto oltre le nostre aspettative, che si limitavano a 500 iscritti, sognando di superare il migliaio. Abbiamo oltrepassato di gran lunga, dunque, qualunque più rosea aspettativa.
C’è qualche appuntamento particolarmente importante nei prossimi mesi?
Il 16 dicembre faremo l’evento finale della prima fase di “Immischiati” e poi inizierà la seconda fase del progetto che prevede un incontro “personale” nelle diocesi per uno scambio diretto con gli oltre 7.400 iscritti a “Immischiati”. La cosa molto bella è che ci sono iscritti da tutte le province italiane, tranne Vibo Valentia: è davvero un progetto capillare che coinvolge tutto il Paese. Tra gli obiettivi del campo estivo c’è anche quello di creare uno zoccolo duro di persone che ci possano dare una mano nella seconda parte del progetto.
Abbiamo chiamato la seconda fase di “Immischiati” on life perché ci sarà sia la formazione on line sia eventi in presenza.