A Firenze si cerca la piccola Kata, scomparsa nel nulla da sabato

A Firenze, ma anche in altre città d’Italia, si cerca ancora Mia Kataleya Alvarez, la piccola di origine peruviana sparita nel nulla sabato scorso da un palazzo occupato a Firenze. Lei, 5 anni, vive in una delle stanze di un ex hotel con la madre e il fratellino, il padre è in carcere a Sollicciano per scontare una condanna per alcuni piccoli reati. In quel palazzo, l’hotel Astor venne chiuso nel 2020, vivono da circa un anno un centinaio di persone che non hanno una casa.

A Firenze, ma anche in altre città d’Italia, si cerca ancora Mia Kataleya Alvarez, la piccola di origine peruviana sparita nel nulla sabato scorso da un palazzo occupato a Firenze. Lei, 5 anni, vive in una delle stanze di un ex hotel con la madre e il fratellino, il padre è in carcere a Sollicciano per scontare una condanna per alcuni piccoli reati. In quel palazzo, l’hotel Astor venne chiuso nel 2020, vivono da circa un anno un centinaio di persone che non hanno una casa. Un luogo, lo descrive chi è entrato nella struttura, dove il degrado è evidente fin dall’ingresso. Fili elettrici staccati che penzolano dai soffitti, bombole del gas sui terrazzi e nelle stanze, rifiuti abbandonati. Più volte le forze dell’ordine sono dovuti intervenire per sedare liti che scoppiano tra le famiglie di diverse etnie. Non sempre in un luogo del genere la convivenza è facile. Due settimane fa la polizia intervenne per sedare una rissa e due giovani peruviani rimasero feriti, uno gettandosi dal secondo piano per sfuggire, sembra, a qualcuno che lo stava minacciando con un coltello. In un primo momento questo episodio era stato collegato alla scomparsa di Kata. Lei, come il fratellino, va a scuola grazie ai servizi sociali del Comune. Servizi che hanno in carico molte delle situazioni presenti proprio perché tanti sono i bambini. Più volte si sarebbe pensato allo sgombero dell’ex hotel ma quest’ipotesi non è realizzabile se non si trovano soluzioni abitative alternative e, a Firenze dove sempre più case sono diventate B&b per turisti facoltosi, non è facile.
In tanti si chiedono dove e soprattutto con chi possa essere la piccola: l’allarme lo ha dato la mamma quando sabato è tornata da lavoro e non ha trovato la figlia. Forze dell’ordine, ma anche la protezione civile e tanti volontari continuano a cercarla. Sia lei sia il padre dopo la scomparsa della figlia sono finiti anche al pronto soccorso per aver ingerito varechina e detersivo. Gesti disperati che denotano senza dubbio le difficoltà psicologiche esplose dopo sabato. La donna ha detto di avere sospetti su chi potrebbe aver rapito la figlia. Le indagini, dopo i primi giorni, tra segnalazioni e telefonate di mitomani, sono virate sull’ipotesi di un sequestro di persona a scopo di estorsione: per un posto letto nell’ex hotel il prezzo sarebbe di circa 100 euro al mese e 50 euro per i bambini. Sarebbe interessante capire chi prende quei soldi e chi gestisce gli spazi. Nell’ex hotel, come spesso avviene quando si parla di occupazioni, a portare in edifici abbandonati famiglie senza un’abitazione è quasi sempre il Movimento per la casa, da anni al centro di inchieste e processi. Ma sembra che in via Maragliano, poco lontano dal parco delle Cascine e dal palazzo di Giustizia, la gestione sia in mano ai peruviani, una comunità molto presente a Firenze e spesso al centro di fatti di cronaca, al cui interno molti giovani sono prigionieri dell’alcol. Firenze ora cerca la piccola Kate, e questa è la priorità, come ha ricordato anche l’arcivescovo Giuseppe Betori che fin da subito ha espresso la sua preoccupazione: “La affidiamo alla protezione del Signore, preghiamo e rivolgiamo un invito alla preghiera a tutte le comunità, con la speranza che possa tornare presto dalla sua mamma e dal fratellino. La Madonna sostenga e conforti in questo momento di angoscia la mamma della bambina e tutti i suoi cari”. Dopo occorrerà cercare una soluzione per lei e per gli altri tanti bambini che lì abitano ma che non possono essere lasciati a vivere nel degrado assoluto. Non è degno di una città che vuole essere la “culla della civiltà”.

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