Scarpe sporche e tavole imbandite: le parrocchie di Faenza in prima linea per portare solidarietà

Fratellanza, azioni di carità e preghiera. Queste le colonne portanti delle parrocchie della diocesi di Faenza-Modigliana in questa emergenza alluvioni. Tante le realtà parrocchiali e cittadine del territorio faentino che si sono messe e si stanno tuttora mettendo a disposizione di quanti hanno perso casa nell’alluvione dello scorso 17 maggio, come racconta "Il Piccolo" di Faenza, edizione faentina del Corriere Cesenate

(Foto Il Piccolo)

Fratellanza, azioni di carità e preghiera. Queste le colonne portanti delle parrocchie della Diocesi di Faenza-Modigliana in questa emergenza. Tante le realtà parrocchiali e cittadine del territorio faentino che si sono messe e si stanno tuttora mettendo a disposizione di quanti hanno perso casa nell’alluvione dello scorso 17 maggio. Da subito attiva la parrocchia del Paradiso-San Savino che al momento ospita circa 30 persone seguite da volontari e dal gruppo scout Faenza 4. Anche la parrocchia di San Giuseppe, in via Dal Pozzo, ha messo a disposizione un centro ricreativo gratuito per bambini e ragazzi. La parrocchia di Santa Maria Maddalena in Borgo ha aperto le porte del circolo per offrire pasti e possibilità di ricaricare il proprio cellulare a quanti sono senza casa ed elettricità. Sono al momento ospitate in parrocchia una ventina di persone sfollate del territorio. “La parrocchia ha istituito un gruppo di volontari per andare a dare una mano a svuotare cantine e garage – spiega il parroco don Francesco Cavina – chi volesse essere aggiunto al gruppo informi il parroco e chi avesse richieste di aiuto soprattutto in Borgo ce lo dica”. Anche Sant’Antonino ha attivato subito la cucina per offrire un pasto caldo a chi ne avesse bisogno e lo scorso 20 maggio ha messo a disposizione anche la possibilità per le famiglie sfollate di ritirare viveri e oggetti di prima necessità.

Volontari alla parrocchia del Paradiso (Foto Il Piccolo)

Parrocchie in rete. Le parrocchie sono in rete tra loro: se per un turno al Paradiso i volontari in cucina sono troppi, questi possono essere dirottati alla mensa di Santa Maria Maddalena, dove in certe giornate si sono toccate le punte di 450 pasti serviti. E non è raro vedere i sacerdoti, accompagnati da tanti ragazzi, bicicletta e pala in mano, andare a dare una mano nelle aree della città più abbandonate. Da sabato 20 maggio la parrocchia di San Terenzio in Cattedrale ha attivato all’ora di pranzo un servizio di consegna panini, acqua e bibite portati direttamente a residenti e soccorritori al lavoro nelle zone più colpite dall’alluvione. Presso i locali della Casa San Terenzio i volontari della parrocchia offrono inoltre un servizio di distribuzione pacchi viveri, beni di prima necessità, e indumenti alle persone in difficoltà, e si sono attivati anche per il lavaggio di panni delle famiglie che ne hanno bisogno. Per il momento si prevede di continuare a offrire tali servizi almeno fino a domenica 28 maggio, adeguandosi di giorno in giorno alle varie necessità che emergono dalla complessa situazione di emergenza. La preparazione di panini e la distribuzione di beni di prima necessità è stata resa possibile dal contributo di aziende, giunta comunale e comunità parrocchiale della zona del Comune di San Pietro di Morubio (VR) che da sabato 20 maggio hanno inviato già tre furgoni di acqua, bibite e derrate alimentari per la prima emergenza, insieme a due pompe e un generatore, gestiti ora da alcuni volontari della parrocchia. Non sono mancate le iniziative di sostegno anche nel forese. La parrocchia di San Martino di Reda ha attivato uno spazio bimbi gratuito nei locali della scuola materna presso la parrocchia coordinato dalle maestre della scuola insieme ad alcune volontarie.

La mensa allestita alla parrocchia di Reda (Foto il Piccolo)

Sempre a Reda, alla Roda di via Birandola è stato aperto un servizio mensa a cui può accedere chiunque abbia bisogno, senza prenotare. “Nella nostra unità pastorale – spiega il parroco don Alberto Luccaroni – hanno subito allagamenti le chiese di Prada (navata e sacrestia) e di San Giovannino (sala parrocchiale e area esterna): domenica non è stato possibile celebrare in queste due chiese. Abbiamo pregato anche per coloro che non hanno potuto partecipare, chiedendo per tutti pace e speranza”. Nella giornata di sabato giornata di pulizia e sgombero. A Reda il punto di raccolta dei rifiuti ingombranti è stato predisposto in via Gasparetta, nella zona artigianale, in modo da mantenere libere le strade. Anche la Polisportiva di Errano ha messo a disposizione le docce dei suoi spogliatoi per chi ne avesse bisogno.

Giovani al lavoro nel convento di San Francesco (Foto Il Piccolo)

Parrocchie punto di riferimento. “Mi sembra che le parrocchie abbiano risposto molto bene a quest’emergenza che per molti aspetti ha rievocato il Covid – dice il vice-parroco di Santa Maria Maddalena don Mattia Gallegati -. La parrocchia in questo momento è un punto di riferimento per vicini e lontani: sia per chi la frequentava abitualmente sia per chi non era solito venire. Don Francesco ha usato due parole che ha ripetuto alla fine di ogni messa la scorsa domenica: preghiera e carità”. Tanti sono infatti i gruppi di giovani che stanno spalando fango e sgomberando case e cantine nelle vie. Non solo nel proprio vicinato ma in tutta la città che è diventata un unico quartiere. Questo senso di unità è ciò che si intravede sotto il fango ormai diventato un tratto comune in tutti i faentini. “E tante sono anche le immagini significative che ho visto in questi giorni – dice don Mattia -. Dalle scarpe sporche di don Francesco che, come tanti parroci, si divide tra il coordinamento dei servizi parrocchia e i lavori nelle case, alla tavola apparecchiata per i frati di San Francesco che non avevano un posto dove andare, le suore sfollate di Montepaolo, i ragazzi della propedeutica e noi preti in seminario, l’attività incessante della Caritas. Ecco, questa situazione mette insieme, unisce. Lo vediamo nelle famiglie, c’è chi torna dai genitori, chi chiede ospitalità a fratelli o altri parenti e lo vediamo nella Chiesa c’è questa immagine di unione, di unità”.

(*) pubblicata dal settimanale “Il Piccolo” (Faenza)

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