e”Siamo messi molto male. Siamo bloccati qua da martedì. Tutte le case sparse in campagna sono isolate”. È la testimonianza del parroco di Sorrivoli, don Pasquale Gentili, che al Corriere Cesenate (www.corrierecesenate.it), settimanale della diocesi di Cesena-Sarsina, illustra la situazione della piccola frazione del comune di Roncofreddo, sita sulle colline cesenati, a pochi chilometri da Cesena. “Da qui, solo da stamattina, si riesce a uscire con fatica e con grande rischio, passando da Casale. Molti sono senza luce e senza acqua. Noi qui al castello abbiamo due cisterne di riserva e andiamo avanti con quella. La situazione è allucinante”. Rimangono ancora isolate diverse frazioni cesenati, tra cui Oriola e Diolaguardia di Roncofreddo.
Nelle parrocchie vicine si approntano locali per ospitare le persone sfollate. Come a Villachiaviche dove il parroco, don Daniele Bosi, ha messo a disposizione la canonica fornendo 15 posti letto. Ieri è arrivata la prima famiglia, con padre, madre, e 3 figli grandi, e il cane. Quindici persone hanno trovato invece ospitalità negli spazi adibiti all’accoglienza del “Porta Giovani”, al piano terra del Seminario diocesano, sulla collina tra la via Emilia e l’ospedale, a Case Finali di Cesena. Sono arrivate due giorni fa e nei loro racconti emerge il grazie per la solidarietà straordinaria ricevuta. Don Marcello Palazzi, rettore del Seminario e parroco di Case Finali racconta al Corriere Cesenate dell’aiuto fornito da tante persone. “C’è chi ha gestito la prima accoglienza e chi le cose che arrivavano, chi i pasti e chi le pulizie. Siamo un poco frastornati, ma abbiamo trovato anche tanta speranza ed energia. Siamo in stretta collaborazione e collegamento con la Protezione Civile e gli assistenti sociali – sottolinea don Palazzi -. I pasti ci vengono forniti dalla mensa Cams. Siamo seguiti e accompagnati da istituzioni e associazioni. Ringraziamo le istituzioni per averci coinvolto. Tanti i giovani che si sono prestati nell’aiuto e nell’accoglienza – prosegue -. Da più di dieci anni il Seminario è aperto all’accoglienza. Il ‘Porta Giovani’, in particolare, ha tra i suoi obiettivi la fraternità, la spiritualità e l’incontro con il Signore. E anche gli islamici mi hanno detto: ‘Sì, qui abbiamo incontrato il Signore’”. È di ieri la testimonianza di don Maurizio Macini, parroco a Montecastello di Mercato Saraceno, che racconta di Cà Domenichino, piccolo borgo “a due curve” da Rontagnano, dove le tre strade per arrivarci sono tutte devastate e gli abitanti sono senza acqua. Il parroco ha raggiunto il centro a piedi ed è passato in ogni abitazione a impartire la benedizione “alla sua gente”.
Il report del Corriere Cesenate descrive quanto sta accadendo nella zona di Sarsina dove si registrano enormi frane tra Tezzo e Calbano, lungo la strada che va da Sarsina a Ranchio e verso Monteguidi, in zona passo del Carnaio, tra San Piero in Bagno e Santa Sofia. Le famiglie che abitano oltre la frana sono tutte isolate. Anche verso Santa Sofia non si riesce ad andare, dicono i residenti. A Martorano, Ronta, abitanti in strada per far defluire l’acqua. Si cercano i chiusini a fatica per pulirli anche a mani nude. Sulla via Ravennate è un via vai dei mezzi di soccorsi, Anas, Polizia Municipale, anche l’Esercito. Il fiume Savio è straripante. Gli abitanti cercano di realizzare paratie di fortuna per evitare ulteriori allagamenti di garage e dei piani bassi delle case. Volontari in azione anche a Gambettola, Bulgaria e Bulgarnò (provincia Forlì-Cesena) dove gli studenti delle scuole, armati di badili, guanti e stivali, da ieri stanno aiutando gli alluvionati. Gli operai del Consorzio Bonifica lottano contro il tempo per riparare le rotture degli argini causate dalla furia dell’acqua I danni materiali sono ingenti. In aumento è anche il livello di fango nelle strade. In azione anche il Soccorso alpino e i Vigili del fuoco di Vigo di Fassa, attrezzati per soccorso alluvionati, che vanno “nelle case a portare i sacchi. Al momento non abbiamo istruzioni di portare via persone. Vedremo sul momento”.
L’opera dei soccorsi. Chi invece sta portando al sicuro persone ancora intrappolate in casa sono i tre soccorritori dell’ass. Vivere l’Aniene di Subiaco (Roma) in sinergia con il Centro Radio Soccorso Sublacense che nei giorni scorsi hanno raggiunto le zone alluvionate su richiesta del Dipartimento di Protezione Civile. In dotazione gommoni, caschetti, salvagenti. I tre sono guide rafting ed esperti di soccorso fluviale. Ieri il team è stato impegnato nel piccolo centro di Sant’Agata, vicino Ravenna, dove sono state evacuate un centinaio di persone. “Questa mattina siamo ancora a Sant’Agata. La situazione appare molto più tranquilla rispetto a ieri – spiega al Sir Andrea Frosoni, uno dei soccorritori – ma ci sono ancora persone che hanno bisogno di uscire, di ricevere cibo e medicinali. Tra ieri e oggi abbiamo portato in salvo circa 200 persone. Oggi siamo riusciti ad arrivare in alcune zone del paese che ieri non erano accessibili per la troppa acqua concludendo l’evacuazione delle persone. Ho visto case piene di acqua, con mobili che galleggiavano, finestre e porte distrutte. Addirittura auto incastrate dentro gli appartamenti. Chi ha potuto è riuscito a portare via qualche effetto personale, qualche ricordo. Abbiamo tratto in salvo anche numerosi animali, soprattutto gatti e cani che ogni famiglia aveva in casa. Continueremo l’opera di soccorso fin quando sarà necessario”.
“Tutte le province della Romagna sono state colpite – ribadisce al Sir, Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate – adesso la grande emergenza arriva dalle zone interne che stanno franando come un castello di carte. Ranchio, una frazione di Sarsina, sull’Appennino di Forlì-Cesena, è isolata e senza acqua da martedì mattina e al momento nessuno è in grado di raggiungerla. Ci sono colline che stanno franando. Un vero disastro”.