Varati due decreti-legge con norme urgenti per il contrasto della siccità e il potenziamento degli organici della pubblica amministrazione, con un occhio soprattutto al Pnrr. Rinviato ancora una volta, invece, il disegno di legge sulla concorrenza. Questo, in sintesi, l’esito del Consiglio dei ministri di giovedì 6 aprile, mentre già si annuncia una nuova riunione per martedì 11 con al centro il Documento di economia e finanza, quel Def che traccia le coordinate generali della politica economica del governo.
Il decreto siccità, spiega Palazzo Chigi, prevede “un regime semplificato per le procedure di progettazione e realizzazione delle infrastrutture idriche che rinvia al modello Pnrr; l’aumento dei volumi utili degli invasi; la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito; il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo; l’introduzione di notevoli semplificazioni nella realizzazione degli impianti di desalinizzazione”.
Il decreto prevede inoltre l’istituzione di una cabina di regia e la nomina di un commissario straordinario nazionale che resterà in carica sino alla fine dell’anno con possibilità di proroga per tutto il 2024. La cabina di regia avrà il compito di “effettuare entro 30 giorni una ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione per far fronte, nel breve termine, alla crisi idrica e, tra queste, quelle suscettibili di essere realizzate da parte del Commissario straordinario nazionale”. Nel caso di ritardi nella realizzazione di singoli interventi infrastrutturali, “la cabina di regia attiva procedure volte a superare i ritardi o le criticità emerse e può anche nominare singoli Commissari ad acta”.
L’altro decreto introduce norme per “consentire alle pubbliche amministrazioni, sulla base delle necessità espresse, il potenziamento delle proprie strutture, con particolare riguardo a quelle coinvolte nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza o nella tutela della salute e dell’incolumità pubblica”. Il testo innalza al 12%, fino al 31 dicembre 2026, “la percentuale massima per la copertura con personale estraneo alle amministrazioni pubbliche dei posti dirigenziali di amministrazioni che rivestono il ruolo di stazioni appaltanti per il Pnrr”. Inoltre si incrementano, come già previsto con gli stanziamenti effettuati dalla legge di bilancio per il 2022 , “le dotazioni organiche delle amministrazioni centrali, dando termine al 30 giugno per la conseguente riorganizzazione delle strutture e con la previsione delle relative procedure di assunzione del personale”.
Un particolare potenziamento è previsto per gli organici delle Forze armate, delle Forze di polizia, delle Capitanerie di porto, dei Vigili del fuoco. Viene inoltre istituita e disciplinata la carriera dei medici nel Corpo di Polizia penitenziaria.
Quanto alla scuola, per l’anno 2023/2024 viene introdotta “una procedura straordinaria di reclutamento per i docenti, inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze o negli appositi elenchi aggiuntivi, che sono in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno”. Si prevedono poi “specifiche disposizioni in relazione al trattamento accessorio per la valorizzazione del personale degli enti di ricerca”, con un aumento dei compensi.
Resta invece al palo il disegno di legge sulla concorrenza, rinviato per la seconda volta nonostante i riflettori puntati della Commissione europea e la stretta connessione con il Pnrr. L’impasse è dovuta a una situazione per certi versi analoga a quella delle concessioni balneari e che riguarda in questo caso gli ambulanti.