Il Consiglio dei ministri ha varato la riforma dei poteri e delle procedure per l’attuazione del Pnrr, com’era nelle attese, ma ha fatto notizia soprattutto per il blocco della cessione dei crediti del “superbonus” edilizio, una questione che in termini finanziari si misura complessivamente nell’ordine dei 110 miliardi. Con un apposito decreto-legge, spiega Palazzo Chigi, è stata modificata “la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e ‘superbonus 110%’, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche”. Dall’entrata in vigore del decreto, con l’eccezione di specifiche deroghe per le operazioni già in corso – puntualizza il comunicato di Palazzo Chigi – non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per il cosiddetto ‘sconto in fattura’ né per la cessione del credito d’imposta. Inoltre, non sarà più consentita la prima cessione dei crediti d’imposta relativi a specifiche categorie di spese; resta invece inalterata la possibilità della detrazione degli importi corrispondenti”. La decisione ha provocato molte polemiche (anche nella maggioranza) al punto che già nella nota di Palazzo Chigi sul Consiglio dei ministri si annuncia che “le associazioni di rappresentanza delle categorie maggiormente interessate dalle disposizioni del decreto-legge saranno sentite dal governo il prossimo 20 febbraio”. E’ verosimile ipotizzare che nel corso dell’iter parlamentare di conversione in legge saranno apportate delle correzioni.
Quanto all’attuazione del Pnrr, il decreto-legge relativo mette mano a quella che ormai si è soliti definire governance del sistema, innovando rispetto allo schema definito dal governo Draghi nel maggio del 2021, con una maggiore centralizzazione e un’ulteriore semplificazione delle procedure. Viene istituita – riferisce la nota del governo – una nuova “struttura di missione” presso la presidenza del Consiglio, sotto l’indirizzo del ministro delegato (Raffaele Fitto), che “assorbe le funzioni già esercitate dalla segreteria tecnica per il supporto alle attività della Cabina di regia e quelle del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale”.
La nuova struttura, sottolinea Palazzo Chigi, eserciterà anche “le funzioni di punto di contatto nazionale per l’attuazione del Pnrr, già esercitate dal servizio centrale per il Pnrr presso la Ragioneria generale dello Stato”. Vengono inoltre rafforzati “i poteri sostitutivi in caso di mancato rispetto da parte delle Regioni degli impegni finalizzati all’attuazione del Pnrr”. Per accelerare e snellire le procedure in materia di appalti pubblici e grandi opere, si prevede l’estensione delle procedure “supersemplificate” già previste per l’edilizia penitenziaria, ferroviaria e giudiziaria, in materia di conferenza dei servizi, valutazione d’impatto ambientale e acquisizione degli assensi dei Beni Culturali. Vengono inoltre dimezzati i termini per l’esproprio e quelli per l’espressione del parere da parte della Conferenza unificata per le opere del Pnrr.