La Sla non perdona e prova ad azzerare le tue capacità relazionali; non riesce, però, a limitare la tua forza morale e spirituale, che permane e che continua a palesarsi ancora più marcata e sferzante del giorno in cui la malattia ti prende e si lega alla tua carne. Così è stato di Salvatore Mazza. Fino alla vigilia della sua nascita al Cielo, Salvatore non ha smesso di essere giornalista e scrittore, mostrandoci il suo mondo interiore, pacificato dalla fede, la sua voglia di vivere e di comunicare non “a prescindere” dalla sua grave condizione di salute, ma proprio “a partire” dall’esperienza del limite, segnato dalla fragilità. Così, i suoi scritti sono divenuti ancora più preziosi, imbevuti di vita e di dignità. Ho avuto modo di osservare Salvatore, di seguirlo nella sua carriera e di collaborare con lui in più circostanze, apprezzandone il tratto raffinato, acuto, colto, di chi la penna sa ben calibrare, perché imbevuta dell’inchiostro buono e duraturo di una cultura cristiana ed ecclesiale oggi sempre più rare. Dal 2012, era il 40esimo del Rinnovamento in Italia, ebbi a chiedergli di voler collaborare con l’editrice del Movimento e di allestire tre preziosi testi storici: “Per eredità un tesoro”. Volti e Parole nel quarantesimo del Rinnovamento nello Spirito, una pubblicazione contenente, in copia anastatica, un florilegio delle pagine più significative della Rivista “Rinnovamento”; “Gesù è il Signore”. Profezia di un popolo in festa, un’antologia di scritti delle figure più autorevoli legati alla storia del RnS, interne ed esterne al Movimento; “Credo alle sorprese dello Spirito Santo”. Il Card. L. J. Suenens, i documenti fondativi del Rinnovamento, il profilo carismatico della Chiesa, un testo con i 6 Documenti di Malines, che rappresentano il profilo teologico-pastorale originario del Rinnovamento nel mondo. Di Salvatore mi colpì la capacità di analisi dei processi storici, il suo stupore nel cogliere le risultanze e gli esaudimenti del Concilio nelle trame popolari del Rns, la sua buona volontà di raccontare “dal di dentro”, dunque, a partire dalla condivisione di un’esperienza, la ricchezza teologica pastorale e formativa di un cammino non sempre adeguatamente comunicato. Salvatore rimase con noi alcuni anni, lasciando un segno e un ricordo che ancora suscitano emozione, affetto e, in queste ore, preghiere di suffragio per la sua anima e di consolazione per i suoi familiari.
Il tratto raffinato, acuto, colto, di chi la penna sa ben calibrare
La Sla non perdona e prova ad azzerare le tue capacità relazionali; non riesce, però, a limitare la tua forza morale e spirituale, che permane e che continua a palesarsi ancora più marcata e sferzante del giorno in cui la malattia ti prende e si lega alla tua carne. Così è stato di Salvatore Mazza. Fino alla vigilia della sua nascita al Cielo, Salvatore non ha smesso di essere giornalista e scrittore, mostrandoci il suo mondo interiore, pacificato dalla fede, la sua voglia di vivere e di comunicare non “a prescindere” dalla sua grave condizione di salute, ma proprio “a partire” dall’esperienza del limite, segnato dalla fragilità.