“We will always love you, Whitney!”. Prendendo le mosse titolo della celebre canzone di Dolly Parton del 1974, che Whitney Houston reinterpretò nel 1992 per il film “The Bodyguard” – colonna sonora entrata nella storia, la più venduta –, raccontiamo l’uscita al cinema del biopic hollywoodiano “Whitney: una voce diventata leggenda”, un sentito e vibrante omaggio all’artista da record, che ha infiammato i decenni ’80-’90 e che si è spenta purtroppo prematuramente all’età di 48 anni nel 2012. A interpretare Houston la britannica Naomi Ackie. Strepitosa. Ancora, su Netflix l’atteso giallo “Glass Onion. Knives Out” firmato Rian Johnson, con Daniel Craig che ritorna a vestire i panni dell’investigatore Benoit Blanc. Il punto Cnvf-Sir.
“Whitney: una voce diventata leggenda” (al cinema, dal 22 dicembre)
Negli ultimi anni Hollywood ha dato ampio spazio ai film biografici sulle grandi star della musica, titoli che hanno guadagnato facilmente la strada degli Oscar: tra i più recenti ricordiamo “Bohemian Rhapsody” (2018) di Bryan Singer sui Queen e Freddie Mercury, con Rami Malek vincitore dell’ambita statuetta; “Rocketman” (2019) di Dexter Fletcher su Elton John, Oscar miglior canzone; e “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” (2021) di Lee Daniels, con Andra Day vincitrice del Golden Globe e nomination agli Academy. Insomma, storie coinvolgenti su voci straordinarie.
Nei cinema per Natale arriva ora “Whitney: una voce diventata leggenda” (“I Wanna Dance with Somebody”) diretto da Kasi Lemmons (suo è “Harriet” del 2019) su sceneggiatura del più volte candidato all’Oscar Anthony McCarten (ha firmato i copioni de “La teoria del tutto”, “L’ora più buia”, “Bohemian Rhapsody” e “I due papi”). Il film si concentra sulla carriera e sulla vita dell’artista Whitney Houston, l’ascesa nell’olimpo della musica mondiale, i numeri da record dei suoi album – oltre 200 milioni di dischi venduti, con il primato di 7 hit consecutive al primo posto in classifica –, ma anche le sue origini, gli amori e la vertigine della droga, che alla fine ha avuto la meglio su di lei stroncandola a 48 anni nel 2012. Targato Sony, il film è prodotto dal noto discografico Clive Davis che ha scoperto e lanciato Houston.
La storia. Nata a Newark, New Jersey, nel 1963, Whitney Elizabeth Houston (Naomi Ackie) è da subito introdotta nel mondo musicale dalla madre cantante Cissy (Tamara Tunie); Whitney beneficia inoltre delle influenze artistiche della cugina Dionne Warwick e della madrina Aretha Franklin. A farle da manager il rigido padre John (Clarke Peters) e Robyn (Nafessa Williams), primo amore di Houston e poi amica fidata per tutta la vita. La svolta arriva nel 1983, quando viene scoperta dall’influente discografico Clive Davis (Stanley Tucci) che le fa firmare un contratto con l’etichetta Arista. Da lì giungono i più grandi successi, l’incursione a Hollywood con il film “The Bodyguard”, come pure il matrimonio con il cantante R&B Bobby Brown (Ashton Sanders), la nascita della figlia Bobbi Kristina e il contestuale scivolamento nella droga, che piano piano la divorerà insieme ai tormenti per l’irrequietezza del marito e la gestione opaca del suo patrimonio da parte del padre.
Perché non perdere il film “Whitney: una voce diventata leggenda”? Anzitutto perché costituisce un riuscito e intenso omaggio alla storia di una grande artista, Whitney Houston. Seppure apparentemente si posizioni sullo schema narrativo di molti biopic musicali di matrice hollywoodiana, con il rischio di spiaggiarsi in racconti patinati, il film in realtà possiede una marcia in più: concede molto spazio alla componente musicale, ai brani iconici della cantante che hanno segnato tre decenni e diverse generazioni: “Greatest Love of All”, “I Wanna Dance with Somebody”, “I Will Always Love You”, “Run to You”, “It’s Not Right but It’s Okay” e “I Didn’t Know My Own Strength”. Compreso un medley finale, di cui non diciamo nulla, semplicemente straordinario, da brividi.
Ancora, il film merita di essere visto per le performance messa a punto dagli interpreti, in particolare quelle di Naomi Ackie, Stanley Tucci e Tamara Tunie. Soprattutto Ackie fa un lavoro accurato, sofisticato, di mimesi fisica-espressiva della cantante; la ricorda nei gesti, nella postura, nell’abbigliamento, nel modo in cui sta sul palco e domina la scena.
Il film non trascura gli snodi problematici della storia della cantante, ma non insiste né in maniera morbosa sulla relazione problematica con il marito Bobby Brown né sulla dipendenza distruttiva dalla droga. Lo sceneggiatore sceglie opportunamente di non rimestare nel dolore, nella vertigine del male, ma di concentrarsi soprattutto sulla sorprendente storia di un’artista fuori dal comune, detta The Voice, che purtroppo ha incontrato un finale tragico. La sua eredità musicale, però, resta e risuona forte, trascinante, viva. Consigliabile, problematico, per dibattiti.
“Glass Onion. Knives Out” (su Netflix, dal 23 dicembre)
Ha ricevuto due candidature ai prossimi Golden Globe (che si terranno il 10 gennaio 2023), come miglior film di genere commedia e miglior attore Daniel Craig. Parliamo del “Glass Onion. Knives Out”, secondo titolo della trilogia “Knives Out” scritta e diretta dallo statunitense Rian Johnson. Il film è su Netflix dal 23 dicembre come gustosa anteprima natalizia. Si tratta di un giallo “Murder Mistery” di matrice brillante, che punta a fondere il mondo di Agatha Christie con le intricate dinamiche del “Cluedo”. Daniel Craig è l’investigatore Benoit Blanc, omaggio ai modelli Hercule Poirot e Sherlock Holmes.
La storia. Stati Uniti, l’opulento tycoon Miles Bron (Edward Norton) invita un gruppo di amici di vecchia data sulla propria isola: obiettivo “giocare” con loro sul filo del delitto. Sbarcano così nella residenza di Glass Onion la modella Birdie (Kate Hudson), il politico Claire (Kathryn Hahn), lo youtuber Duke (Dave Bautista) e lo scienziato Lionel (Leslie Odom Jr.). A ricevere l’invito, senza apparente motivo, è anche l’investigatore Benoit Blanc…
Rian Johnson ha trovato grande risonanza nel 2017 firmando l’VIII titolo della saga di “Guerre stellari”, “Star Wars: gli ultimi Jedi”. Dal 2019, poi, si è concentrato sul progetto “Cena con delitto. Knives Out” (2019), coinvolgendo un cast hollywoodiano di primo piano: oltre a Craig Christopher Plummer, Chris Evans, Ana de Armas e Jamie Lee Curtis. Incassati pieni consensi di pubblico e critica, Netflix gli ha proposto di dare un seguito alle avventure dell’investigatore Blanc con altri due titoli. Nasce così “Glass Onion. Knives Out”.
Forte dunque di un generoso investimento produttivo, questo secondo capitolo punta a una maggiore spettacolarizzazione visiva, a una messa in scena altisonante. E forse il problema risiede proprio qui: il film infatti rischia di spiaggiarsi in un sovradosaggio di location, spazi sontuosi e una “bulimia” di sorprese al punto da vampirizzare la linea gialla. Il racconto ha un tracciato narrativo che decolla in maniera intrigante, persino bizzarra; man mano però che la storia svela il suo andamento e i suoi trucchi, l’impianto inizia a vacillare e rischia di perdersi nell’inverosimile.
A salvare il film è di certo il cast. Punto di forza rimane l’investigatore Benoit Blanc, un sempre bravo Daniel Craig, che si mette in gioco sui sentieri dell’ironia sopra le righe per togliersi di dosso il fascino fumoso e granitico di James Bond. Il suo investigatore è machiavellico, astuto, ma anche ammantato da una simpatia vanesia che lo rende spassoso. Nell’insieme “Glass Onion. Knives Out” è un giallo seducente che avanza con una raffica di colpi di scena, a dire il vero non sempre riusciti o di senso. Consigliabile, brillante-problematico.
I titoli del Natale al cinema raccontati da Cnvf-Sir
“The Fabelmans” di Steven Spielberg
“Avatar. La via dell’acqua” di James Cameron
“Il Grande Giorno” di Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo
“Le otto montagne” di Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch