Modelli in negativo

Di quale cultura sono figli questi ragazzi? Certamente si tratta di una subcultura poiché i nostri ragazzi non sono tutti così. Una subcultura della illegalità ispirata a falsi modelli mostrati nei film e frutto di una deriva che trova alimento nel bisogno di trasgredire ad ogni costo, di somigliare a falsi eroi, come ci mostrano i modelli che vengono proposti ai ragazzi

(Foto ANSA/SIR)

I fratelli Bianchi sono stati condannati all’ergastolo nel processo di primo grado per l’aggressione e la morte di Willy Monteiro Duarte. Con loro sono stati condannati anche Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Il primo ha preso ventuno anni di carcere, il secondo ventitré. I quattro hanno sempre negato l’evidenza. Ma le testimonianze in merito sono state tante e inequivocabili.

Secondo la ricostruzione fatta dall’accusa, i fratelli Bianchi – esperti dell’arte marziale Mma – picchiarono per 50 lunghissimi secondi con colpi a ripetizione Willy, intervenuto per difendere un amico durante un banale diverbio all’esterno di un locale. Per il pm “l’azione è partita dai fratelli Bianchi ma poi si salda con l’azione di Belleggia e Pincarelli e diventa una azione unitaria. Quello che è successo a Willy poteva capitare a chiunque altro si fosse trovato di fronte al branco”. I due fratelli avrebbero sferrato “colpi tecnici. Dati per fare male, violentissimi per causare conseguenze gravissime”.

Non sono sociologo né esperto di questi temi. Quello che scrivo nasce dalla mia osservazione diretta. Di quale cultura sono figli questi ragazzi? Certamente si tratta di una subcultura poiché i nostri ragazzi non sono tutti così. Una subcultura della illegalità ispirata a falsi modelli mostrati nei film e frutto di una deriva che trova alimento nel bisogno di trasgredire ad ogni costo, di somigliare a falsi eroi, come ci mostrano i modelli che vengono proposti ai ragazzi. Modelli che imperversano nel mondo dello sport, dello spettacolo, della tv trash, della radio, della canzone, ecc… amplificati a dismisura dal social.

Emblematico il commento di Fedez alle parole del Papa che predicava la castità prematrimoniale con la volgarità tipica del linguaggio social: “Amici Vaticani. Se non potete giocare al gioco, almeno non fate le regole. Scop*te amici, scop*ate più che potete (se vi va). Perché la vita è troppo breve per ascoltare il Vaticano”.

Ma questo è un riferimento diretto oltre che maleducato. Imperversano invece idee contro il buonismo, e predicano la trasgressione, l’anarchia fine a sé stessa, la pretesa libertà di fare quello che si vuole, veicolate sia attraverso i comportamenti dei cosiddetti influencer sia attraverso linguaggi e discorsi radiofonici o televisivi. Ne sono esempio i testi delle canzoni dei cantanti in voga tra i ragazzi, farciti di parolacce, volgarità che passano nel linguaggio e nei pensieri di bambini e ragazzi; perché sono proprio loro, bambini e ragazzi che, incapaci di senso critico, assorbono tali sconcezze anche nel loro modo di esprimersi. Ci si giustifica dicendo che in fondo i bambini ne sanno più degli adulti. Un gioco al ribasso che non conosce il fondo.

Non si tratta di essere bacchettoni. Ma si tratta di una deriva alla quale nessuno può porre un argine senza il rischio di essere tacciato di moralismo. Non lamentiamoci poi se i risultati sono quelli sopra descritti!

Altri articoli in Italia

Italia