Cantiamo un inno alla vita, 365 giorni l’anno

In questa crisi pandemica, che ha visto tanti lutti, abbiamo assistito ad una gara di solidarietà e condivisione espressa nelle varie professioni a partire da infermieri, medici, insegnanti, sacerdoti e genitori che non si sono tirati indietro, ma hanno con responsabilità donato le loro competenze e affetti per il bene di chi faceva più fatica o era nella malattia. La Giornata per la vita è onorata 365 giorni l’anno da tante persone che si sporcano le mani, accogliendo le situazioni di povertà

Foto Calvarese/SIR

I vescovi italiani pastori delle nostre diocesi scrivevano alcuni anni fa: “guardiamo con affetto ai genitori, alle famiglie che accudiscono nelle loro case i familiari anziani e agli sposi che anche in ristrettezze economiche, accolgono con slancio nuove creature. Vogliamo di cuore ringraziare le associazioni che giorno dopo giorno si adoperano per sostenere la vita nascente, tendendo la mano a chi è in difficoltà”.

Anche in questa crisi pandemica, che ha visto tanti lutti, abbiamo assistito ad una gara di solidarietà e condivisione espressa nelle varie professioni a partire da infermieri, medici, insegnanti, sacerdoti e genitori che non si sono tirati indietro, ma hanno con responsabilità donato le loro competenze e affetti per il bene di chi faceva più fatica o era nella malattia.

In questi ultimi mesi ho incontrato due famiglie che hanno accompagnato all’estremo saluto, a causa di gravi malattie dovute all’handicap, due piccoli “ angeli crocifissi”: Sara e Stefano, nati con patologie gravissime per cui non sono potuti più rimanere con i loro genitori naturali e familiari. Sono stati però accolti e rigenerati nell’amore da altre famiglie affidatarie. Un inno alla vita di due creature che agli occhi dei più contano poco perché non produttivi, bisognosi di assistenza continua, sempre malati, con ricoveri ospedalieri continui. Ma preziosi che hanno smosso le comunità scolastiche ed i bambini che frequentavano e le loro famiglie. Con un linguaggio non verbale meraviglioso, gli occhi, gli sguardi, le mani, i sussurri, le risate, le posture, gli abbracci.

La Giornata per la vita è onorata 365 giorni l’anno da tante persone che si sporcano le mani, accogliendo le situazioni di povertà.

Ha detto Papa Francesco “tra i deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano”. (EG, 213)

La lezione della pandemia non andrà sprecata se anche il mondo politico dirà un sì pieno alla vita con legislazioni favorevoli alla genitorialità e al sostegno dei più deboli.

Vogliamo cantare un inno alla vita non lasciando più soffrire nessuno da solo, per essere un popolo che cammina nella giustizia di Dio.

(*) presidente e responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII

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