Mentre sulla Croisette iniziano i pronostici per la Palma d’oro, in vista della chiusura della 74a edizione del Festival di Cannes sabato 17 luglio, ecco il punto settimanale Cnvf-Sir sulle novità tra cinema e piattaforme. In sala dall’8 luglio c’è “Occhi Blu”, esordio alla regia dell’attrice Michela Cescon, un noir dalle atmosfere francesi calato nella Capitale con protagonista una misteriosa Valeria Golino. E ancora due interessanti commedie: anzitutto su Sky-Now c’è “Made in Italy” del regista-attore James D’Arcy, racconto brillante e malinconico che mette a tema il rapporto padre-figlio con un intenso duetto tra Liam Neeson e Micheál Richardson; su Prime Video la commedia a pennellate romance “Blackout Love” dell’esordiente Francesca Marino con Anna Foglietta e Alessandro Tedeschi.
“Occhi Blu” (al cinema)
“Una personale interpretazione e un tributo al genere Polar con il quale il cinema francese, a partire dagli anni ’40 riuscì a combinare, in un modo unico, i temi e gli stilemi del cinema noir e di quello poliziesco”. Mette subito in chiaro le ascisse e le ordinate del suo esordio alla regia Michela Cescon, che insieme a Marco Lodoli e Heidrun Scleef firma anche la sceneggiatura del film “Occhi Blu”. Presentato in anteprima al 67° Festival di Taormina, l’opera è un fumoso racconto che si gioca per le vie di Roma, una città colta in diverse prospettive e sguardi non convenzionali. La storia: il commissario Murena (il regista Ivano De Matteo) è spiazzato da una serie di rapine che avvengono nella Capitale; sempre un passo indietro al rapinatore, che saccheggia banche e fugge via con rapidità in scooter, il poliziotto si rivolge a un collega di vecchia data detto “il Francese” (Jean-Hugues Anglade). Le indagini sono serrate, ma del rapinatore non ci sono tracce. Nel contempo, la narrazione ci mostra l’enigmatica vita di Valeria (Valeria Golino), impiegata silenziosa e diligente, che dismessi gli abiti professionali si trasforma in quelli di un’algida motociclista…
Affascinante, lo è senza dubbio. “Occhi Blu” – prodotto dalla Palomar con Tempesta – possiede infatti quel magnetismo dei noir polizieschi di matrice francese, costellati da azione, sviamenti e ambiguità. Al centro del racconto c’è una donna dalla doppia vita, impiegata e ladra, che la Golino cesella con cura, dando spessore a un personaggio sfuggente, a tratti impalpabile. E se nel complesso la grande atmosfera del poliziesco ammantato di giallo è la cifra dominante del film, appare meno risolta la compattezza narrativa: la linea del racconto è infatti irregolare, lascia degli orizzonti irrisolti, persino inquietanti (chi nel film rappresenta la giustizia si abbandona alla vendetta per mettere a tacere le proprie fratture interiori). Nell’insieme “Occhi Blu” è un buon film di genere, un valido e riuscito esordio della Cescon, che oltre a confermarsi interprete ricercata mette in evidenza una chiara idea di cinema come autrice. E poi c’è la Golino che fa il resto, che è una garanzia, un’interprete sempre raffinata. Inappuntabile. Dal punto di vista pastorale, il film “Occhi Blu” è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti, indicato per un pubblico adulto.
“Made in Italy” (su Sky-Now)
Che bella sorpresa il film “Made in Italy”, scritto e diretto dall’attore inglese James D’Arcy (“Leonardo”, “Homeland”, “Broadchurch”) che porta sullo schermo un duetto padre-figlio, quello tra Liam Neeson e suo figlio Micheál Richardson, un’opera che si rivela molto di più di una commedia a pennellate romance. Sulle prime, infatti, “Made in Italy” sembra richiamare molto – e in effetti un po’ lo fa – quei film stereotipati di matrice inglese o statunitense come “Under the Tuscan Sun” (2003) che raccontano l’Italia da cartolina, tra spaghetti al pomodoro, corse in vespa e tramonti mozzafiato.
La storia. Jack (Richardson) è un trentenne londinese con un matrimonio al capolinea, che sta cercando disperatamente una somma di denaro per riscattare la quota della galleria d’arte dove lavora. Convince di gran fretta il padre Robert (Neeson), un ombroso pittore, a saltare in macchina e ad andare in Italia, in Toscana, dove la famiglia possiede un vecchio casale. Non una piccola casa, bensì una tenuta in collina, che però cade in disfacimento, abbandonata dopo la morte prematura della moglie di Robert. Intenzionati a vendere la proprietà, padre e figlio devono però fare i conti con il proprio passato, a cominciare dall’ingombrante silenzio calato tra loro dopo la tragedia.
Tralasciando l’ambientazione patinata e quell’atmosfera un po’ mielosa, il film “Made in Italy” dimostra sostanza e valore soprattutto per il rapporto padre-figlio. Nel racconto vediamo due adulti che a stento si parlano, si ascoltano, ma sottopelle covano un amore e un dolore inespressi. La perdita della moglie-madre li ha atterriti, spinti a chiudersi in se stessi, lasciando che un vuoto bruciante prendesse il sopravvento. Il film ci regala allora un bellissimo percorso di riavvicinamento, un ritrovarsi tra padre e figlio, che sconfina dalla sceneggiatura alla vita reale: Liam Neeson e suo figlio Micheál hanno messo verità nelle loro interpretazioni, segnati nella vita privata della perdita dell’amata moglie-madre Natasha Richardson, figlia di Vanessa Redgrave, scomparsa per un incidente nel 2009. Il film si sovraccarica, dunque, dei loro sentimenti, del loro vissuto, imprimendo maggiore pathos e poesia al racconto che, al di là di qualche ingenuità o sbavatura, finisce per convincere pienamente. Un invito riconciliarsi con la vita. Dal punto di vista pastorale il film “Made in Italy” è da valutare come consigliabile, poetico, adatto per dibattiti.
“Blackout Love” (su Prime Video)
Una commedia brillante giocata tra desiderio di vendetta e un profondo disagio sottotraccia, un bisogno d’amore inespresso. Lungo questo binario si gioca il film “Blackout Love” opera prima di Francesca Marino con protagonista Anna Foglietta, affiancata da Alessandro Tedeschi, Anna Bonaiuto e Barbara Chichiarelli. La storia: Valeria (Foglietta) è una donna arrabbiata con l’universo maschile, segnata dall’abbandono senza spiegazioni del compagno Marco (Tedeschi). Passa da una relazione all’altra, convinta che gli uomini siano tutti inaffidabili. Un giorno Marco rientra nella vita della donna, perché dopo un incidente ha perso la memoria degli ultimi due anni ed è convinto dunque di stare ancora con lei.
“Blackout Love”, prodotto da Matteo Rovere con la sua Groenlandia e in esclusiva su Prime Video, è una commedia che parte da un binario prevedibile e già visto, soprattutto in tanto cinema hollywoodiano, per approdare invece a una riflessione interessante sul senso di inadeguatezza degli adulti oggi. Attraverso la figura di Valeria viene messo a tema non il senso di riscatto femminista sugli uomini, bensì le diffuse paure che si maturano sottopelle nella coppia: il timore di legarsi, di diventare genitori, di scoprirsi (in)capaci. In questo il film ha una bella parabola la capacità di evolvere dallo sguardo brillante, ma a bene vedere abbastanza convenzionale, a uno più profondo sulla società attuale, spaventata dalla vita e dal futuro. Brava Anna Foglietta, che si impone sempre più come chiara protagonista, come pure Alessandro Tedeschi, forse ancor più convincente e misurato nel ruolo. Dal punto di vista pastorale il film “Blackout Love” è consigliabile, problematico e adatta per dibattiti.