“Impegno, costanza, pazienza, dedizione”: sono gli elementi indispensabili che Danielle Frederique Madam, 24 anni compiuti il 23 giugno, mette per realizzare la sua passione sportiva. Danielle è, infatti, campionessa di lancio del peso. La giovane è originaria del Camerun, ma vive in Italia da 17 anni. Da poco ha realizzato un suo grande sogno: essere cittadina italiana, sulla carta, perché nel cuore lo era già, avendo anche frequentato le scuole nel nostro Paese ed essendo ormai prossima alla laurea. L’abbiamo vista anche in televisione su Rai Uno, in seconda serata, a “Notti europee”, al fianco di Marco Lollobrigida, per la trasmissione dedicata agli Europei di calcio. “Lo sport è la mia ancora di salvezza, non credevo quasi nel mio futuro, a scuola non andavo bene. Dallo sport ho imparato che solo applicandosi si migliora. Ho applicato gli stessi principi e lo stesso impegno a scuola e i risultati si sono visti. Ho trasferito i valori dello sport nella mia vita”, ha raccontato Danielle a un incontro su Instagram, promosso da Agevolando, un’organizzazione di volontariato che lavora con e per i care leaver, ragazzi in uscita dai percorsi di accoglienza “fuori famiglia”. Abbiamo raccolto la sua testimonianza.
Danielle, quando è arrivata in Italia?
Sono arrivata con mio fratello gemello dal Camerun, all’età di 7 anni. A causa di una violenta faida familiare mia madre decise che saremmo stati più tranquilli in Italia, presso uno zio. Ci lasciò da lui e lei tornò in Camerun a lavorare in banca. Dopo alcuni anni, purtroppo, mio zio venne a mancare. Io e mio fratello fummo divisi in due strutture, io in una gestita dalle suore a Pavia. Ho iniziato il mio percorso di vita e scolastico in Italia.
Quali sono state le maggiori difficoltà? Com’è stata l’esperienza in casa famiglia?
Le difficoltà maggiori sono stata la lontananza dagli affetti e comunque una vita in casa famiglia non paragonabile alle mie compagne di scuola. Non avevo molto di mio, non potevo uscire e le regole erano molto rigide.
E dopo all’uscita dalla casa famiglia?
A 18 anni mi sono dovuta organizzare per una vita al di fuori della struttura. Trovare un lavoro per mantenermi la casa, gli allenamenti e gli studi. Ho apprezzato la mia libertà e indipendenza. Oggi, a distanza di tempo, penso che gli insegnamenti delle suore mi abbiano aiutata.
Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta lo sport?
Per me lo sport ha rappresentato una rinascita.
Non avevo motivazioni e faticavo a trovare una mia strada. Poi un giorno un professore di educazione fisica mi vide fuori dalla classe e mi propose di provare a gettare il peso. Scoprii di avere talento e che con l’impegno avrei potuto raggiungere dei risultati. Così è stato, insieme con la crescita sportiva, anche i professori a scuola hanno preso atto dei miei miglioramenti. Lo sport mi ha indicato la mia strada, non solo sportiva.
Oltre allo sport c’è qualcos’altro che l’ha aiutata in questi anni?
Tante persone e obiettivi mi hanno dato la forza di continuare a fare quel che faccio. Con lo sport ho trovato me stessa in tanti ambiti. Tra qualche mese mi laureo e mi piacerebbe entrare nel mondo del lavoro al più presto, continuando, come posso, ad allenarmi e competere.
Quando è diventata italiana? Quanto è stato difficile e, al tempo stesso, importante raggiungere questo traguardo?
È stato difficile, se non avessi avuto la caparbietà di espormi e provare a lottare, chissà quando l’avrei ottenuta. Il sindaco, i miei avvocati, il Coni, tutti hanno preso atto dell’ingiustizia che vivevo (per gli anni dalle suore non era stata registrata mia residenza) ed hanno fatto in modo di darmi quanto dovuto. La cerimonia si è svolta il 29 aprile.
Vivendo da tanto qui si sentiva già italiana? Ma cosa comportava il non esserlo sulla carta?
Certo che mi sentivo italiana. Non esserlo riconosciuta sui documenti per me ha comportato un forte rallentamento della carriera. Quando vincevo i campionati italiani, non potevo andare a rappresentare il mio Paese all’estero, non sono potuta entrare nei corpi militari. Oltre a questo, non è mai stato facile spostarmi all’estero o dover fare il permesso di soggiorno per rimanere nel Paese che ho sempre sentito mio.
Lei ha partecipato, sulla Rai, a “Notti europee”. Com’è andata?
L’esperienza a “Notti europee” è stata forte e mi ha aiutato a crescere. Venendo dal mondo dello sport, partecipare a questa trasmissione è stato meno difficile di quello che avrei immaginato. Di calcio, però, ero solo appassionata, ma neanche a livelli altissimi: con il passare dei giorni è stato bello veder crescere in me questa passione. Sono molto grata per l’opportunità avuta e spero che la mia presenza lì abbia rappresentato anche un modo per favorire la normalizzazione di quelli che ancora troppo spesso sono considerati “diversi”.
I nuovi italiani, italiani di seconda generazione: vorrei che si pensasse a noi come italiani e basta.
È stato bello parlare della Nazionale ora da italiana? Si aspettava la vittoria degli Azzurri?
Commentare gli Europei di calcio è stata una cosa che mi ha reso molto fiera, come il fatto di seguire gli Azzurri da così vicino. Non ci avrei scommesso, prima dell’inizio della competizione, che l’Italia avrebbe vinto gli Europei. Gli Azzurri mi hanno sorpreso, ma è una vittoria meritatissima: hanno giocato bene sin da subito, è una squadra molto unita. Ho gioito tantissimo per questo risultato. Il 2021 è un anno bello per me: l’Italia ha vinto gli Europei e io, finalmente, sono diventata italiana. Perciò, sono stata ancora più orgogliosa di questo trionfo.
Ha un sogno nel cassetto?
Laurearmi e avere una mia stabilità.