Manifesto degli studenti di Azione cattolica: più spazio al “noi”

Il Movimento degli studenti dell'Azione cattolica lancia "La sfida possibile", un documento di proposte e iniziative per vivere la scuola di domani: più attenzione all'ambiente, meno ai voti numerici. Sì al ritorno del medico e all'apertura dello sportello psicologico perché le figure di riferimento servono e non è detto che fuori le mura scolastiche ci siano

Più docenti, meno alunni per classe. Più attenzione all’ambiente, meno ai voti numerici. Sì al ritorno del medico e all’apertura dello sportello psicologico perché le figure di riferimento servono e non è detto che fuori le mura scolastiche ci siano. L’indomani del Global compact on education e nel primo giorno di chiusura delle scuole campane, il Movimento studenti dell’azione cattolica (Msac) lancia un manifesto per la scuola del futuro. Già il titolo mette in chiaro le cose: “La sfida possibile”. Sì perché secondo il Movimento le idee, condivise nel documento agevole di appena quindici pagine, sono realizzabili, specie in vista di una grande stagione di investimenti senza precedenti.
La discussione è partita ad aprile, in pieno lockdown, quando le ragazze e i ragazzi del Movimento hanno cominciato a chiedersi cosa potevano fare. “Ce lo ha insegnato Papa Francesco – dice Adelaide Iacobelli, segretaria nazionale del Msac – che dall’inizio dell’emergenza ci ha detto di uscire da questa situazione migliori di prima. Il nostro obiettivo è continuare a discutere il manifesto con i nostri docenti”.

Le azioni proposte parlano della realtà quotidiana vissuta dagli studenti e puntano a una realizzazione nell’immediato, come ad esempio “la raccolta differenziata in tutte le scuole d’Italia – afferma Iacobelli -, la sponsorizzazione di motori di ricerca che usano i proventi in favore dell’ambiente o l’impegno per il territorio come è successo a Trani dove il circolo ha coinvolto gli studenti insieme a Lega ambiente per la riqualificazione di una spiaggia”. Poi ci sono le aree da riformare in maniera più strutturale, come gli investimenti nell’edilizia scolastica e il potenziamento del corpo docente, “qui entra in gioco il nostro ruolo di associazione riconosciuta dal ministero e il rilancio del dialogo con il ministro”, commenta la segretaria nazionale.

I ragazzi sanno chiedere e sono diretti: vogliono il medico, l’infermiere scolastico e lo sportello d’aiuto psicologico. “C’è un gran bisogno di figure di riferimento – continua Iacobelli -. Meglio il medico a scuola piuttosto che cercare su Google le risposte e avere a scuola una serie di punti di riferimento che fuori non è così scontato ci siano. La visione è quella della scuola come luogo in cui gli studenti vivono, capiscono chi sono e come stanno”.

Poi c’è il tema delle aule, troppo vecchie, anguste per folle di ragazzi (anche 36 nelle secondarie di secondo grado), dove l’accessibilità per gli studenti disabili è un miraggio. Gli studenti del movimento vogliono superare i paletti della riforma Gelmini con l’assunzione di più insegnanti. Pure il concorso straordinario non basta: “Siamo lontani da quello che ci aspettavamo – dice -. Non si arriverà a coprire quello che è necessario oggi”.

Altra fondamentale area di intervento è il modello di valutazione.

“Un tema – commenta la segretaria – per noi caro da tempo. Abbiamo fatto degli approfondimenti con l’istituto Invalsi. Siamo preoccupati da un sistema che guarda solo all’esito e non al processo. Non partiamo tutti da una stessa base, le famiglie hanno ancora un ruolo determinante nella crescita. Riteniamo giusto che la scuola guardi non solo alla verifica finale ma incentivi i piccoli progressi. Riteniamo sia corretto affiancare una valutazione descrittiva al voto numerico”. In sostanza, il Movimento chiede di ricordare l’insegnamento di don Milani: “Per noi è la base, quello che ci ha insegnato non può essere dimenticato”.

Anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, fa riferimento al sacerdote di Barbiana nel suo video messaggio inviato al Movimento in occasione della presentazione del manifesto. “Costruire la scuola del noi, obiettivo del vostro confronto, significa trarre insegnamento dal metodo di don Milani – dichiara la ministra -. Solo usando la parola noi possiamo offrire il meglio ai nostri ragazzi e ragazze. Solo agendo insieme avremo la forza di sostenerci per andare lontano. Questo immenso lavoro – prosegue in un altro passaggio – è stato possibile grazie alla attività di gruppo allo scambio e al confronto. Solo così si cresce e si migliora lavorando insieme. Abbiamo tutti da imparare da chi sa pronunciare la parola noi”.

I prossimi passi per il Movimento si compiranno a livello territoriale per mettere in pratica il manifesto e continuare a lavorarci durante l’anno. Sulla fattibilità la segretaria scommette in pieno: sia perché a disposizione ci sono i fondi europei sia perché “Il Paese si è reso conto che c’è un mondo dell’istruzione che lavora in silenzio determinante per il futuro di tutti”.

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