“Uno schiaffo ulteriore in faccia ai terremotati. Una vergogna. Sconcertante”: così la bocciatura alla Commissione bilancio della Camera del pacchetto delle misure utili per il sisma 2016, viene commentata da alcuni dei vescovi delle zone terremotate del Centro Italia. Il pacchetto prevedeva, tra l’altro, la stabilizzazione del personale, la proroga dello stato di emergenza dopo il 31 dicembre, l’aumento degli incentivi per i tecnici chiamati a nuovi adempimenti con l’autocertificazione e la destinazione del 5% dei fondi per la ricostruzione pubblica al sostegno delle attività produttive. Misure concordate con gli amministratori locali, condivise anche dal commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini e destinate a sbloccare l’impasse della ricostruzione.
Spoleto-Norcia. “Uno scandalo e una vergogna” dichiara al Sir senza mezzi termini mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia che aggiunge: “Vorrei invitare i membri della Commissione per una settimana a Norcia per far vedere loro come vive la gente nelle casette mostrare le abitazioni distrutte. E vorrei vedere poi se, in tutta coscienza, si permetterebbero di espungere dal decreto tutta la sofferenza, la frustrazione e la violenza subita non solo a Norcia ma in tutte le regioni colpite dal terremoto in Centro Italia”.
Camerino-San Severino Marche. “Non prendere in considerazione misure che snellivano le procedure e permettevano la ripartenza della ricostruzione è una pazzia. Questo significa voler far morire un territorio. Se non parte la ricostruzione ci sarà una rivolta sociale” afferma al Sir mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica. Il pensiero del presule va a tutte quelle persone che “si sono suicidate perché la ricostruzione non è partita. E questo è intollerabile”. “Lo Stato – rimarca – deve tenere in considerazione che c’è un Centro Italia che ha subito il terremoto nel 2016, che nonostante siano passati 4 anni non vede la ricostruzione”. Da mons. Massara giunge anche un ringraziamento al Commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, “per il massimo impegno nel portare avanti le istanze dei nostri territori per far partire la ricostruzione”.
Rieti. “Una dimenticanza veramente vergognosa. Una prova della superficialità di chi è chiamato a dare risposte e non si accorge che il terremoto è l’emergenza delle emergenze visto che sono 4 anni che stiamo ‘sotto pressione’”: da Rieti a far sentire la sua voce è il vescovo mons. Domenico Pompili. “Spero – dichiara al Sir – si possa al più presto provvedere a risanare questo che è un errore imperdonabile che tra l’altro accrediterebbe la classe politica come del tutto inaffidabile se è vero che il ‘ricostruiremo dove era e come era’ ce lo siamo sentiti dire sin dalle prime ore del sisma”. “Che nel decreto Rilancio – aggiunge – non si faccia menzione del sisma e della ricostruzione del Centro Italia, che rappresenta una parte significativa del nostro Paese in un momento difficile dopo il Covid in cui le aree interne sono diventate ancora più importanti rispetto alle grandi aree metropolitane, è una cosa sconcertante”.