Se c’è un vantaggio nella lunga sequenza di incontri a Villa Pamphili è che il premier, Giuseppe Conte, ha ascoltato e risposto in prima persona. Con prudenza, ovviamente, accogliendo ipotesi, senza dare certezze. Ha dedicato del tempo, si è esposto. Se c’è uno svantaggio è invece che i partiti della coalizione, e forse qualche ministro, potrebbero sentirsi poco coinvolti in una iniziativa, criticata dalle opposizioni, fortemente personalizzata.
Gran movimento di delegazioni, abbondanza di videocollegamenti. Dove molti “dovevano” esserci (aziende pubbliche, Commissione Eu, Bce, associazioni, sindacati, testimonianze varie) e tutti hanno colto l’occasione per perorare le proprie cause. Confindustria si è presentata con critiche al passato e perplessità sul presente.
Chiusa l’elegante villa di rappresentanza cosa resta di questi giorni? L’impegno alla lotta all’evasione, anche attraverso la riduzione del contante, un utilizzo prolungato della cassa integrazione per allontanare i licenziamenti, riferimenti a nuove infrastrutture, ecologia, digitale e infine un possibile taglio dell’Iva su alcuni generi per rilanciare i consumi.
Mezze promesse alle associazioni del commercio. “Bene l’ipotesi del Governo di sostenere consumi e domanda interna attraverso misure di riduzione dell’Iva, sarebbe un segnale importante di fiducia che abbiamo sempre auspicato. Che non sia, però, una misura eccessivamente provvisoria”, ha subito chiesto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Anche se poi Banca d’Italia ha trovato il modo di far sapere che per una riforma del Fisco “serve una visione complessiva” e non “imposta per imposta”.Conte si è impegnato a ridurre l’evasione fiscale, tema che periodicamente viene rilanciato dai Governi, ma non attraverso l’ennesimo condono. “Il problema è quello. Un’operazione del genere la gente la fa se non deve dare spiegazioni, se le viene condonato quello che sta dietro, se qualsiasi attività pregressa viene sanata. E si crea un’ingiustizia”. Meglio incentivare i pagamenti digitali, già più utilizzati in questi mesi, in funzione antievasione.
Più ancora dei suggerimenti formulati dalla task force guidata da Vittorio Colao, gli appunti presi da Conte (e gli appunti degli interlocutori sui mezzi impegni del Premier) dovranno trasformarsi in piani coerenti per un rilancio che utilizzerà soldi europei. Conte si gioca nel prossimo mese l’alto gradimento fra gli italiani che i sondaggisti stanno registrando.
Senza esito il primo incontro dell’Eurogruppo, una seconda e decisiva riunione è attesa per metà luglio. Nell’ipotesi migliore all’Italia dovrebbero arrivare dal Piano europeo Recovery Fund oltre 170 miliardi di flussi a fondo perduto e prestiti; anche in caso di ridimensionamento il percorso di rilancio potrà contare su cifre enormi oltre ad altri prestiti che si potranno attivare. I finanziamenti arriveranno nel 2021 (forse con qualche anticipazione) e saranno legati a dei progetti ben definiti e credibili. Che dovranno essere approvati dal Governo e dal Parlamento. Qualche spunto è emerso a Villa Pamphili, nove giorni interlocutori per l’economia in attesa di decisioni ben più impegnative.