La legge di bilancio per il 2020 è molto più attenta ai temi dello sviluppo sostenibile, ma i risultati concreti dipenderanno dalla capacità di attuare gli impegni di spesa assunti, tenendo conto che ci sono da recuperare anche i ritardi accumulati negli scorsi anni. L’Asvis, il cartello di oltre 220 enti e organizzazioni schierati sul fronte dello sviluppo sostenibile, non ha mancato l’appuntamento annuale con l’analisi della manovra economica, esaminata da circa 600 esperti indipendenti alla luce dei 17 obiettivi fissati dall’agenda 2030 dell’Onu. Ma inevitabilmente sulle prospettive globali e interne peseranno gli effetti ancora non calcolabili dell’epidemia da coronavirus. La stessa presentazione del rapporto, nell’Auditorium Parco della Musica a Roma, è avvenuta a porte chiuse per rispettare le indicazioni prudenziali contro i rischi di contagio e il ministro Gualtieri ha dovuto lasciare anzitempo la sede dell’incontro per tornare a lavorare sulla messa a punto delle contromisure a livello economico.
“Rispetto allo scorso anno, la legge di bilancio 2020 mostra un evidente cambio di impostazione a favore dello sviluppo sostenibile, e riprende molte delle nostre proposte, ma per alcuni settori cruciali, come educazione, occupazione giovanile, tutela della biodiversità, i provvedimenti sono insufficienti per contenuti e risorse assegnate”, ha affermato il portavoce dell’Asvis, Enrico Giovannini. “Ci auguriamo – ha poi aggiunto – che lo sforzo fatto quest’anno non venga vanificato da ritardi nell’attuazione dei provvedimenti e che le carenze segnalate nel rapporto possano essere colmate, anche grazie ad un utilizzo mirato delle risorse europee e nazionali disponibili”.
“Valutiamo positivamente la legge di bilancio 2020 – ha ribadito il presidente dell’Asvis, Pierluigi Stefanini – anche se l’efficacia dei singoli provvedimenti dipenderà dalla rapidità e dai contenuti dei decreti attuativi, E questo vale, in particolare, per le spese per investimento, tema sul quale l’Italia ha accumulato nel passato drammatici ritardi”. In tale ottica, ha sottolineato Stefanini, “l’Asvis seguirà da vicino l’attuazione dei singoli provvedimenti, fornendo una valutazione più puntuale possibile in occasione della redazione del rapporto di ottobre 2020”.
Nel merito dei singoli obiettivi Onu, a proposito della lotta alla povertà il rapporto rileva che la legge di bilancio affida il “ruolo principale” al reddito di cittadinanza.
Uno “strumento importante” che però, “nella sua formulazione e nelle modalità di realizzazione (specialmente per ciò che concerne l’avviamento al lavoro e i controlli sul diritto al sussidio), continua a sollevare diverse perplessità”. Vengono valutate positivamente le misure relative al Mezzogiorno, con un’attenzione alle infrastrutture sociali e al rifinanziamento di alcune misure già esistenti, e “l’intenzione di riordinare le prestazioni a sostegno delle famiglie per i figli a carico”. Per quanto riguarda crescita e occupazione, il rapporto sostiene che la legge di bilancio “pur considerando il contesto difficile nel quale è stata elaborata, non introduce modifiche in grado di ridurre significativamente il differenziale” rispetto ad altri Paesi europei. Quanto all’obiettivo della riduzione delle disuguaglianze, secondo il rapporto alcune misure rappresentano “un primo passo necessario, ma non ancora sufficiente”, mentre risulta evidente “il cambio di direzione rispetto alla stagione dei condoni e della flat tax”.
Giudizio positivo anche sulle misure “per l’accesso alle abitazioni e la qualità dell’abitare”, così come sulla sterilizzazione dell’aumento dell’Iva (“che avrebbe aggravato la condizione delle famiglie più povere e delle famiglie con figli”) e sull’istituzione del Fondo per l’assegno universale e i servizi alla famiglia, “primo passo verso il riordino delle prestazioni”.
Il rapporto fornisce anche un aggiornamento al 2018 dell’andamento degli “indicatori compositi” che misurano con una tecnica sofisticata il posizionamento del nostro Paese sul percorso verso i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Ebbene, nel confronto con l’anno precedente, l’Italia ha mostrato un “significativo miglioramento” in ordine a sei obiettivi (povertà; alimentazione e agricoltura sostenibile; sistema energetico; innovazione; modelli sostenibili di produzione e di consumo; qualità della governance, pace, giustizia e istituzioni solide) un “leggero avanzamento” per altri cinque obiettivi (salute; disuguaglianze; condizioni delle città; lotta al cambiamento climatico; condizioni degli ecosistemi marini); un “lieve peggioramento” rispetto a due obiettivi (educazione; condizione economica e occupazionale); un “significativo peggioramento” per gli altro quattro obiettivi (uguaglianza di genere; acqua e strutture igienico-sanitarie; condizioni degli ecosistemi terrestri; cooperazione internazionale).