Chiese cristiane: “Anche oggi vite umane in balia di forze immense e altamente indifferenti”

“Ci trattarono con gentilezza” è il tema scelto quest’anno per la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani che si celebra dal 18 al 25 gennaio. Sono state le Chiese di Malta e Gozo a preparare il materiale a partire dal brano degli Atti degli Apostoli ambientato proprio a Malta e nel mare tempestoso che circonda l’isola. “Oggi – scrivono le Chiese maltesi – molte persone affrontano gli stessi pericoli nello stesso mare”. “Molte persone affrontano viaggi altrettanto pericolosi, per terra e per mare, per scampare a disastri naturali, guerre e povertà. Anche le loro vite sono in balia di forze immense e altamente indifferenti, non solo naturali ma anche politiche, economiche e umane”

Foto Alberto Mallardo

L’indifferenza assume oggi varie forme: “l’indifferenza di coloro che vendono a persone disperate posti in imbarcazioni non sicure per la navigazione; l’indifferenza di persone che decidono di non inviare gommoni di salvataggio; l’indifferenza di coloro che respingono i barconi di migranti”. Le Chiese cristiane in Italia dicono no e a chi, “di fronte all’attuale crisi migratoria, si volta a guardare dall’altra parte” contrappongono la cultura dell’accoglienza. “Ci trattarono con gentilezza”, è il tema scelto quest’anno per la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani che si celebra dal 18 al 25 gennaio. Sono state le Chiese di Malta e Gozo a preparare il materiale a partire dal brano degli Atti degli Apostoli ambientato proprio a Malta e nel mare tempestoso che circonda l’isola. Tra i naufraghi di allora vi era anche l’apostolo Paolo che proprio grazie a quell’approdo, portò la fede cristiana in quella terra. Una scena che si avvicina fin troppo a quanto sta capitando al largo del Mediterraneo in questi anni, con un flusso migratorio che spinge dal Nord Africa alle coste europee, spesso in balia di trafficanti e mare in burrasca. Non è dunque un caso se il 10 febbraio a Malta i cristiani celebrano la Festa del Naufragio dell’apostolo Paolo.

“Oggi – scrivono le Chiese maltesi – molte persone affrontano gli stessi pericoli nello stesso mare”.

“Molte persone affrontano viaggi altrettanto pericolosi, per terra e per mare, per scampare a disastri naturali, guerre e povertà. Anche le loro vite sono in balia di forze immense e altamente indifferenti, non solo naturali ma anche politiche, economiche e umane”. A questa cultura dell’indifferenza, le Chiese quest’anno propongono la cultura dell’ “ospitalità”. “È una condotta che ci spinge ad una maggiore generosità verso coloro verso coloro che sono nel bisogno”.

A presentare il tema della Settimana in Italia sono i leader delle Chiese cristiane presenti nel nostro Paese, in un messaggio congiunto firmato da mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e dal Metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e di Malta (Patriarcato di Costantinopoli). “In questi anni, le Chiese cristiane non hanno smesso di sottolineare la centralità del vero e proprio comandamento dell’accoglienza, ‘Ero straniero e mi avete ospitato’ (Matteo 25,35)”.

Nel messaggio viene ricordato l’impegno di Papa Francesco e dei vescovi italiani, la sensibilità più volte dimostrata dal Patriarca ecumenico Bartolomeo I nonché la pratica dei “corridoi umanitari” che da alcuni anni le Chiese italiane stanno mettendo in atto grazie alla collaborazione “ecumenica” tra Comunità di Sant’Egidio, Fcei, Tavola Valdese, Cei e Caritas. Lo scorso anno, a novembre, le Chiese hanno organizzato insieme a Roma un convegno su “Migranti e religioni” e oggi affermano: “Ci auguriamo che la Settimana di preghiera del 2020 possa rafforzare in tutti i credenti e in tutte le chiese la determinazione a vivere l’accoglienza”.

“Il tema della Settimana – commenta al Sir il pastore Luca Negro – quest’anno è più che mai attuale: è un invito a riscoprire la centralità dell’accoglienza nella Bibbia”. Un concetto che nel Nuovo Testamento troviamo declinato nelle diverse forme di amicizia/amore (in greco, “filìa”). “Queste diverse forme di amore accogliente non possono essere contrapposte le une alle altre (per esempio anteponendo l’amore per i nostri connazionali a quello per gli stranieri)”, osserva Negro, “perché sono varianti dello stesso amore che ha la sua fonte in quello di Dio, che ci accoglie nel suo Figlio Gesù. ‘Accoglietevi perciò a vicenda – conclude l’apostolo Paolo (Romani 15,7) come Cristo accolse noi’”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Anche la Chiesa ortodossa russa presente in Italia con più di 80 parrocchie sul territorio italiano, partecipa attivamente a riunioni, conferenze e tavole rotonde inter-cristiane, in gran parte organizzate dalla Chiesa Cattolica in Italia in questo periodo, fa sapere al Sir padre Ambrogio Matsegora, vicario generale delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia. Padre Matsegora conferma che anche quest’anno un rappresentante del Patriarcato di Mosca sarà presente ai solenni Vespri celebrati dal vescovo di Roma, il 25 gennaio, nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, “come visibile dimostrazione della nostra apertura a dare testimonianza al mondo dei comuni valori cristiani”. “La Settimana – aggiunge – è per noi momento di particolare attenzione all’imperativo di Cristo, sull’unità tra i Suoi discepoli. Questa settimana ci pone di fronte alla necessità di comprendere più profondamente, in che misura e in quali manifestazioni concrete siamo pronti a rivelare al mondo questa nostra unità”.

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