Rapporto 2019

Scuola cattolica. Cssc: 8mila istituti, 570mila alunni e un progetto educativo personalizzato

Quasi 8mila istituti con un totale di 570mila alunni, tra cui 8.431 con disabilità e oltre 30mila non italiani. Sono i numeri del XXI Rapporto del Centro studi per la scuola cattolica (Cei) presentato oggi a Roma. Parola d’ordine “personalizzazione” declinata quest’anno in prospettiva didattica

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Un progetto educativo personalizzato per accompagnare la crescita di ciascun alunno verso una piena maturazione umana e cristiana. Perché ogni ragazzo è unico e irripetibile. Questo l’obiettivo della personalizzazione, modalità educativa già al centro dell’edizione 2018 del Rapporto sulla scuola cattolica in Italia del Cssc (Centro studi per la scuola cattolica dell’Ufficio nazionale Cei per l’educazione, la scuola e l’università), ripresa dal XXI Rapporto (2019) presentato oggi a Roma dal coordinatore del Centro, Sergio Cicatelli, nel corso della XII Giornata pedagogica della scuola cattolica sul tema “Il profilo dello studente di scuola cattolica”. Titolo del documento, realizzato sulla base dell’elaborazione dei dati forniti dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, “Personalizzazione e curricolo” a sottolineare il passaggio dalla prospettiva pedagogica dell’anno scorso a quella didattica di quest’anno. Personalizzazione come “concetto forte”, si legge nel report, che realizza i tre elementi fondamentali della dinamica educativa:

conoscenza della realtà, sviluppo integrale della personalità, esercizio della libertà.

Personalizzazione come “modalità didattica pienamente compatibile con la scuola di oggi, e addirittura scelta del tutto coerente con i suoi più recenti sviluppi istituzionali”, e quale “proposta quanto mai congeniale” alle scuole cattoliche per “esprimere in modo coerente le idealità e i valori dichiarati nel progetto educativo”.

Ma qual è la fotografia della scuola cattolica emersa dal Rapporto? Nell’anno scolastico 2018-2019 sono presenti sul territorio nazionale

7.995 scuole cattoliche paritarie per un totale di 570mila alunni.

Di queste, 5.826 sono scuole d’infanzia; 1.021 primarie; 517 secondarie di primo grado; 591 secondarie di secondo grado. Rispetto agli anni precedenti, nel Rapporto 2019 sono inclusi (ma non per le scuole dell’infanzia) anche i dati della Provincia autonoma di Trento, che finora non era compresa nelle rilevazioni, mentre continuano ad essere esclusi i dati della Regione Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Bolzano. Le 7.995 scuole cattoliche – diminuite di oltre 1.400 unità negli ultimi 8 anni – sommate alle 4.592 altre scuole paritarie sanno un totale di 12.547 scuole paritarie.

Dei 570mila alunni il 58%, ossia oltre 330mila, frequentano la scuola d’infanzia; 133mila la primaria; 58mila la secondaria di primo grado e oltre 46mila la secondaria di secondo grado. Si tratta per lo più di istituti di piccole dimensioni con classi mediamente composte da poco più di 20 alunni; una media che scende a 16,2 alunni per classe nelle secondarie di secondo grado.

Cresce rispetto all’anno scorso il numero degli alunni disabili, oggi 8.431,

sia in valore assoluto (+657) sia in percentuale (+0,2%). I contributi a questa crescita, si legge nel report, “vengono dalla scuola dell’infanzia, dalla primaria e dalla secondaria di I grado, che compensano il calo della secondaria di II grado (-97); anche i valori percentuali sono in crescita, tranne la secondaria di II grado”.

Sono 30.786 gli alunni con cittadinanza non italiana,

con una diminuzione di 1.010 unità rispetto alla precedente rilevazione. Sono invece 52.629 gli insegnanti che prestano servizio nelle scuole cattoliche ma il numero, precisa il report, è “approssimato per difetto in quanto numerose scuole (soprattutto dell’infanzia) non hanno fornito il dato; non si è lontani dal vero stimando in circa 55mila i docenti delle scuole cattoliche, ma va considerato che una quota significativa è impiegata a tempo parziale”. Rispetto all’anno precedente “la differenza è di 320 docenti in meno”.