
Una sorpresa continua. A viaggiare per le strade di Kampala, capitale dell’Uganda, viene da chiedersi se queste zone facciano parte dello stesso mondo in cui gli europei, e più in generale gli occidentali, vivono. Le differenze sono così evidenti che questa domanda rimbalza nella testa di tanti appena atterrati in queste zone. La prima diversità è la topografia del paese: immense strade dissestate, piste di terra, spesso pericolose, che i più percorrono senza un pick-up. Sono polverose, di un colore rosso che permea tutto il paesaggio. Sali-scendi ovunque, palme, piantagioni tropicali, animali liberi per strada. In mezzo a tutto ciò, colpiscono gli edifici: slum, case di argilla, grandi palazzi e persino grattacieli, tutto nell’arco di qualche chilometro. La scena è dominata dalle capanne, che si estendono a lato delle strade principali e su e giù per le colline. Rimane comunque normale, e sconvolgente al tempo stesso, trovare una capanna costruita in argilla di fianco a ciò che può sembrare un edificio simile ai nostri.
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