Il Postulatore dei Domenicani, padre Gianni Festa, ha seguito negli ultimi anni la Causa di beatificazione di Giorgio La Pira. Per lui la firma del Decreto da parte del Papa significa un passaggio importante, a coronamento di un lungo percorso.
Di Giorgio La Pira è stato detto e scritto molto. Dal lungo lavoro della causa di beatificazione, di cui lei ha seguito l’ultima parte, è possibile sintetizzare in poche parole quale immagine emerge? Quali sono gli aspetti principali che caratterizzano la sua personalità?
Risulta, naturalmente, assai difficile riassumere in poche righe la ricchezza vitale, spirituale e intellettuale di Giorgio La Pira. Personalmente, l’immagine che mi sembra quasi imporsi da sé a considerazioni di giudizio, dopo un’attenta lettura di tutta la documentazione in mio possesso, raccolta appunto in occasione del processo di beatificazione, è quella di un cristiano dalla fede dirompente, posseduto da una straordinaria speranza in Dio e nella bontà del prossimo e pervaso da una sconfinata carità cristomimetica nei confronti di tutti coloro che ha incontrato lungo il tragitto della sua vita. Mi sono fatto, interiormente, l’immagine del Servo di Dio come quella di un cristiano delle prime generazioni, alla Diogneto.
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